Mi dispiace, dice Clara
a lui con una certa fermezza; ma in questo momento non me la sento di mettere
in piedi con te una relazione che non sia costituita esclusivamente dalla
nostra amicizia. E poi, anche per quanto riguarda proprio l’amicizia, negli
ultimi tempi sento di preferire la frequentazione di diverse persone, almeno
quando mi va, piuttosto che incontrarmi
soltanto con una. Non è che non mi piaccia la tua presenza intorno a me, o che
per qualche motivo ti voglia tenere distante: tu mi piaci, e mi va a genio
quasi sempre il tuo modo di essere, però qualche volta vorrei fermarmi in
maniera spensierata anche dai ragazzi che si ritrovano sulle panchine, ad
esempio, e ridere con loro mentre sostiamo tutti insieme davanti al bar
Soldini, senza dover pensare che in questo modo rischio di mettermi contro
qualcuno.
Tommaso la guarda un momento, sembra riflettere appena
per un attimo tutto quanto l'argomento che lo riguarda; poi decide che in fondo
non gli dispiacciono troppo queste parole, e gli sembrano, al contrario di quanto
avrebbe potuto pensare solo qualche tempo più addietro, addirittura di buon
senso, equilibrate, anche perché, nei giorni immediatamente precedenti questo,
si era sentito addirittura preoccupato per essere giunto anche troppo
velocemente al punto di dover stringere una relazione seria con lei, in
considerazione anche di come erano andate le cose tra loro fino a quel momento.
Perciò adesso, tirando quasi un sospiro di sollievo, dice soltanto: d'accordo,
per me non ci sono problemi. Ho molto da fare con l’università in questo
periodo, tanto che il mio tempo libero si preannuncia davvero ridotto. E poi, a
parte questo, probabilmente dovremo conoscerci meglio prima di affrontare delle
scelte di una certa importanza. Non c'è niente di male, pensano tutt’e due
quasi nello stesso momento in cui si guardano: non escludiamo niente così,
considerato che tutte le possibilità per un eventuale nostro futuro, rimangono
aperte.
Perciò, quando poco dopo si salutano, loro due lo
fanno in maniera estremamente cordiale e amichevole, forse addirittura alleggeriti
da quel chiarimento di cui senza dubbio sentivano ambedue la necessità.
Clara resta in macchina ancora per un
attimo, mentre Tommaso si allontana a piedi senza voltarsi, poi lei avvia il
motore e guida con calma e leggerezza per tutto quel tratto buio di pochi
chilometri, fino a giungere alla sua abitazione nella località Il Platano: riflette
adesso che non ha parlato per niente con sua madre delle ultime novità che
riguardano la sua unica figlia, e che ultimamente ha sempre cercato di
lasciarla al di fuori persino dalle sue preoccupazioni, ma forse in questo
momento, anche se non sa proprio come potrebbe fare, e nonostante le risulti
qualcosa di assolutamente non facile, considerando anche che non è affatto
evidente come certi argomenti a sua madre le possano davvero interessare,
vorrebbe finalmente parlarle. Perché, se ci pensa proprio con intensità, anche nell’attimo
stesso in cui sta parcheggiando la sua macchina lungo il vialetto di casa, forse
ciò che pesa per lei più di tutto, è proprio quella distanza che
immancabilmente si pone sempre tra loro due, in qualsiasi momento della loro
vita in comune, all’interno di quella abitazione in cui vivono da sempre, ed
anche tutte le poche volte che si trovano a scambiarsi delle semplici opinioni.
È come se cercassero continuamente di scansarsi, pensa lei, o di evitare di sentire
davvero ciò che l’altra ha da dire. Ma adesso Clara si sente grande, matura, autonoma,
non ha più bisogno di rifugiarsi in un angolo soltanto per sfuggire ad una
personalità troppo forte come quella di sua madre. Cambieranno le cose, decide;
o almeno devo proprio provare a farle cambiare.
Bruno Magnolfi
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