“Non
posso credere che tutto possa finire così”, fa lei. Poi accosta una mano al
muretto e ne accarezza le asperità delle pietre da cui è composto, come per
rendersi conto che quello che sta guardando in questo momento corrisponda
realmente a ciò che può anche sfiorare. Lui resta appoggiato di schiena,
osserva la strada di fronte, cerca le parole più adatte per esprimere quello
che pensa, ma poi resta in silenzio, come non avesse del tutto fiducia in ciò
che eventualmente potrebbe dirle adesso. “Mi pare quasi una cosa ridicola”, conclude
lei con un gesto di stizza. “Priva di senso”. Poi lui si stacca dal muro,
compie un passo in avanti come a mostrare il proprio desiderio di allontanarsi,
e nel momento esatto in cui si volta verso di lei, è proprio lei ad anticiparlo
di un attimo, incamminandosi lungo il marciapiede, dandogli le spalle con
apparente indifferenza, e mostrando una calma ed una fermezza che lui forse in
questo attimo non si sarebbe aspettato.
Lui
allora, proprio mentre lei se ne va senza voltarsi, attraversa rapidamente la
strada, cercando forse qualcuno dei ragazzi della comitiva che normalmente
frequenta, ma non c’è proprio nessuno, ed allora si ferma da solo davanti al
solito chiosco dei panini, guardandosi attorno quasi sgomento, come se quella
solitudine improvvisa che adesso avverte, fosse quasi una trappola tesa per
ridere dei suoi comportamenti. “Vuoi le patate?”, gli fa l’uomo con
indifferenza dietro al banco dei salumi e delle lattine di birra, e lui scuote subito
la testa, rendendosi conto di essere completamente fuori da ogni sintonia,
tanto da non riuscire a comprendere bene neppure cosa sia meglio fare. “Si,
certo”, risponde alla fine senza pensare, così prende dei soldi, li mette sul
piano d’acciaio, e poi si fa consegnare il resto e la vaschetta di plastica
colma in un attimo.
Poi
si volta, la cerca ancora lungo la strada con uno sguardo veloce, mentre con la
forchetta di plastica si porta qualche patata fritta alla bocca. Lei adesso non
c’è, quello che si era impegnato a spiegarle è rimasto a mezz’aria, ed anche se
avrebbe voglia di alzare le spalle e dirsi che in fondo è meglio così, in
realtà non è soddisfatto, forse sta soltanto facendo la figura del
superficiale. Si sposta con calma fino ad una panchina, si siede e pensa che
rimarrà a presidiare quel luogo fino a quando lei non si farà rivedere, perché
ancora c’è da parlare, spiegare, chiarire tutto quello che è rimasto insoluto.
Perché non è che lui volesse davvero interrompere la sua storia con lei, quando
le ha detto che era solo un po’ stufo di quelle abitudini, soltanto avrebbe
voluto da parte della sua ragazza, almeno un semplice guizzo di novità,
qualcosa di diverso dalle solite cose.
Anche
soltanto vedersi ogni giorno dopo la scuola all’angolo di quella strada,
compiere la solita passeggiata, fermarsi alla panchina dei giardinetti, parlare
dei soliti argomenti, tutto negli ultimi
giorni sembra diventato di una noia infinita, quasi una ripetizione costante di
una stessa matrice. Ogni tanto ci vuole una scossa, pensa semplicemente adesso
mentre finisce le sue patatine fritte; “è una necessità dello spirito”,
vorrebbe forse spiegarle in questo momento. “Sarebbe sufficiente trovare ogni
tanto nuove cose da fare, nuovi argomenti, piccole variabili attorno a cui
riflettere in due, e tutto assumerebbe di colpo un diverso sapore, delle nuove
colorazioni”. Lei però non si vede, è sparita dalla sua vista e non torna più
indietro, forse lui senza volerlo le ha detto qualcosa capace di ferirla; o
magari anche lei si sentiva adesso un po’ stufa delle solite cose, e avrebbe
voluto lamentarsi per prima di ciò che anticipandola le ha detto lui. Così si
alza, getta dentro un cestino i rimasugli di ciò che ha già deglutito, inizia a
percorrere rapidamente quello stesso tratto di strada che ha compiuto con lei
chissà quante volte da quando si vedono nei pomeriggi, fino ad arrivare a
quella stessa panchina dei giardinetti; e lei è lì, seduta, tranquillamente,
con un libro aperto sopra le gambe, come se il suo bisogno di lasciare alle
spalle quei discorsi sbagliati, fosse in fondo il medesimo che ha provato anche
lui.
Bruno
Magnolfi
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