Ho passeggiato lungo le strade del quartiere, mi sono seduto su una
panchina, ho pensato che la giornata era bella. Poi mi sono reso conto, una
volta di più, che spesso ogni mio gesto appare inutile, insignificante, e che
sempre più volentieri vorrei farmi piccolo, fino a sparire in qualche angolo
dove a nessuno verrebbe mai voglia di cercarmi.
Infine mi sono alzato da lì, ho pensato di proseguire la mia passeggiata
voltando le spalle a tutte quelle mie idee, e ciò è accaduto proprio nello
stesso momento in cui lei, la sconosciuta intrigante, è arrivata a sedersi
sulla mia stessa panchina ormai libera.
Mi sono allontanato, in fondo del tutto inconsapevolmente di quanto stava
realmente accadendo, proprio mentre lei ha aperto un libro con grande
indifferenza, ed ha iniziato anche a leggerlo. Camminando ho proseguito a
riflettere sulla mia incapacità ad essere realmente come vorrei, quando mi sono
accorto di aver lasciato sulla panchina il giornale che in genere porto sempre
con me.
Sono subito tornato sui miei passi, ed ho trovato la sconosciuta seduta
intenta alla lettura, così le ho detto buonasera, lei ha risposto con cortesia
distaccata, ed io con calma ho spiegato il motivo che mi ha riportato fin lì.
Lei è apparsa subito incredula, però ha sorriso, ben consapevole di come non ci
fosse alcun giornale sulla panchina dove continuava a rimanere seduta.
Mi sono sentito perplesso, ho guardato ancora un po' in giro, ed infine,
visto che non mi rimaneva altra possibilità, ho detto con un certo sforzo che la
mia era soltanto una scusa per parlare con lei. Lei ha subito sorriso ancora
una volta, ma con affettazione, ed infine ha rituffato gli occhi nel libro,
come a spiegare che il tempo a mia disposizione era ormai definitivamente scaduto.
Mi sono allontanato, lei ha proseguito ad ignorarmi come fossi del tutto invisibile,
anche quando, con un certo impaccio, sono tornato nuovamente indietro per dare
ancora un'occhiata, e rendermi conto se magari il mio giornale fosse soltanto
stato spostato dal vento. Ma in un lampo, mentre mi avvicinavo a pochi
centimetri da lei, ho ricordato d’improvviso che il quotidiano era rimasto
nella mia casa: adesso rammentavo perfettamente il tavolo dove lo avevo lasciato
appoggiato, ed alla fine di tutta questa faccenda non ho creduto assolutamente di
avere più scuse per trattenermi ancora lì nei dintorni.
La sconosciuta comunque, senza neppure tornare a guardarmi, si è alzata
dalla panchina e se n’è andata. Ho continuato a guardarla a lungo mentre si
allontanava con un’aria leggermente scocciata, ed ho sentito di nuovo dentro di
me la voglia di sparire del tutto; infine anch’io mi sono avviato: ho pensato alla
fine che troverò pure un angolo, prima o dopo, dove riuscire a nascondermi.
Bruno Magnolfi
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