Ci sono delle volte
in cui tutto mi sembra inutile, dice lei. Mi alzo presto, esco, torno, vado
avanti e indietro anche dieci volte di fila, e corro tutto il giorno per
cercare di mettere un limite alla grande quantità di cose da fare; ma gli
impegni mi crescono attorno da tutte le parti, lasciandomi esausta. Fabrizio
poi non mi aiuta, lui ha il suo lavoro che lo assorbe anche troppo, ed il resto
per lui è come un mondo minore. Non so come riescano a fare nelle altre
famiglie, ma io mi sento sfinita.
Forse organizzano meglio le cose, dice sua madre.
Probabilmente il tuo problema è che ti perdi appresso a qualcosa a cui non
varrebbe neppure la pena di dare considerazione. Prenditela più comoda,
affronta solamente ciò che ti appare davvero importante, e poi concediti delle
pause, lascia che tutto scorra per conto proprio, senza farti prendere dentro a
questo vortice.
Lei allora sorride, pensa che sua mamma sia come
sempre un pozzo di saggezza, anche se poi non ha mai avuto delle esperienze
come le sue, e quindi non può comprenderla fino in fondo. Annuisce, si alza a
preparare il caffè, osserva per un attimo un angolo della stanza rimasto in
disordine, ma volge subito lo sguardo da un’altra parte. Per lei, lamentarsi di
qualcosa, è diventato come un aspetto normale delle sue giornate, anche se è
vero che è sempre di corsa.
Ce l’ho con te, dice alla fine sorridendo, perché
fin da piccola mi hai insegnato a non tirarmi mai indietro, e ad affrontare
sempre con piglio tutti gli impegni e le avversità, cosa che in apparenza
sembrerebbe la componente migliore di un buon carattere, ma che in questo caso
mi porta soltanto ad essere sempre completamente distrutta. L'aspetto più
inquietante è che non riesco oramai a trarre alcuna soddisfazione da tutto
questo muovermi e preoccuparmi. È come se corressi soltanto per il gusto di
farlo, alla fine per far girare in un modo semplicemente normale tutte le cose,
e dopo basta.
Devi prenderti una pausa, dice la mamma, è
necessario: forse una breve vacanza, magari da sola, con la convinzione che te
la sei meritata. Insomma, credo che l'unica cosa da fare sia rompere in maniera
decisa questo andamento oramai incancrenito, e far uscire fuori le componenti
più nascoste della tua personalità. Magari potresti iscriverti ad un corso, qualcosa
che ti faccia confrontare con altre persone in una condizione simile alla tua,
e che ti faccia appassionare a degli interessi che siano completamente al di
fuori della quotidianità che stai vivendo.
Dici bene, proprio una come te che non si è mai
occupata quasi di niente, e che ha sempre avuto degli interessi rimasti
confinati in mezzo a tutte le altre cose ordinarie, tanto che se da un certo punto
di vista ha ragione, perché è meglio conoscerle certe realtà, dall’altro brilla
per riuscire a impegnarsi solo in apparenza e in maniera del tutto
superficiale, magari giusto per non fare la figura della sprovveduta con
qualche sua amica.
Questo detto da mia figlia non le fa molto onore,
dice la mamma; si può sapere qualcosa di tante realtà, oppure saperne molto e
approfonditamente di una o anche due. È una scelta, una forma del carattere, ed
il mio è senz'altro molto diverso da come sei fatta tu. Non ci trovo niente di
male nel conoscere un po’ delle cose che contano, senza provare il bisogno di
approfondirle, soltanto per sapere giusto di cosa stiamo parlando quando
vengono affrontati certi argomenti.
Va bene, fa lei, in fondo credo tu abbia proprio
ragione, almeno alla prova dei fatti: non ti ho mai vista nervosa o agitata,
salvo rarissimi casi, come invece capita a me quasi ogni giorno. Cambierò, mamma,
è l’unica cosa da fare, ne sono quasi convinta, e inizierò fin da subito a
pensare a tutto quanto in modo diverso, sempre che sia davvero possibile.
Bruno Magnolfi
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