Se
Lido non è d’accordo non si fa niente, dice Carlo. Va bene, fa l’altro, allora
non resta altra strada che cercare in qualche modo di convincerlo. Comunque ci
vuole soltanto un minimo di preparazione, cercare semplicemente le parole
giuste per presentargli bene tutta quanta la faccenda. Non credo sia difficile
convincerlo, anche se lui non è certo un tipo facile. I due intanto camminano,
percorrendo il largo marciapiede del viale senza alcuna fretta apparente, con
le mani sprofondate nelle tasche e continuando a guardare ognuno avanti a sé,
quasi come se fosse da solo.
A mio parere
non è affatto il caso di perdere questa occasione, insiste Carlo, e non
soltanto perché altrimenti in seguito potremo pentirci di non averne
approfittato. Non so, fa l’altro, forse anche noi prima di parlarne con Lido
dovremo far passare ancora del tempo, proprio per evitare di lanciare una
proposta non sufficientemente meditata. Ma no, questa credo proprio sia una
sciocchezza, perché sicuramente anche lui, se riusciamo a parlargli con calma e
cercando di spiegargli bene le cose, non potrà che essere d’accordo con noi.
Andiamo al
caffè adesso, propone l’altro, così possiamo sederci e prendere magari qualche
appunto per fissare bene le idee, e se poi abbiamo fortuna troviamo Lido là
dentro e possiamo intanto sondare il terreno. D’accordo, fa Carlo, ma prima
camminiamo almeno per un’altra mezz’ora, sento che mi fa bene passeggiare, e
poi la giornata è chiara e piacevole, fatta apposta per stare all’aperto,
almeno fino a quando non si fa sera. Forse hai ragione, dice l’altro, anche se
a me pare di sentirmi un po’ stanco. E’ solo un’impressione, almeno per adesso,
dice Carlo: quando sarai davvero stanco andremo immediatamente al caffè, te lo
prometto.
E’ davvero
tanto tempo che non facciamo qualcosa tutti e tre assieme, dice l’altro; per
conto mio sarei contento se Lido fosse d’accordo con noi, però mi dispiacerebbe
se si mostrasse riottoso e con le sue solite maniere divaganti declinasse in
fretta e furia la nostra proposta. Questo non si può dire, fa Carlo; in fondo
anche a lui magari fa piacere che ancora ci ritroviamo a combinare qualcosa,
come facevamo certe volte, ormai parecchio tempo fa. Questo è vero, dice
l’altro, però non vorrei si rompesse anche quel minimo di equilibrio che
ultimamente abbiamo ritrovato tra noi.
Su questo hai
ragione, fa Carlo; anche a me dispiacerebbe se si perdesse in qualche modo
questa nostra armonia: abbiamo vite diverse, questo è innegabile, ma ciò non
significa che non possiamo ritrovarci in certi casi intorno a qualcosa che ci
accomuna. Tutto ciò sarebbe molto bello se fosse davvero così, fa l’altro;
peccato che qualche volta Lido sembra come non esserci, quasi stesse con noi quelle
poche volte non per una sua voglia personale, ma quasi per fare soltanto un favore
a noi due. Lo sai, dice ancora Carlo, lui è fatto così, da una persona che ha
il suo carattere praticamente non si può pretendere molto di più.
Intanto
camminando arrivano davanti al solito caffè, e sui tavolini di fronte c’è
proprio Lido seduto che sta scherzando con qualche altra persona. Però si
volta, saluta festoso gli amici con il suo solito sorriso, e poi dice: sono di
partenza, lo stavo giusto dicendo a questa brava gente; starò da mio figlio
almeno per un mese, a Roma. Ho bisogno di cambiare aria e di togliermi di dosso
qualche vecchia abitudine, e poi, chi può saperlo, magari finisce che mi
trasferisco definitivamente.
Bruno Magnolfi