La
strada non è molta ed anche se la giornata è già iniziata da un pezzo, Toni Boi,
quando esce da casa dopo aver salutato come sempre sua sorella intenta a cucire
delle stoffe, si reca diritto fino al piccolo palazzo comunale nella piazza
principale, dove subito si ferma come per esaminare con calma la bacheca
accanto al portone dove sono affissi alcuni annunci e diverse informazioni
sulle attività della cittadina di Pian dei Fossi. Non deve attendere neanche
molto tempo, difatti poco dopo giunge con la sua immancabile cartella di pelle
il Sindaco del paese, dottor Ettore Rimonti, e lui con goffa deferenza lo
saluta subito pur alla sua maniera, e lo ferma un momento per chiedergli alcune
informazioni. Il Rimonti, che naturalmente lo conosce come tutti in paese, lo
invita cortesemente ad entrare nella sede comunale e a seguirlo fino al suo
ufficio, dove lo fa sedere davanti alla sua scrivania mentre con un sorriso
inizia già a spiegargli qualcosa. <<C’è un’indagine aperta da parte delle
forze dell’ordine>>, spiega il Sindaco, <<e noi del Comune al
momento non possiamo fare altro se non attendere i risultati delle loro
investigazioni. Anche per quanto riguarda l’attività lavorativa di Niocke, la
situazione che si è verificata con l’assenza momentanea del proprietario nonché
gestore dell’officina, purtroppo non gli permette di proseguire da solo lo
svolgimento del suo mestiere. Si tratta di avere pazienza, non ci vorrà poi
molto prima che Aldo Ferretti si rimetta pienamente in salute, in modo che
l’officina torni ad essere pienamente in attività, e quindi che Niocke torni al
suo posto di lavoro. Intanto, mi sono informato, e so per certo che queste
giornate in cui non gli sarà possibile lavorare, gli verranno pagate
ugualmente, in maniera che il suo stipendio venga comunque versato a suo favore
interamente>>. Quindi il Rimonti si prende una pausa, spulcia qualche
foglio sopra la sua scrivania, e per un attimo sembra assorbito da altri
problemi, ma poi riprende:
<<Anche
a me sta a cuore l’esistenza di questo ragazzo, caro Antonio, e non
preoccuparti che per quanto mi riguarda farò assolutamente tutto il possibile
per aiutare gli inquirenti a comprendere chi si possa essere macchiato della
vile aggressione subita da lui, anche se in questo preciso momento non possiamo
far altro che attendere>>. Toni Boi pare già abbastanza soddisfatto delle
parole rassicuranti del Sindaco, così si alza dalla sua sedia da cui aveva
seguito ogni parola pronunciata dal Primo Cittadino di Pian dei Fossi, e poi si
lascia accompagnare da lui fino alla porta dell’ufficio, ringraziando e
salutando, pur sempre con i suoi modi un po’ strani. <<Non risulta che
Niocke abbia dei nemici in paese>>, prosegue d’improvviso il Sindaco per
concludere le proprie argomentazioni; <<In ogni caso se qualcuno di noi
venisse a conoscenza di qualcosa di a riguardo, sarebbe bene andasse
immediatamente dai Carabinieri a riferire>>. Toni Boi annuisce, quindi si
volta per scendere lentamente la rampa di scale che lo separa dalla strada
principale, e poi riprende i suoi giri di sempre, lungo le vie del centro abitato.
<<Il Sindaco è una brava persona>>, riflette da solo mentre cammina
sul marciapiede. <<Sono sicuro che non lascerà Niocke senza l’aiuto e il
sostegno che si merita>>.
Poi,
con calma, e con i modi di chi non ha nient’altro da fare, Toni arriva fino
davanti alla solita osteria, dove stamani però non staziona ancora nessuno,
così si siede sopra una panchina del giardinetto di fronte, ed attende che
qualcuno, come accade ogni giorno, si faccia vedere per commentare tutti i
minuti avvenimenti e i pettegolezzi di Pian dei Fossi. <<Sembra
incomprensibile che qualcuno possa voler terrorizzare un ragazzo che svolge
semplicemente il proprio lavoro>>, pensa di nuovo. <<Eppure ci deve
pur essere un motivo scatenante, anche se a nessuno al momento sembra qualcosa
di facilmente spiegabile. Non è possibile che si possa essere aperta una vera
caccia al migrante basata soltanto sul colore della pelle o sul paese di
provenienza di chi la subisce. Pare assurdo, del tutto incomprensibile, anche
se un sentimento razzista probabilmente prosegue ancora oggi come in anni
lontani a serpeggiare tra qualche testa calda>>. Poi arriva un uomo che
conosce da sempre, gli batte una mano sopra una spalla sorridendo, e infine
prosegue per la sua strada.
Lui
si alza dalla panchina, entra nel locale dove non c’è ancora nessuno e saluta
il barista per poi chiedergli un semplice bicchiere d’acqua. <<Non si sa
ancora niente?>>, gli chiede ancora prima di bere, <<o forse
qualcuno ha cominciato a parlare e a fornire qualche informazione
sull’aggressione dell’altro giorno?>>. L’altro scuote la testa, lo guarda
incuriosito per qualche momento, poi dice soltanto che tra i clienti del suo
locale c’è chi ha incominciato ad insinuare che la faccenda sia legata al mondo
della manodopera a basso costo, e che il mandante dell’aggressione vada cercato
tra chi non vuole persone di colore tra tutti quelli che svolgono delle
attività di lavoro specialmente poco regolari. <<Però>>, aggiunge
subito quello da dietro al suo bancone di legno scuro, <<io ne so meno di
tutti, nei riguardi di quanto possa essere accaduto per davvero>>.
Bruno
Magnolfi
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