Il
piccolo fabbricato composto soltanto da due livelli, evidentemente costruito a
suo tempo per tutt’altri scopi, ha visto la propria ristrutturazione già
diversi anni addietro, al momento in cui si è deciso di posizionare all’interno
di quelle mura la minuta biblioteca comunale del paese, anche se adesso
esteticamente appare come un edificio piuttosto anonimo, dal colore esterno
delle pareti di un giallo sbiadito, e con l’unica porta di entrata, costituita
da un portoncino di legno scuro poco adatto, leggermente angusta, tanto da
esserne stata richiesta da parecchio tempo, anche da chi ci opera direttamente,
la sua sostituzione con una apertura più ampia, moderna, scorrevole, e
soprattutto a vetri, anche a dimostrazione della trasparenza delle attività interne.
Al piano superiore, a cui si accede per una poco comoda scala in pietra serena,
si aprono due stanze dell’edificio destinate ai più piccoli, una adibita a
piccola ludoteca, e l’altra interamente a libri per bambini e ad albi
illustrati divisi per fascia d’età, posizionati sopra le mensole in maniera da
mostrare direttamente all’utenza le coloratissime copertine. Il piano terra
invece è quasi interamente occupato dalle alte scaffalature metalliche in cui
sono allineati i libri da prestito, al cui inizio è posizionata una grande
scrivania adibita al lavoro verso il pubblico dell’impiegata di turno, mentre,
in una stanza adiacente, è stata ricavata una specie di piccolo ambiente da
studio e da lettura, dove a volte i ragazzi delle scuole vanno a prendere appunti
e ad elaborare le loro ricerche bibliografiche.
Di fronte
all’edificio un largo marciapiede lascia la possibilità di sostare per tutti
coloro che attendono magari qualche compagno di classe prima di entrare
all’interno del luogo pubblico, e la strada che corre rettilinea davanti
all'ingresso è proprio la via principale del paese di Pian dei Fossi, non molto
frequentata dai veicoli, ma che mette in comunicazione le due piazze da cui
praticamente è costituito il cuore del centro abitato. Niocke si è fermato
esattamente in questa posizione, da solo, leggermente in disparte, nell’attesa
ansiosa di questa ragazza di nome Sara che gli ha fatto avere tramite la stessa
bibliotecaria un biglietto tanto carino in cui gli chiede di incontrarlo per
parlare un po’ con lui e quindi fare la sua conoscenza. Lui resta però
sospettoso: potrebbe essere tranquillamente un tranello per colpire la sua
buona fede, e quindi portarlo a scoprire i propri interessi, le amicizie che
cerca, le persone a cui appoggiarsi per mettersi forse al sicuro rispetto a
tutti coloro che proseguono a guardarlo soltanto come un povero migrante privo
di qualsiasi capacità. È difficile, nella sua posizione attuale, fidarsi di
qualcuno senza che gli passi per la testa il sospetto che ci sia un losco e
pericoloso disegno ai suoi danni. Però questa ragazza, così cortese e carina
nei suoi comportamenti, ha mostrato di essere capace di sfidare le avversioni
latenti verso di lui che sicuramente serpeggiano tra qualcuno in paese.
<<Dovevo farmi avanti per questo appuntamento>>, riflette mentre
staziona sul marciapiede; <<Non avevo nessun’altra possibilità>>.
Poi Sara arriva,
giusto con appena qualche minuto di ritardo. <<Ciao>>, dice per
prima; <<Possiamo camminare lungo la strada, se ti va>>. Niocke
sorride, gli appare ancora più bella e piacevole di quella prima volta in cui
l’ha notata, ma non vorrebbe adesso essere verso di lei troppo esuberante, così
annuisce quasi senza entusiasmo e quindi si mette semplicemente al suo fianco
iniziando a camminare con calma. <<Ho saputo tutto ciò che ti è successo,
e me ne dispiace molto, anche se sono sicura che nessuno residente in questo
paese sia davvero capace di mettere in atto azioni del genere>>. Si vede
subito che lui non vorrebbe affrontare questo argomento, però lascia che Sara
esponga le sue idee, senza interromperla, e infine le spiega soltanto, come
fosse una giustificazione a tutto quello che accade, che lui è nato in Senegal,
in una zona poverissima del paese, e suo padre è riuscito con grandi sacrifici
a farlo studiare, anche se il suo titolo di studio in quella Nazione non vale
quasi nulla, ed è per questo motivo che ha dovuto emigrare, non aveva altra
scelta. Il suo passaggio verso l’Europa è stato estremamente travagliato e
doloroso, ma rispetto ad altri lui è stato fortunato, ed alla fine è capitato
in questa cittadina italiana soltanto perché c’era un datore di lavoro che
aveva richiesto un apprendista meccanico, magari con qualche esperienza.
<<Però poi scappa sempre fuori qualcuno a cui non vanno bene certe
soluzioni, e a noi non desidera averci tra i piedi>>.
<<Vorrei
tanto aiutarti, se questo fosse possibile>>, dice Sara. <<Ho
iniziato col parlare dell’aggressione con tutti coloro che conosco, almeno per
sensibilizzarli, per spingerli a prendere una posizione precisa, anche se lo so
che questo non serve poi a molto>>. Niocke la guarda, alla fine sono già
arrivati nell’altra piazza, quella dove c’è l’osteria ed il solito capannello
maschile, ed adesso tutti si voltano per guardarli, quasi nell’attesa che
succeda qualcosa. C’è anche Toni Boi, lì vicino, che improvvisamente inizia a
ridere, a ridere forte, non si capisce bene di cosa; e poi urla, urla a
squarciagola, come non lo si sentiva urlare da tanto tempo.
Bruno Magnolfi
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