Sul lavoro lei non è molto considerata. Tutti i suoi colleghi in quella
birreria si sentono sempre in dovere di dirle come fare una cosa oppure
l'altra; e se proprio non c'è niente per cui lamentarsi anche in malo modo
riguardo la sua attività, tutti provano costantemente il bisogno di
sollecitarla nel velocizzare la preparazione dei tramezzini, dei panini, delle
focacce ripiene. Lei se ne sta sempre in silenzio, sul retro del locale, al suo
banco di lavoro perennemente ingombro di affettati, di insalata, di maionese, e
di un sacco di altre cose che alla lunga le fanno quasi schifo, mentre accanto
al muro ci sono tutti gli scaldavivande e le piastre elettriche da tenere
sempre sott'occhio, ad evitare che si bruci il cibo. Anna, urlano tutti: ma non
è ancora pronto quell’ordine?, oppure: devi mettere meno salsa nei panini, te
l’ho già detto mille volte.
Lei non si preoccupa, è sicura di riuscire in ogni sera a fare tutto quello
che le chiedono coloro che di solito stanno davanti ai clienti, nella zona
principale, alle spine e dietro al bancone, e per questo non se la prende mai
di niente. In fondo sono tutti bravi, pensa a volte: solo che si fanno prendere
un po’ la mano dal lavoro, e quando arriva l’ora del locale pieno, diventano
subito quasi isterici. Nonostante tutto ad Anna piace stare lì, ritiene che se
l'attività della birreria sta andando bene, in parte è anche grazie a quel suo
impegno. Esce sempre tardi da là dentro, praticamente tutte le sere smette
sempre dopo l’orario stabilito, però lei si lava accuratamente le mani e le
braccia prima di cambiarsi, poi con calma saluta tutti gli altri e se ne torna
a casa.
Anna, sente ancora urlarsi dietro, mentre col suo motorino percorre la
solita strada quasi deserta. Sentirà quelle voci anche una volta coricata nel
suo letto, naturalmente; certe volte le pare che quelle urla non le usciranno
mai più dalle orecchie. Devo fare domanda in qualche altro locale, devo
trovarmi un diverso posto di lavoro dove farmi apprezzare maggiormente, pensa a
volte, anche se poi rimanda sempre quell’idea ad un altro periodo. Ma adesso si
sente decisa, non le va più di soggiacere a quei soprusi, non le va più che tutti
le diano sulla voce per niente, così quando torna nel locale, durante il
pomeriggio, chiama a raccolta gli altri ragazzi e dice a tutti che adesso è
stanca, non ne può più, ha deciso di smettere di lavorare in quel posto.
Gli altri si guardano tra loro, uno dice addirittura a bassa voce: ma non
ce n’è motivo. Anna lo guarda, e basta soltanto quello per far capire a tutti
che hanno esagerato, e che forse stanno perdendo qualcosa di importante. Cala
il silenzio, nessuno sente più la voglia di dire niente; si preparano come
sempre le postazioni di lavoro, si accendono le macchine, ed i primi clienti
iniziano ad arrivare, come ogni sera. Anna non si fa trovare impreparata,
neanche stavolta, e dopo pochi minuti, sopra il piano, ecco già pronto un
numero discreto di focacce e di panini, quelli più ordinari, tanto per potersi
concentrare in seguito sulle richieste più stravaganti.
Poi arrivano tutti i frequentatori del locale, e l'ora di punta anche
stasera sembra infinita, con le sue piccole attività frenetiche da parte di
tutti. Nessuno però dice niente ad Anna, se non le indicazioni più normali; nessuno
dei ragazzi la chiama o le rimprovera qualcosa, e tutto sembra proprio scorrere
bene, fino a quando anche gli ultimi clienti se ne vanno e la birreria abbassa
le serrande. Allora Anna va a lavarsi le mani e le braccia, come sempre, ma
quando poi si volta sono tutti lì, dietro di lei, a chiederle scusa, e ad
implorarla di rimanere insieme a loro.
Bruno Magnolfi
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