Resto
immobile in preda alla paura. Non so neppure cosa sia che continua a
terrorizzarmi, forse soltanto l’incapacità a comprendere: immaginarmi le forme
che si profilano nel buio, l’impossibilità a raccogliere persino le più minute
informazioni su ciò che potrà avvenire nei prossimi momenti.
E’
come se la realtà si piegasse ad una logica senza significato, oppure come se
io fossi del tutto inadatto a comprenderla. Fingo di prendere la giacca per
uscire, ma so che resterò dentro al mio appartamento, ne ho piena coscienza, anche
se l’incertezza mi prende, mi lascia continuamente sull’orlo delle decisioni,
sempre in bilico tra il presente e ciò che potrà essere tra poco.
Mi
siedo, muovo la seggiola per sentirne il rumore sopra al pavimento, per tentare
un’azione che produca una scia positiva, ma riesco soltanto a provare un
brivido ulteriore dato dall’inutilità evidente di qualsiasi gesto io possa
compiere.
Gli
uomini della città mi appaiono giganti, capaci di decisioni perfette, prese
senza indugi e con lucidità durante la loro splendida giornata.
Bruno
Magnolfi
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