Lei si è
spesso sentita molto vicina a Laura. Forse perché la conosce da sempre, fin
dalla scuola elementare, e in un piccolo paese come Calci le amicizie formate
negli anni dell’infanzia molte volte vanno avanti per un tempo lunghissimo.
Negli ultimi anni, comunque, loro due non si sono viste neppure troppo
assiduamente: una volta alla settimana, generalmente, ma in certi periodi anche
meno. Elena ha avuto una breve e travagliata storia sentimentale con un uomo
già sposato, qualche anno addietro, e Laura in quel periodo era l’unica ad
averne notizia, tanto che in quei momenti loro due si sono viste costrette
anche ad escogitare qualche sotterfugio, fingendo di vedersi nelle serate in
cui Elena invece si incontrava con il tizio, spiegando ai propri genitori che
usciva innocentemente con la sua amica. Poi la faccenda, come spesso succede, ha
avuto il suo epilogo, anche se le sofferenze e le profonde riflessioni, almeno nelle
conversazioni tra le due amiche, si sono protratte a lungo anche in seguito,
almeno fino a quando non è stato deciso da loro due di dare un taglio netto a
tutte quelle continue interpretazioni dei fatti e dei presupposti, decidendo
così che non era più neppure il caso di parlarne ancora. <<Non siamo
fatte per stare vicine a degli uomini>>, aveva sbottato Laura quella
volta, forse anche per sdrammatizzare; ed Elena aveva subito annuito, visto che
le loro esperienze trascorse, per ragioni diverse, si erano dimostrate del
tutto disastrose.
Elena è una
persona coraggiosa, capace di affrontare a viso aperto qualsiasi problema si
presenti, anche se prova continuamente la necessità di avere sotto ai piedi del
terreno solido, in grado di sopportare bene le spinte che si sente di dare ogni
tanto a ciò che la circonda. Certe volte trascorre anche dei periodi di
depressione, specialmente quando si ritrova incapace di intervenire sulla
realtà, e lavorando come bidella nell’unica scuola materna del suo paese,
spesso soffre nel rendersi conto delle negligenze, sia degli insegnanti che dei
genitori, proprio nei confronti dei loro bambini. In quei casi telefona a
Laura, generalmente nel tardo pomeriggio, e così all’apparecchio cerca di
sfogarsi rapidamente elencando le cose che secondo lei non vanno bene nella
scuola dove lavora. Dimenticanze, leggerezze, incomprensioni, ogni elemento
della realtà educativa viene passato al giudizio delle due amiche, e le fa
trovare spesso estremamente d’accordo, considerato che le stesse persone che
l’una si trova davanti, prima o dopo vengono servite allo sportello postale dove
lavora l’altra, fornendo così una panoramica abbastanza completa sui paesani di
Calci.
A volte si
vedono nella serata, senza però fare grandi programmi, al massimo un cinema
oppure un po’ di musica senza mai troppo impegno, anche se ambedue sanno bene
che gli anni migliori se ne stanno andando alle loro spalle senza che siano
riuscite a costruirsi qualcosa che valga davvero la pena di quelle proprie scarse
ambizioni. <<Sono stanca>>, dice Laura certe volte; <<stufa
di trovarmi ogni giorno a parlare sempre delle medesime cose, con quegli utenti
che si presentano davanti a me con gli stessi identici problemi di tutti gli
altri>>. Elena sorride, sa che la sua amica ci sa stare in quel ruolo, e
sa che persino lamentarsene fa parte della sua maniera di essere. Perciò non le
dà troppo peso, anche se finge un po’ di consolarla, e poi di essere solidale con
lei per il compito sicuramente gravoso che si è trovata a portare avanti. Poi
una volta Laura le parla di Alberto, di questo tipo decisamente ombroso che lavora
con lei all’ufficio postale, e di cui non è ancora riuscita a comprendere bene
il carattere, ma che le sembra, almeno in certe giornate, vagamente interessato
a lei, tanto da allungarle di nascosto dei foglietti piuttosto simpatici, sicuramente
per non mostrare agli altri colleghi i propri pensieri, ed evitare persino di
parlarle, forse per non comprometterla troppo.
Elena non
propone giudizi, almeno in questo caso, ma dice soltanto che le sembra un
comportamento un po’ troppo infantile, anche se la sua amica le garantisce che
non ci sarebbero molte altre possibilità di manovra in quell’ufficio, visto che
nessuno là dentro sembra mai del tutto occupato a farsi i fatti propri e a disinteressarsi
di quello che avviene. <<Non so>>, continua Laura; <<ma andare
qualche sera a prendere un caffè o qualcos’altro con lui, che viene da Bientina
e non conosce quasi nessuno in questo nostro paese, in fondo non mi pare una
cosa del tutto fuori dal mondo>>. Sorridono, si guardano; no, non c’è
niente di strano, sembrano dirsi, la cosa più importante di tutte è quella di prestare
sempre attenzione ad ogni dettaglio, e mostrare di non essere mai preda facile,
a costo di piantare tutto lì e chiudere subito il caso. <<Va
bene>>, fa Elena sorniona, perché ha compreso subito che ciò di cui adesso
parla Laura sottovoce, è sicuramente già capitato, e che probabilmente capiterà
ancora; ma, in fondo, com’è giusto che sia.
Bruno
Magnolfi
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