giovedì 7 agosto 2025

Massimo possibile.


            A distanza di qualche chilometro dal paese di Pian dei Fossi, sulla cima di una bassa collina ben visibile già dalle case, peraltro l’unica presente nella campagna circostante l’abitato, si erge una grande villa, con tanto di torrione merlato, proprietà dei Conti Tornassi, denominati da tutti i Tornaconti, soprattutto in considerazione della loro capacità di compiere ogni azione ricavando sempre un certo utile. Naturalmente, sia la casata che la costruzione, rimaneggiata in varie epoche e per diverse occasioni, risale a centinaia di anni addietro, anche se sia la villa che i terreni circostanti sono sempre rimasti saldamente nelle mani della famiglia di origine. I campi, indubbiamente ben tenuti, sono coltivati perlopiù a frutteto, e si estendono per centinaia di ettari, tanto che l’importanza dei Tornaconti sull’economia della zona è tale da risultare quasi impossibile non verificare preliminarmente il parere di quei tre ingombranti fratelli eredi di tutta quanta la tenuta per qualsiasi giunta comunale che in Pian dei Fossi sia stata premiata dal voto popolare sia oggi come nel recente passato, capaci come sono di esibire la propria pesante opinione su qualsiasi decisione di un certo rilievo riguardante ad esempio l’assetto urbanistico del centro abitato e delle zone circostanti, oppure nella scelta recente di ammodernare l’asilo comunale, oppure l’illuminazione pubblica, e via dicendo. Composta da persone generalmente taciturne e seriose con tutti, quella famiglia si è dimostrata sempre mal disposta nel venire a compromessi con chicchessia, tanto da risultare spesso capace di imporre la propria volontà sull’intero paese, e in certi momenti persino in grado di opporsi a certe lecite proposte pubbliche, fino a far desistere gli assessori della giunta nell’assicurare il proprio sostegno per qualche buon progetto anche finalizzato al benessere di tutti i cittadini, tanto il proprio peso economico e politico si è mostrato in quelle occasioni forte ed evidente.

Addirittura, la via di collegamento tra il paese e la loro villa padronale è stata intestata, già diversi decenni addietro e con tanto di imponente cerimonia, direttamente ai Conti Tornassi, tanto la loro influenza all’epoca si era dimostrata forte, anche se in quell’occasione sembra che il vecchio padre dei tre ragazzetti di allora avesse impiegato alcuni fondi di famiglia al fine di allargare e ammodernare quella strada stessa, che fino a poco prima era soltanto una carrozzabile in terra battuta. Insomma, una vera stirpe di proprietari terrieri pronti ad imporre la volontà della casata su qualsiasi scelta, anche se, una volta defunto il vecchio Conte e lasciata la proprietà ai suoi tre figli, qualcosa sembra abbia iniziato a sfaldarsi, soprattutto per certi dissapori ed alcune differenze di vedute tra questi fratelli eredi di tutto quanto. Sicuramente molte persone dell’abitato di Pian dei Fossi hanno proseguito da sempre a prestare la propria attività nei campi e nei frutteti padronali, e se la manodopera stagionale è stata spesso rastrellata anche da luoghi piuttosto lontani dal paese, per quanto riguarda i ruoli più delicati ed importanti ai fini del buon andamento di tutti i raccolti, i Conti Tornassi si sono sempre affidati a persone di comprovata attendibilità e assolutamente degne della loro fiducia, gente del posto, naturalmente, in molti casi assunta per lavorare già in anni remoti mediante la logica ferrea di una stima assicurata da qualche diretta conoscenza.  

Persino Carlo Verdini, il marito della sorella di Toni Boi, lavoratore impegnato già da parecchio tempo nella tenuta dei Conti, svolgendo soprattutto il compito di supervisore alle attività di raccolta della frutta, ivi comprese le vendemmie dell’uva da vino, e poi le operazioni estive di selezione di tutti gli ortaggi, nonché quelle della scelta di molti tra i prodotti invernali tipo cavoli, spinaci, radicchi e carote, tutti coltivati in maniera rigorosamente intensiva, è tra coloro che ha visto migliorare negli anni la propria carriera e i propri compiti sicuramente grazie al solerte impegno in prima persona. L’elemento essenziale di tutta quanta la vasta produzione nei terreni dei Conti Tornassi, comunque, è legato ad una semplice parola: il lavoro, in tutte le  sue svariate declinazioni, tanto che coloro che all’oggi vengono impiegati come operai durante le operazioni agricole stagionali, subiscono un selettivo ed accurato controllo dai numerosi caporali, fino ad imporre il rapido allontanamento della manodopera che non viene reputata all’altezza per svolgere bene e nei tempi giusti tutte le operazioni per cui viene salariata, in maniera da redigere anno dopo anno una lista molto vasta di nomi in cui solo chi ha superato certi livelli essenziali di produzione e di disponibilità personale viene assunto e richiamato a lavorare nelle ulteriori volte, scartando conseguentemente tutti coloro che al contrario non sono riusciti a dare dimostrazione delle stesse indefesse capacità.

La maniera per effettuare questi controlli, alla fine, sta tutta nelle mani di chi sovrintende alla produzione, istigato dagli stessi Conti Tornassi a non essere mai indulgente con nessuno, e a mostrare continuamente, nei confronti di chi prova il desiderio, oppure anche il bisogno, di lavorare in quelle terre attorno alla collina padronale, la faccia arcigna di chi pretende da loro il massimo possibile.

 

Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento