Lui
oggi si sente ombroso, taciturno; si è sistemato sulla sua poltrona preferita,
con la lampada vicina, ed è rimasto lì per tutto il pomeriggio, a leggere
qualcosa e prendere appunti. Lei ad un certo punto è rientrata, lo ha salutato
come sempre, senza grande enfasi, osservandosi attorno quasi con un'ombra di
sospetto; poi è andata a cambiarsi, ed infine è tornata per sedersi in
silenzio, sistemandosi vicino al vecchio tavolo del salotto, proprio di fronte
a lui. Mi fa bene ogni tanto starmene un giorno a casa lontano dal mio lavoro,
ha detto lui. Lei ha annuito, ma secondo il suo parere non c’era molto da dire:
è così per tutti, pensava, anche se non ha ritenuto di dover ribadire niente.
Dobbiamo cambiare, ha spiegato invece lei sottovoce, dopo una pausa. Non si può
tirare ancora avanti in questa maniera insopportabile. Lui l’ha guardata senza
cambiare espressione, quasi si aspettasse un’uscita del genere, ed infine le ha
steso una mano, senza spostarsi, come per invitarla verso il suo posto; in quel
gesto evidentemente si rannidavano alcune speranze, ma lei si è alzata con
indifferenza ed è subito andata verso la finestra, forse per sentirsi più
libera, più indipendente da quel gesto di lui, anche se poi si è girata per
guardarlo di nuovo e con maggiore attenzione.
Fuori
la giornata è più fredda, aveva pensato un attimo prima, trattenendo nella sua
mente l’immagine di quel cielo grigio visto fuori dai vetri; ma è così che mi
piace l’autunno, col vapore che fa già la nuvoletta quando ti esce di bocca.
Resta evidente come lui non voglia affrontare quell’argomento, non adesso
comunque, e così si comporta come ha fatto sempre, restando a lungo in
silenzio, lo sguardo perso altrove, forse nella speranza di alleggerire magari
in parte quel clima. Ho intenzione di andarmene, almeno per qualche tempo, dice
lui alla fine, cercando probabilmente un rilancio un po' alla disperata,
ritrovandosi, così come si sente, preso alle strette, ed anche nella
convinzione che una cosa del genere possa in qualche modo rimetterlo in gioco.
Certo, fa lei, puoi farlo, ma non cambierà di una virgola quanto resta qua
dentro.
Solamente
adesso lei, riavvicinandosi al tavolo, nota appoggiata sul piano, la stampa di
una singola prenotazione aerea per sola andata, che in fondo spiega quanto le
sue parole siano assolutamente fondate. Va bene, dice sentendosi
improvvisamente ancora più nervosa e meno accondiscendente nei confronti di
lui; vedo che hai già portato le cose in avanti. In fondo è meglio per tutti se
passiamo un periodo senza vederci, fa lui. Non lo so, dice lei; forse riesce
soltanto ad allontanare momentaneamente i problemi. Lui allora si alza, affonda
le mani dentro le tasche, gira su se stesso e va verso quella stessa finestra
che si affaccia su un minuscolo giardino accanto alla strada. La giornata è più
fredda, pensa di slancio, le persone camminano e rilasciano un sottile vapore
visibile in aria, mentre respirano.
Ho voglia di caldo, dice alla
fine, spingersi verso sud può essere una buona idea. Lei si sente come punta
sul vivo, torna a dargli le spalle prendendo in mano quel biglietto per
osservarlo con maggiore attenzione, poi: ormai posso soltanto prendere atto
delle cose che hai intenzione di fare, dice con un certo sarcasmo. Può anche
essere un semplice invito, quello che ti stai ritrovando sotto gli occhi, dice
lui mentre continua a guardare la strada; non ci vuole poi molto a trasformare
una fuga dai nostri problemi, in una vacanza per due di grande piacere. No,
grazie, sentenzia lei, ho altri programmi. Come vuoi, dice lui, in ogni caso
più riduci ogni mio spazio di manovra, più significa che hai già stabilito
dentro di te il nostro futuro. Futuro, fa lei sorridendo con una certa
amarezza; mi pare qualcosa di molto nebuloso, almeno in mezzo a tutti i
pensieri che ho. Può darsi, fa lui, in ogni caso nessuno di noi due sembra
convinto di come vada disegnato, tanto vale iniziare a prendere un foglio di
carta e delle matite. Ci penserò, dice lei quasi con stizza. Poi lui gira la
maniglia, forse per assaporare l'aria di fuori, e spalanca in silenzio quella
finestra: entra dentro un bel freddo asciutto adesso, ciò che naturalmente si
poteva già immaginare osservando il panorama dai vetri; e tutto il vapore di
quella stanza pare improvvisamente andarsene via.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento