Certo, la segretaria
non appare troppo contenta di avere attorno a sé, da ora in avanti, un nuovo
tecnico, nonostante si tratti di un giovane apprendista; proprio perché lo
immagina, magari con piena sicurezza di sé, già pronto a girare tra quegli
uffici della loro azienda curiosando probabilmente tra elementi già assodati, e
magari traendo più di altri delle facili conclusioni sulle persone che là
dentro vi lavorano. Le parevano sufficienti quegli impiegati già presenti in
quella sede, visto che alla fine il geometra, l’unico vero professionista riconosciuto
di tutta l’impresa, le sembrava avesse soltanto bisogno di un piccolo aiuto, quasi
di un braccio fattivo che concretizzasse in reali attività le trovate della sua
mente, di fatto incarnatosi già un anno prima nell’assistente di cantiere che
era stato assunto, e non addirittura in due come invece è avvenuto. Però la sua
forse è soltanto una forma di puro egoismo, visto che a lei in fondo piacerebbe
in assoluto ci fosse il minor numero di preoccupazioni tra quegli uffici, e soprattutto
che là dentro regnasse, almeno per tutto il tempo che ci trascorre, un po’ più di
calma e di tranquillità. Invece questa importanza concessa dal signor Chelli al
suo responsabile tecnico, assumendo per lui un altro aiutante, bisogna dire che
alla segretaria prima di tutto fa montare una certa rabbia, come una specie di gelosia,
che certe volte non riesce neppure a contenere troppo.
Il geometra peraltro
non si è più soffermato a bisbigliarle qualcosa di carino negli ultimi tempi, e
lei, con il suo modo di fare in apparenza superiore ed indifferente a tutto ciò
che circonda la sua scrivania, ha invece registrato perfettamente queste sue piccole
mancanze, quasi uno scivolare inevitabile verso un possibile futuro disinteresse.
In fondo lei sa benissimo che se al signor Chelli va mostrato il miglior lato
timido e sognante per averlo completamente dalla propria parte, al tecnico invece
non si può certo far vedere qualcosa di così etereo. Non c’è stato molto tra
loro, questo è vero, però il sottinteso che serpeggia tra quelle stanze nei
momenti in cui è ancora possibile lanciare uno sguardo o una piccola parola
appena sussurrata, diventano spesso per lei quasi il motivo essenziale per
proseguire ancora a portare avanti il proprio lavoro. In certi giorni si
strugge, deve confessarlo, ma lo fa in silenzio, senza mostrare assolutamente
niente di sé.
Sembra quasi una
piccola forma teatrale, quel loro piccolo segreto, così tenuto ben stretto in
ognuno, almeno nella maggior parte dei casi, salvo certe volte lasciar andare tra
loro qualcosa di infinitesimale ed oscuro, ma soltanto in casi sporadici, in
attimi del tutto inaspettati, forse addirittura motivati molto semplicemente dal
bisogno di tenere in qualche modo ancora accesa la fiamma. A lei certe sere le
è persino venuto in mente qualche tentativo per incuriosirlo, lanciargli dei
piccoli segnali per vedere quale fosse la reazione dell’altro. Ma non è proprio
il suo stile, e nei confronti del geometra deve dire che ha sempre avuto l’atteggiamento
di colei che resiste il più possibile alle sue lusinghe, e non può certo
cambiare posa improvvisamente.
Così le giornate
lavorative proseguono, e se qualcuno nutre la speranza che questo nuovo ragazzo
si trattenga il meno possibile in ufficio, trascorrendo la maggior parte del
suo tempo con gli operai sui cantieri di lavoro edile, di fatto anche quel poco
che probabilmente trascorrerà alla scrivania potrà dimostrarsi un vero impiccio
per chi non vorrebbe mai avere qualcuno intorno, a meno che tutto questo per
ragioni al momento inaspettate, non si dimostri un aiuto, una spinta, una
possibilità in più per rilanciare una relazione del tutto clandestina, che
sembra forse stia percorrendo una fase da parabola discendente.
Bruno Magnolfi