Marta e Simone si vedono quasi ogni pomeriggio, dentro al solito bar di
quartiere. Trascorrono là dentro un bel po' di tempo, seduti ai tavolini di
plastica della saletta sul retro, insieme a tutti gli altri ragazzi della loro
comitiva. Si guardano, spesso si sorridono, certe volte appaiono persino
ridicoli, anche se loro lo sanno perfettamente; ma è soltanto in quel modo che
si sentono bene, perché è quella la loro maniera di stare con tutti gli altri,
e per quei loro amici oramai appare quasi naturale quel loro comportamento,
anche se qualcuno certe volte sbuffa, magari proprio quando loro due si
piazzano nel mezzo a fare le loro sciocche effusioni.
Marta e Simone non stanno realmente insieme, non hanno una vera e propria
relazione sentimentale, soltanto fanno così, quasi per gioco, certe volte
tenendosi per mano come due fidanzati, altre volte abbracciandosi, restando
seduti là dentro sempre e comunque vicini, come se cercassero tra loro un atteggiamento
intimista che comunque non sa mai di forzato, anzi, con l'andare del tempo
appare a tutti i ragazzi addirittura sempre più spontaneo. Sono amici, questo è
il punto, e spesso si dicono qualcosa a bassa voce, come a cercare delle parole
che abbiano importanza soltanto per loro, magari proprio mentre gli altri
proseguono a bere le birre gelate senza nient’altro di cui occuparsi.
Marta e Simone ascoltano tutti, si accarezzano, parlano tra loro a bassa voce,
ma sono presenti, è come se stessero in una dimensione leggermente diversa
dagli altri del gruppo: il loro stare vicini dà loro la forza che probabilmente
non avrebbero mai stando ognuno per proprio conto. I ragazzi li lasciano fare,
quando non ci sono qualcuno a volte prova a parlarne come se fosse poco
comprensibile il loro modo di essere, ma gli altri subito fanno cadere il
discorso. Sono carini, questo è il punto, e mostrano un modo di essere che gli
altri non saprebbero assolutamente affrontare.
Marta e Simone vivono una simbiosi tra loro, ma non cercano mai di stare
separati dai loro amici: mostrano costantemente la voglia di stare in mezzo a
tutti, di vivere le piccole cose che stanno nell’aria, esattamente come fa ognuno
della loro comitiva. Poi qualcuno decide di andare da qualche parte, a fare un
giro, ad un cinema, a sentire la musica, e loro ci sono, sono pronti, non c’è
alcun problema.
Marta e Simone forse sono persino invidiati, probabilmente proprio per
quella loro maniera spontanea che hanno di vivere insieme qualsiasi cosa, così
uno della comitiva si fa avanti con Marta, per vedere se riesce a incrinare
quel sodalizio per lui indigeribile. La ferma mentre sta arrivando, le dice che
vorrebbe parlarle, lei dice che è pronta per ascoltarlo, e lui la invita a fare
un giro con il suo scooter. La porta lontano, si ferma lungo un viale, la fa
sedere su di una panchina, e le dice senza mezze parole che qualche volta gli
piacerebbe prendere il posto di quel suo Simone.
Marta e Simone quel giorno non sono al solito bar. Qualcuno lo nota, ma
nessuno ci fa realmente caso: Simone è arrivato da solo, è stato un po’ insieme
agli altri ma poi se n’è andato; Marta invece non si è vista per niente. Il giorno
dopo apparentemente tutto è normale: loro due sono lì, assieme agli altri, ma
non stanno vicini, forse hanno deciso che era l’ora di finire quel loro strusciarsi
senza neppure uno scopo, pensa qualcuno. Infine si fa tardi, tutti si salutano
e ognuno riprende la strada di casa.
Marta e Simone vanno via; per loro non sarà più come prima, tutto è
destinato a sciuparsi, prima o dopo.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento