Senza che se ne sia mai scoperta
una ragione precisa, e nonostante in diversi là dentro abbiano cercato di spiegarne
almeno una tra tutte le motivazioni di fondo possibili, il mercoledì è la
giornata di maggior duro lavoro all’ufficio postale di Calci. In molti tra gli
utenti sembrano ricordare soltanto in questo giorno di dover spedire una certa
raccomandata, oppure di dover pagare la tassa periodica sui rifiuti urbani, e
contemporaneamente il furgone che giunge di primo mattino con i pacchi e le
lettere smistate all’ufficio centrale di Pisa, scarica sacchi di roba più che
in qualsiasi altro giorno. La direttrice firma rapidamente le ricevute, ma
appare sempre nervosa quando vede tutta quella carta ammassata e da sistemare
rapidamente, tanto che vorrebbe quasi battere le mani tra loro, esattamente
come farebbe un’insegnante di un’altra epoca con i propri studenti, in modo da
incitare gli impiegati a sbrigarsi, a mettere in ordine, e a compiere in fretta
il loro dovere. L’autista del furgone postale sorride prima di andarsene: ormai
ha imparato a conoscere quei modi della signora Vanni, così scambia uno sguardo
carico di ironia con Alberto e con Gino, mentre loro due iniziano già a
sistemare tutte le cose. Poi apre la porta per uscire, ma approfittando di un
momento in cui non è presente la direttrice, si accosta ad Alberto e gli fa,
come per stuzzicarlo: <<ma non è qui che lavora la moglie del
sindacalista, quel Bargiacchi che a volte viene intervistato anche alla
televisione?>>. Alberto annuisce, non c’è niente di irrispettoso della
Vanni nei confronti delle mansioni a cui il personale deve attenersi negli
uffici postali, pensa tra sé; piuttosto è la maniera di dire le cose, la
mancanza di tatto, il comportamento in genere, insomma, che lascia molto a
desiderare.
Anche allo sportello del
pubblico in questo giorno settimanale è facile si formi una piccola fila di
cittadini poco disciplinati, che se non parlano tra loro a voce alta di cose
che riguardano i propri rapporti, allora iniziano a sbuffare e a lamentarsi che
in questo ufficio non c’è niente che funziona a dovere, e che a pagare le conseguenze
del lavoro poco organizzato sono sempre i medesimi. In quei casi la stessa
direttrice si mette certe volte al bancone del pubblico cercando di accelerare
le commissioni, e per nessuna ragione accetta che gli impiegati rispondano ai
vari commenti. Anche Laura, a testa bassa e con gli occhi attenti su tutto ciò
che passa sotto alla lastra di vetro che la divide dai suoi concittadini,
chiude la bocca in certi casi e pensa soltanto a mandare avanti in fretta le
cose, e se qualcuno le dice qualcosa di personale sembra ignorarlo, proprio
come le ha detto di comportarsi la direttrice nonché responsabile dell’ufficio
postale. Quando infine magari torna la calma, tutto riprende un andamento più
familiare ed accogliente, e c’è anche chi si sente piuttosto soddisfatto di
essere riuscito a sostenere l’afflusso e ad evadere in fretta il maggior carico
di lavoro.
Renza, la moglie del sindacalista,
generalmente in queste occasioni non viene investita da complicazioni diverse
rispetto a ciò di cui normalmente si occupa, però si mostra sempre disponibile
nel caso in cui ci sia da dare un cambio a qualcuno tra le varie mansioni
all’interno del personale. L’espressione della signora Vanni invece non cambia
mai molto, si fa soltanto più tirata quando l’ufficio pare preso d’assalto, ma
in seguito non trova mai niente di concreto da rimproverare a nessuno, anche se
spesso i suoi sguardi appaiono piuttosto chiari. Qualcuno, tra coloro che
frequentano l’ufficio, nei casi di grande afflusso del mercoledì, mentre sta facendo
la fila, si lascia scappare dalla bocca che secondo il proprio parere ci
vorrebbe del personale in più, e forse anche aprire un secondo sportello
gestionale per il pubblico, ma chi affronta questo argomento viene facilmente
folgorato dalle occhiate della Vanni, che naturalmente memorizza ogni individuo
che si permette di parlare in questa maniera. Soltanto in un caso, quando Laura
si lasciò sfuggire un <<magari!>>, detto soprappensiero, e forse in
un momento di particolare tensione, lei fu redarguita in seguito senza tanti complimenti,
ed invitata a non fare commenti del genere in risposta agli utenti.
Ma poi, in fondo, anche queste
complicazioni durano soltanto per il tempo di un’ora, forse anche due, ma alla
fine tutto riprende l’andamento di sempre, con le solite chiacchiere scambiate
con qualche paesano che magari ha tempo da vendere, e si intrattiene volentieri
allo sportello nei momenti in cui non ci sono altri clienti. Tutto comunque
procede normalmente senza grandi scossoni, anche se forse, con un maggiore
spirito di squadra, le cose in certi frangenti potrebbero procedere in maniera
migliore. Gino, ad esempio, non si lamenta mai di niente, e quando gli capita
di avere una borsa stracolma di lettere da consegnare anche nelle più distanti frazioni
del Comune, a lui pare sempre non importare troppo; <<è il mio
lavoro>>, sembra spiegare a chi lo incontra per strada, <<e in un
caso o nell’altro lo devo comunque portare avanti>>.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento