Caro
diario, ho appena appreso una notizia, mentre ne stavano parlando tra loro mio
cugino Marco e gli altri ragazzi della corriera che al mattino ci porta al
liceo, che mi sta letteralmente sconvolgendo. Sembra proprio che Niocke, quel
ragazzo dolce di nazionalità senegalese che ho incontrato per caso nella
biblioteca di Pian dei Fossi e al quale ho addirittura scritto un messaggio
dove gli spiegavo in due parole che mi sarebbe piaciuto tanto conoscerlo meglio
e parlare con lui, sia stato vittima di una vera aggressione razzista, cosa che
non credevo neppure possibile in un paesetto tranquillo e senza problemi come
quello in cui sono nata, e che oltretutto lui probabilmente non potrà più
lavorare nell’officina meccanica dove prestava la sua manodopera, e neppure giocare al calcio nella squadra
locale. A me appare persino incredibile che al giorno d’oggi possano ancora accadere
cose del genere, e sul momento, mentre stavo ancora sulla corriera, sono
rimasta impassibile, come se quei fatti non mi riguardassero affatto, ma adesso
che sono dentro l’istituto scolastico sto seriamente pensando a come
intervenire in suo favore per portargli un aiuto sincero rispetto a questa
situazione assurda in cui si è venuto a trovare. Sono assolutamente risoluta per
esempio a parlarne direttamente con mio zio, che poi è anche il sindaco di
questo paese, e se può servire a qualcosa anche con mio padre e con mia madre,
perché trovo inumano lasciar subire attacchi del genere senza tirare fuori la
propria solidarietà e vicinanza. Vorrei persino, una volta che avrò accertato
fino in fondo le cose che sono accadute, parlarne con tutti i ragazzi a bordo
della corriera, e magari indire un’assemblea di classe nella scuola dove mi
reco a studiare ogni giorno.
Per il
momento ne ho parlato soltanto con la mia amica Laura, la quale sottovoce mi ha
subito riferito quanto sia d’accordo con me, e che anche per lei sembra persino
impossibile che al giorno d’oggi si debba assistere impotenti a fatti e
discriminazioni del genere, peraltro verso persone deboli e indifese che non
cercano altro se non una vita tranquilla in un luogo dove poter solo iniziare
una nuova esistenza. Non sono mai rimasta così scioccata nell’apprendere
qualcosa, ed anche se fino ad adesso non ho neppure scambiato una sola parola
con Niocke, mi pare che quello che gli è improvvisamente piovuto addosso sia
qualcosa che mi riguarda pienamente, e che in parte si stia dimostrando
talmente pesante e deprecabile da non permettermi assolutamente di non prendere
una posizione precisa. Mi sento come se tutto questo fosse accaduto
direttamente alla mia persona, caro diario, e forse è anche vero, considerando
che non vorrei mai vivere in mezzo ad un tessuto sociale dove possano accadere
cose del genere. Per questo, anche se per il momento non si sa chi possa
essersi macchiato di questi atti criminali, prenderò le distanze da chiunque
sia stato, ma non soltanto, anche da chi in qualche maniera è disposto a far
passare sotto silenzio tali intimidazioni, reclamando per me l’appartenenza ad
una cittadinanza capace di indignarsi e ribellarsi a tutto questo.
Sono
furiosa, non riesco neppure a pensare ad altro, ed anche se non so fattivamente
verso cosa indirizzare la mia irritazione, ugualmente sono convinta che inizierò
al più presto a parlare di questi temi con tutti coloro che conosco, fino a
memorizzare nella mia mente tutti quelli, uno per uno, che saranno pronti a
minimizzare o a lasciare che tutto prosegua in questo modo, senza neppure mostrare
un pensiero almeno distante da chi si è preso il diritto di decidere violentemente
per tutti gli altri. Adesso non so neppure dove potrei andare per incontrare personalmente
Niocke, perché è verso di lui che vorrei dimostrare tutto il mio affetto,
fargli presente i miei primi pensieri, la mia volontà di aiutarlo, di stargli
vicino, di togliere dalla sua testa il pensiero che tutti si possa essere nella
stessa maniera di chi lo ha aggredito e di chi non lo vorrebbe inserito nel
tessuto sociale di Pian dei Fossi. Devo calmarmi, comunque, perché so benissimo
che non è esattamente mostrando una reazione scomposta e dei pensieri isterici che
si riesce a cambiare qualcosa. Devo riflettere a fondo, sapere di più su tutto
quanto, trovare la maniera per incontrarmi con Niocke e poi insieme a lui
progettare un piano di immediati interventi per ribaltare una situazione così
compromessa.
Sono anche
disposta a prendere un foglio di carta ed una penna, caro diario, e scrivere a
tutti coloro che possono essermi in qualche maniera d’aiuto, ed anche se non
conosco molti particolari su questo argomento, sono sicura che ci saranno,
almeno nelle città più grandi di questa nazione, certe associazioni antirazziste
che sanno meglio di me che cosa fare e come comportarsi in casi del genere.
Sono risoluta nel portare avanti questa battaglia, perché anche se tra me e
Niocke forse non sarà mai possibile nel prossimo futuro impostare tra di noi
un’amicizia, una maggiore conoscenza, o anche qualcosa di più, sono però sicura
che quello che cercherò di fare prossimamente sarà a vantaggio di tutti i
ragazzi come lui, vittime innocenti di orrendi soprusi legati al più insopportabile
razzismo.
Bruno
Magnolfi
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