Era
appena l’alba quando l’uomo, dalla finestra di casa sua, aveva visto salpare la
nave petroliera che per giorni era stata alla fonda in quello spicchio di mare.
Aveva provato per questo come uno strano dispiacere, una specie di sofferenza
da nostalgia per quella presenza silenziosa a cui improvvisamente scopriva di
essersi come affezionato, e che ora evidentemente perdeva, senza alcuna diversa
possibilità. Si fece la barba, si guardò a lungo dentro lo specchio, poi tornò
ad osservare dalla finestra: la nave ormai era quasi un punto nero sopra
l’orizzonte, immerso in una leggera foschia rotta soltanto da un pennacchio quasi
indistinto di fumo grigio.
Andò
in cucina, si preparò del caffè e fece colazione; infine tornò a riflettere su
come avrebbe potuto essere stata la sua vita se, come tante volte aveva desiderato,
fosse partito, come altri avevano fatto, da quel piccolo posto di mare, magari
negli anni giusti, quando le cose erano relativamente più facili, ma si ritrovò,
una volta di più, a sorridere amaramente di sé e delle sue incapacità, senza
riuscire a immaginare niente di diverso dalle solite faccende. Non c’erano
state grandi scelte durante la sua vita, le cose gli si erano sempre presentate
una dietro l’altra, e lui era andato avanti senza avere fatto mai un progetto
più ampio e articolato: il suo dispiacere era quello di non avere mai neanche
tentato qualcosa di diverso, però adesso non ci poteva forse fare niente.
La
nave ad un tratto era sparita, ma lui si proiettava già con lei verso il porto
di attracco, una grande città marinara, immaginava, e in questo modo si sentiva
bene, quasi come se i suoi orizzonti realmente si allargassero. Scese giù in
strada, ma fuori, sul lungomare, non c’era ancora nessuno, esclusa una donna
che aveva notato già altre volte intorno a quell’ora, una turista che forse doveva
soffrire di una leggera forma di insonnia, pensava lui adesso, o di
preoccupazioni tali da non lasciarla riposare bene. La osservò senza interesse;
lei vide lui, e parve soltanto per un momento che alcuni elementi dei loro differenti
pensieri fossero in qualche modo comuni, come se anche quella donna bionda,
esattamente come lui, si proiettasse con grande facilità verso chissà dove.
Buongiorno,
disse lui, quando ormai erano vicini, e la donna rispose prontamente,
sottovoce, ma con un’ombra di tristezza sopra al viso, come se i suoi pesanti
pensieri non potessero risultare alleviati da nessuno, meno che mai da
circostanze così casuali. Lei proseguiva la sua passeggiata solitaria, lui l’osservava
allontanarsi, senza che niente di scambievole potesse inserirsi tra due persone
in fondo così distanti come loro; e questo fu vero almeno fino a quando
qualcosa di lei e della nave petroliera parve trovare una certa vicinanza di
comportamento: l’uomo provò una fitta, un senso di disagio, quasi un bisogno di
sentire vicino a sé qualcuno di cui non conoscesse nulla, un forestiero, forse,
proprio come erano quella nave e quella donna, e di cui, proprio pur senza
saperne nulla, non poteva negare di sentirsi improvvisamente attratto.
Scusi,
disse; e lei si volse senza fretta, quasi immaginando il resto. Lui la guardò
per alcuni momenti, lei si lasciò osservare; niente, concluse lui, volevo
soltanto guardare nuovamente il suo viso, la sua espressione, ecco, forse per
ricordarmene in modo più preciso in seguito, quando lei oramai sarà partita. La
donna sorrise, poi riprese a camminare.
Bruno
Magnolfi
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