Nella
sede della nuova agenzia immobiliare "F & A", i lavori sono già a
buon punto, e le maestranze dell'impresa affidataria, circa il piano di
ristrutturazione per gli spazi destinati agli uffici sul piano strada all'angolo
tra via Cavour e via Mazzini, nel giro di un paio di settimane o poco più, sembrano
proprio nelle condizioni di consegnare il cantiere praticamente completato come
da progetto. Fernando, insieme all'architetto che ha seguito passo dopo passo
ogni minimo dettaglio, lasciandosi sottoporre disegni e suggerimenti importanti
per delle efficaci soluzioni, fino a questo momento ha comunque voluto sempre essere
informato di qualsiasi particolare anche meno rilevante, immergendosi
completamente nelle realizzazioni. Tra poco arriveranno gli arredatori e gli
addetti per le ultime rifiniture, e a quel punto, quindi, non resterà altro che
inaugurare finalmente quell'attività. Io sono passato da lì già qualche volta
per cercare almeno di familiarizzare con il luogo dove tra breve inizierò a
lavorare ogni giorno, ma tutto mi appare ancora così nebuloso che a volte
stento a crederci. Ad Elisabetta ho già accennato che tra non molto darò le dimissioni,
e lei però non ha battuto ciglio, trattando la faccenda come una delle normali
possibilità che aveva considerato ormai da tempo. Sembra addirittura strano che
lei riesca ad essere così in apparenza indifferente a qualcosa che con ogni evidenza
sarà capace di cambiare diverse cose dell’azienda dove ho prestato le mie
competenze per parecchi anni, tanto che mi sono chiesto fino a che punto lei sia
nelle condizioni adatte per rendersi veramente conto di tutto quanto. Non che
sia incapace di essere realista, quanto perché il suo orgoglio forse non le
permette di comprendere che dovrà affrontare un periodo un po’ difficile.
Nel
chiuso del mio appartamento ho già scritto, naturalmente tutto di getto, la mia
lettera con la quale comunico ufficialmente a lei di andarmene, e di voler quindi
recidere il mio rapporto di dipendente della sua agenzia, ma nel silenzio delle
mie stanze, mentre vergavo le parole sulla carta, tutto a quel punto mi è
subito apparso, nero su bianco, come il succo amaro di una vera e propria
sofferenza. In ogni caso vado avanti, non posso fare altrimenti, e comunque ciò
che mi attende fra qualche tempo sarà senz’altro qualcosa di impegnativo e di
importante che segnerà per me un passaggio fondamentale verso un ruolo e un compito
più alti. Fernando, il mio futuro socio, ha già fatto preparare gli atti che
convalidano quello che sarà il mio nuovo mestiere di dirigente, e a questo
punto, per quanto mi riguarda, non resta altro che apporre la firma che serve,
naturalmente davanti ad un notaio, in fondo a qualche adeguato pezzo di carta. Ancora
mi chiedo il motivo principale che lo ha portato a darmi questa notevole
opportunità, però mi rendo conto che per uno come lui sono soltanto dei normali
comportamenti di chi ha la necessità di investire una quantità di soldi, messi
da parte durante anni di duro lavoro in Nuova Zelanda, verso qualche attività che
si dimostri redditizia.
Vorrei
tanto parlarne con qualcuno; anzi, avverto la necessità sempre più forte di confidarmi
senza nascondere niente con chi mi conosce, ma se chiudo gli occhi un attimo mi
pare che in fondo non debba succedere nulla di particolare tra poche settimane,
o perlomeno, quello che mi attende è un passaggio che in molti, prima o dopo,
si sono trovati normalmente ad affrontare. Sono andato al cinema con Luciana,
il lunedì scorso, ma con tutti i pensieri che nel buio della sala mi
attraversavano la mente, non sono stato capace di seguire molto la trama della
pellicola che veniva proiettata. Così quando siamo usciti da là dentro sono
stato vago sulle opinioni riguardo ciò a cui avevo assistito, tanto che lei si
è accorta che la mia mente era presa da altre preoccupazioni. Però non ha
insistito a farmi delle domande, ed ha semplicemente lasciato a me la
possibilità, se proprio mi avesse fatto piacere, di rivelarle ciò che mi poteva
crucciare in quel momento. Naturalmente non le ho detto niente, se non che
avevo delle imprecisate difficoltà nel mio lavoro. Avrei grande piacere nello svegliarmi
una mattina ad operazioni già concluse, senza proseguire con questo tormentoso
lungo periodo di passaggio. Mi piacerebbe anche poter aiutare Elisabetta in
maniera da non lasciarle un brutto ricordo di me e dei miei anni trascorsi alle
sue dipendenze, ma è evidente che tutto ciò risulta impossibile, tanto più che
lei ancora non sa che a breve la mia nuova agenzia inizierà a farle concorrenza
addirittura nel medesimo quartiere di riferimento. Non so come potrò dirglielo,
ma forse aspetterò che me lo chieda, o addirittura che lo scopra
all’improvviso, magari non direttamente tramite me.
Bruno
Magnolfi
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