Vorrei abbassare la voce io per primo, dice Luigi; e naturalmente mi
piacerebbe lo facessero anche gli altri. Parlare soltanto per sussurri,
riferirsi essenzialmente a chi ci è più vicino, e scegliere con calma ogni parola
da pronunciare, in modo da sprecarne il numero minimo possibile. C'è troppo
rumore in giro, tutti dobbiamo impegnarci ad abbassare i toni, e rendere
maggiore dignità a quei suoni che purtroppo restano appena sullo sfondo, quasi
incapaci per propria natura di farsi ascoltare ed apprezzare dalla maggior
parte delle persone. Non ci trovo il minimo senso in tutto questo, dice il suo
collega e amico di sempre. Le cose si livellano da sé, senza interventi
esterni. Il vento tra gli alberi puoi apprezzarlo soltanto se ti trovi da solo
in mezzo a un bosco. Tra la gente comune certe cose divengono impossibili.
Ci sono delle volte, dice ancora Luigi, che il nostro parlare si fa
inutile, del tutto insopportabile e anche dannoso; si sprecano opinioni su
qualunque argomento, e spesso risultano dettate da un modo di pensare così
superficiale da non avere quasi significato alcuno. Ma forse solo qua dentro
tutto questo che sto cercando di farti comprendere ha davvero un senso, proprio
sopra questo palco, dove ogni espressione deve essere pensata, elaborata,
forgiata, come se il proseguo di qualsiasi piccolo o grande dramma che portiamo
avanti, fosse affidato esclusivamente a certe inequivocabili parole chiave, ed
a piccole frasi piene zeppe di significati, o certe volte persino a piccoli
gesti, che riescono a rivestire anche da soli molto di più che qualsiasi grande
discorso.
Tu Luigi vorresti forse portare il teatro nella vita quotidiana, dice
l’amico, ma questo è già stato tentato molte volte, dando sempre risultati deludenti.
Niente affatto, dice Luigi con un piccolo scatto; vorrei che si parlasse poco,
si pensasse molto di più a che cosa dirsi, e si rendesse giustizia una buona
volta ad ogni minima parola, usandola ognuna come pietra preziosa incastonata
in un discorso. E’ il silenzio quello che vorrei, rotto soltanto in certi casi
da qualcosa di importante, usato come base fondamentale di ogni giornata, ed in
mezzo a questo silenzio lasciar sconfinare la riflessione attenta su tutto ciò
da cui siamo circondati.
Qualcuno tossisce leggermente in terza o quarta fila, altri paiono annoiati
da questo dialogo in fondo poco fruttuoso, ma ad un tratto una luce soffusa
viene accesa in platea, meravigliando oltre al pubblico anche gli stessi
attori. Una donna, in completo silenzio, dal fondo della sala si avvicina al
palco, si ferma ai gradini che stanno ai lati ed osserva con tutta calma il
palcoscenico. Luigi con un gesto eloquente la invita a salire, ma lei sembra
restia, come non ci fosse niente che le interessasse veramente là sopra al
boccascena. Allora è l'altro a scendere i gradini, avvicinarsi a lei, prenderla
per mano, ed accompagnarla con gesto aggraziato fin sulle tavole del palco.
I tre si osservano, fingono una certa meraviglia pur continuando a non
parlarsi, e infine sorridono, come non ci fosse niente di particolare nei loro
atteggiamenti. Lei tira fuori un piccolo libro, quasi un opuscolo, e lo mostra
a tutti, come se là dentro fosse raccolto tutto ciò che ci sarebbe di
importante da dire in quel momento; così Luigi lo prende, ne apre una pagina praticamente
a caso, e con stupore sembra comprendere subito l’importanza di ciò che vi sta
scritto. Ovviamente, dice riferendosi alla donna e anche all’amico; poi chiude
il libro e lo consegna nelle mani di quest’ultimo, affinché anche lui ne scruti
qualche pagina. Ovviamente, dice subito anche l’amico, quasi con lo stesso
timbro della voce. Quindi tutti e tre sorridendo si prendono per mano, ed il
sipario si chiude lentamente.
Bruno Magnolfi
Nessun commento:
Posta un commento