Il
vento muove gli alberi, Piero resta seduto su una vecchia panchina di legno,
nel sole pomeridiano. Se n’è andato da casa, ha detto semplicemente alla sua
compagna che sente il bisogno di un periodo di riflessione, e così ha lasciato
per qualche giorno la sua famiglia con il bambino ancora piccolo, che non può
comprendere minimamente la sua assenza, e si è rifugiato lì, senza neppure
sapere adesso cosa sia meglio fare. Quella casa di campagna che gli ha prestato
un amico è bella però poco confortevole, ma questo fatto forse adesso non ha
alcuna importanza, Piero non sente alcuna voglia di tirare avanti come ha fatto
fino ad oggi: non riesce a vedere il domani, non riesce a comprendere neppure
cosa dovrebbe fare, quali scelte introdurre nelle sue giornate.
Si guarda
attorno, Piero, cerca ispirazione nella natura verde dell'erba, dei cespugli,
dei fiori spontanei; ha già passeggiato a lungo per i viottoli, costeggiando i
fossati che delimitano qualche campo coltivato, ed ha incontrato qualcuno che
naturalmente non conosceva, salutandolo da lontano, come pensa si faccia in
luoghi come questi. Si sente fuori posto, questo è sicuro, però ammira tutto ciò
che fa parte di località come queste. La sua intenzione è quella di perdersi
completamente nell’entusiasmo che gli genera la campagna, ma anche nel
prendersi cura di sé, nell’accarezzare qualsiasi pensiero gli passi dentro la
mente, e dedicarsi alle piccole attività quotidiane che qui, più che in
qualsiasi altro luogo, si mostrano del tutto necessarie.
Rientra dentro
l’abitazione, Piero, assapora il fresco dei muri di pietra, si versa un
bicchiere d'acqua dalla caraffa, infine si siede presso il grande tavolo della
cucina. Ha il telefono portatile con sé, in qualsiasi momento potrebbe
interrompere quella sospensione che sta vivendo. Poi si alza, gli è venuta
voglia di farsi del tè, ne trova nella dispensa, mette l'acqua nel bollitore,
accende il fuoco, prepara la tazza, il filtro, tutto quanto gli serve. Torna a
sedersi, ma si sente nervoso, è come se avesse bisogno di decidere qualcosa
urgentemente, senza mettere altro tempo di mezzo. Guarda fuori dalla finestra i
pochi alberi attorno alla casa, gli sembrano soli nel vento, privi di qualsiasi
possibilità per sentirsi in altra maniera.
Torna a
sedersi, Piero, prende una matita, um foglio di carta: il pensiero di suo
figlio che probabilmente si chiede dove lui sia, lo prende quasi come dentro
una morsa. Scrive qualcosa che vorrà leggere in seguito a lui e alla sua
compagna, qualche parola che indichi la sua sofferenza, il suo stato di
incertezza completa, ma tira più di una volta una riga sulle parole che scrive,
e infine accartoccia tutto quanto, gettando via ogni pensiero.
Infine si
alza, Piero, il sibilo del bollitore lo chiama, va verso il fornello, toglie
l'acqua dal fuoco, ma prima di spengere la fiamma la sciarpa che ancora tiene
al collo si incendia in un attimo. È solo un momento, lui schizza verso
l'acquaio, si getta addosso la caraffa d'acqua lì accanto, si strappa i vestiti di dosso, corre ad
aprire la finestra, che il vento porti via in fretta l'odore acre di stoffa
bruciata. Respira, Piero, a pieni polmoni, poi compone il numero di telefono:
aiuto, dice affannoso alla sua compagna; ho bisogno di voi.
Bruno Magnolfi
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