Io
amo il silenzio. Per questo non esco quasi mai da questa mia stanza; ciò
nonostante anche qui giungono continuamente piccoli rumori fastidiosissimi che
mi fanno regolarmente innervosire. E non parlo neppure del vociare dei bambini
che quasi ogni giorno affollano il giardinetto su cui si affaccia questa mia
finestra; penso a quei piccoli suoni che si insinuano regolarmente nei muri del
mio appartamento: i tubi dell’acqua e del riscaldamento, per esempio, oppure i
rumori che regolarmente provocano i miei vicini al piano di sopra, o a quello
di sotto, o anche di fianco, nel manovrare le sedie, la mobilia, non so neanche
io cos’altro, dandomi l’idea di persone del tutto indifferenti a chi non riesce
a sopportare certe manifestazioni.
Ci
sono fortunatamente anche momenti migliori durante la giornata, questo è vero;
momenti nei quali un’aura di silenzio quasi perfetto si installa come per magia
intorno alla mia stanza. Mi sento bene in quelle brevi pause, quasi a mio agio,
anche se quella pacatezza che in quei casi riesco a raggiungere ha una durata
sempre inferiore al tempo che vorrei.
Ho notato
tempo fa, proprio in quei casi, che nel silenzio della mia stanza, in quei rari
momenti in cui avviene, spicca alle mie orecchie il rumore basso e indisponente
del mio cuore che continua a martellare, e insieme quello appena percettibile del
sangue che scorre e del mio sistema nervoso in funzione. Perfino quando a sera
tardi entro nel mio letto, queste vibrazioni fastidiose danno gran prova di
loro, sembrano perfino aumentare, e adesso che ho iniziato a notarle e a prestarci
orecchio, paiono addirittura ingigantirsi.
Ne ho parlato
con il medico, naturalmente, giusto per capire cosa sia possibile fare in
questi casi, ma lui ha risposto che non c’è nessuna possibilità, neppure
tappandosi le orecchie, e che anzi, in quel caso, quei rumori apparirebbero
ancora più definiti. Così ho cercato poco per volta di togliermi di mente
questa mia preoccupazione, e qualche volta ho iniziato a trovare addirittura
giovamento quando qualche piccolo brusio provocato dai vicini è giunto a
coprire i rumori di fondo di questo mio organismo.
In questa
maniera sono tornato ad ascoltare quasi con piacere il vociare dei bambini nel
giardinetto vicino casa mia, ed ho lasciato correre ben volentieri quando ho
sentito il suono cantilenante di qualche rubinetto d’acqua aperto in un
appartamento di questo condominio. Poi ho pensato che il silenzio in fondo è
solo un’astrazione, un’idea di cui si può provare un richiamo formidabile, certo,
su cui ci si può anche fissare, ma che alla fine non ha proprio alcun senso.
Per questo ho deciso di cambiare casa: voglio provare rumori diversi, abitare
in una strada dove ci sia del traffico, saggiare così differenti vibrazioni con
i miei padiglioni auricolari, magari anche più forti di quelli che ho udito fino
adesso: sarà una piccola nuova esperienza, ho pensato, basta che non mi ritrovi
nuovamente ad ascoltare con le mie orecchie la vita stessa che scorre dentro
me.
Bruno Magnolfi
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