Certe sere lui si sente
stanco, e dopo la cena poco impegnativa consumata in casa con la sua compagna, una
volta portato fuori il loro simpatico cagnolino di piccola taglia per una buona
mezz'ora, passeggiando lungo il giardinetto proprio di fronte al palazzo dove
abita, e dopo aver fumato in questa maniera l'ultima sigaretta di tutto il giorno, e magari scambiato
due parole con qualche vicino che sta per l’appunto rincasando,
rientra infine anche lui, per iniziare lentamente a prepararsi, lavandosi e
spogliandosi, ed andare da lì a poco a coricarsi
nel suo letto.
Però si sente stufo di queste giornate spesso persino troppo simili l’una all’altra, tanto da
assomigliarsi quasi tutte. Certe volte crede proprio di essere del tutto
sprecato per il lavoro che svolge: uno con la sua esperienza potrebbe aspirare
a qualcosa di migliore, riflette spesso. In fondo non sarebbe neppure troppo
difficile cambiare occupazione, figure
professionali come la sua sono piuttosto ricercate in certe grandi imprese, e
qualche volta parlando con dei colleghi di qualche altra azienda più importante,
ne ha avuto una conferma più che diretta.
La ditta di cui fa parte
da diversi anni, oramai si è fatta troppo piccola per uno come lui, con le sue competenze:
là dentro, per un
responsabile tecnico, non ci sono grandi prospettive,
e non si può neanche aspirare a qualcosa di
meglio finché lui rimane a lavorare lì, visto
che i compiti che si ritrova a far svolgere a quei suoi operai, sono praticamente
quasi sempre gli stessi, senza neppure delle possibili variazioni. Il titolare
sicuramente è proprio una brava persona, ma anche uno che si accontenta,
ed anche lui è un tipo grigio, noioso, sempre pronto
a chiedere e a parlare delle solite cose, a preoccuparsi anche troppo delle
medesime faccende, quasi come suonasse una melodia continuamente
ripetuta.
Però c'è lei, la
segretaria, con la quale a furia di velati complimenti lanciati verso i suoi modi e l'abbigliamento sempre
di classe, tramite qualche parola detta perlopiù
di sotterfugio, è riuscito alla fine, con una certa
fatica a dire il vero, ad intessere una relazione piuttosto intrigante, anche
se tutta giocata sempre un po’ troppo in punta
di piedi e con poche prospettive. Lei non è male, sicuramente è una
bella donna, forse anche lei sprecata per un posto di lavoro di quel genere,
anche perché spesso appare come l'unica cosa viva dentro quell'impresa.
"Buongiorno geometra", gli dice lei con slancio mentre sta arrivando,
e lo fa con un tono di voce che sottintende già un gran numero di cose, almeno
per uno come lui. Lui le sorride, e lascia all'immaginazione qualsiasi commento
gli passi per la testa.
Però anche con lei, che è sposata ed
ha anche un figlio, non c’è proprio futuro: basta accontentarsi divertendosi
qualche volta alle spalle del loro titolare dell’azienda, passarsi qualche
messaggio piccante sopra le scrivanie, sfiorarsi una mano di nascosto, e dopo
basta, nient’altro, se non fare qualcosa che si esaurisca in fretta senza
lasciare alcuna traccia. Non è molto per accettare di restare ancora a lavorare
lì, ed è per questo che il geometra ha cominciato a parlare in giro della
possibilità in tempi brevi di rendersi disponibile per un'altra occupazione.
Non dirà niente a nessuno, naturalmente, almeno fino al momento in cui toglierà
il disturbo. E la segretaria in qualche modo dovrà pur farsene a quel punto una
ragione.
Bruno Magnolfi
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