<<Sì,
è vero; ero proprio io a venire a cercarti>>, mi ha detto Carla rispondendo
alla mia telefonata. <<Devo parlarti con una certa urgenza, ma non lo
posso fare assolutamente all’apparecchio; dobbiamo vederci>>, ha concluso
quasi di fretta. <<Va bene>>, le ho risposto allungando invece ogni
parola, quasi a prendermi un po’ di tempo per riflettere. <<Ci possiamo
vedere alla birreria di Lorenzo: non è molto distante dall’agenzia immobiliare,
e c’è anche una saletta riservata sul retro>>, le ho detto.
<<D’accordo>>, ha stabilito subito lei, <<nel tardo
pomeriggio per me va benissimo>>. Poi ci siamo salutati chiudendo in
fretta la comunicazione. Sono molto contento di non aver messo tempo di mezzo
per cercare di chiarire le cose che stanno sicuramente bollendo in pentola. Mi
sento come se tutto intorno a me si stesse muovendo troppo rapidamente, senza
darmi la possibilità neanche di pensare, ma non posso assolutamente permettere
che delle semplici sciocchezze prendano il sopravvento su tutto il resto, e si
dimostrino capaci di confondere ulteriormente le mie cose già sufficientemente
complicate. Sicuramente il problema più grave deriva dal fatto di aver detto ad
Elisabetta, per pura correttezza peraltro, la mia intenzione di dimettermi a
breve da dipendente della sua agenzia immobiliare, ma considerata la sua
evidente freddezza di fronte alle mie parole, non pensavo proprio che
intendesse intralciare il mio passaggio ad un’altra agenzia. Forse non è
neppure così, e magari Carla potrebbe portarmi un messaggio positivo da parte
della sua amica, che in questo preciso momento magari non vuole apparire
condizionata da nulla; però non saprei proprio.
In
ogni caso, appare del tutto inutile che continui a lambiccarmi il cervello,
visto che tra non molto saprò tutto quello che probabilmente è già venuto
fuori, senza che ancora non abbia nemmeno ufficializzato il mio distacco dal
vecchio lavoro. Forse la cosa più semplice che mi sta succedendo, ed anche
soltanto per questo assolutamente da salvare, tra tutte quelle che mi stanno
sfiorando in questo momento, resta l’amicizia leale che sto intessendo giorno
per giorno con Luciana, che mi ha dettagliato immediatamente i margini del
percorso che desidera intraprendere insieme a me, senza che si possa innestare
nessuna diversa aspettativa da parte di uno o dell’altra, almeno per un primo
lungo periodo. Sono d’accordo con lei, comunque sia: le cose affrettate portano
difficilmente verso traguardi positivi e duraturi, ed aver iniziato il nostro
frequentarci in maniera dilatata, calma, e priva di fughe in avanti, lascia
come depositare tra le cose importanti i nostri rispettivi pensieri, rendendoci
pronti a rifletterci sopra e a meditare nel tempo ogni passaggio. Ma non posso
confidarmi con lei, caricherei tutto questo di un peso gravoso che stonerebbe
in mezzo al resto.
Comunque sia, mi
riterrò soddisfatto e contento, in un caso o nell'altro, se questo incontro con
Carla riuscirà a portare almeno un po’ di chiarimento nei miei rapporti con
Elisabetta, soprattutto perché non vorrei mai lasciarle l'amarezza di un
rapporto di lavoro chiuso male, senza tutta quella elasticità che serve per
comprendere che le cose in fondo possono anche trasformarsi, prendere delle
strade diverse, assumere i contorni di altri traguardi da intraprendere, ma
possiamo però restare rispettosi delle nostre individualità, in grado o meno
che siano di arrecare rispettivamente anche qualche dispiacere. In fondo
resteremo comunque dei colleghi, esperti dello stesso settore, anche se
soprattutto concorrenti; però il mercato immobiliare è così vasto che
probabilmente non avremo nel futuro una reale possibilità di mostrarci
veramente antagonisti, e nulla vieta anzi di lasciarci persino aiutare reciprocamente
nel futuro le nostre differenti agenzie, magari scambiandoci qualche volta dei
clienti e collaborando su certe richieste più particolari. Sono già pronto a
chiarirlo questo aspetto, se soltanto il carattere chiuso ed introverso di
Elisabetta me ne darà la minima possibilità. Non siamo mai stati amici noi due,
anche se abbiamo condiviso tante giornate di lavoro insieme; in ogni caso non
ci siamo mai contrapposti, ognuno ha sempre proseguito a svolgere quasi
autonomamente il proprio ruolo, e quando qualche volta c’è stato da dare una
mano l’uno all’altra, lo abbiamo fatto senza neppure la necessità di chiederlo,
come qualcosa di perfettamente naturale, logico, normale.
Adesso passerò
dalla birreria di Lorenzo, giusto per avvertirlo che probabilmente la prossima
volta non arriverò da solo, e che avrò bisogno di un tavolo appartato dentro al
suo locale, proprio per portare avanti quello spirito di chiarezza che intendo
avere con tutti. A lui non ho ancora detto niente del progetto a cui sto
lavorando, ma se me lo chiederà gli farò presente il mio cambio di azienda,
magari senza entrare troppo in dei dettagli, che forse neppure apprezzerebbe. Già,
perché anche lui conosce almeno di vista Elisabetta, e forse non sarà troppo
d’accordo con me nel ritenere che metterla in difficoltà nel suo lavoro sia,
come ho detto e pensato tante volte, esattamente quello che si merita.
Bruno Magnolfi
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