Un
passo, poi un altro, senza fretta, con un ritmo da passeggiata, da affrontare
nelle ore centrali del giorno, lungo le strade principali del paese, con calma,
sempre in modo cadenzato, senza stancarsi mai di camminare e di osservare
tutto. Non ci sono problemi, chiunque può farlo, qualsiasi persona può
permettersi di girare lungo i marciapiedi grigi, ed osservare le case, le
persone, un gatto che salta sopra un muro, alcuni alberi cresciuti dentro ad un
giardino, una porta chiusa troppo bruscamente.
La
signora Lorenza abita da sola, lo sanno tutti, e forse rimanersene in casa, là
dentro tutto il giorno, è una cosa che proprio non riesce a sopportare. Così
esce, passeggia in lungo e in largo anche se non si ferma quasi mai a parlare
con qualcuno; scambia un saluto, questo si, ma in genere prosegue subito dopo
la sua strada, a meno che non le chiedano qualcosa, al che lei risponde sempre
con grande cortesia, con un sorriso pronto per chiunque. E’ uno spirito solitario
il suo, lo si capisce subito, chissà cosa pensa dentro a quella testa di
capelli quasi bianchi, lunghi, raccolti sulla nuca da un fermaglio, come a
tirare verso un punto definito tutte le sue idee, le sue piccole riflessioni di
instancabile osservatrice.
Dicono
che scrive poesie, ma forse è solo un’abitudine di paese quella di voler dare
un senso a tutto, come se si dovessero trovare le debolezze di chiunque per
riuscire a sentirsi superiori. Un giorno inciampa, la signora Lorenza, e cade a
terra, in malo modo. Qualcuno corre, la rialzano, lei si lamenta, non perché
senta un dolore particolare da qualche parte, ma solo perché qualcosa è
intervenuto ad interrompere il suo filo di pensieri, le sue lente riflessioni
sulle cose. Così per qualche giorno evita di uscire, qualcuno osserva la sua
porta chiusa, altri chiedono di lei, ma solo così, per semplice curiosità.
Quando
torna a farsi rivedere, tutti notano che è andata a sedersi sopra una panchina,
sotto agli alberi della piazza principale. Ha un quaderno con sé, scrive
qualcosa, forse una delle sue poesie di cui a volte si era parlato. Infine
torna a casa, sempre con il suo quaderno sotto al braccio, e qualcuno mentre la
saluta le chiede, per curiosità, cosa mai possa averci scritto sopra quei fogli:
niente di particolare, dice lei, sono solo i pensieri di tutti coloro che
incontro ogni giorno per la strada; li ho sempre immaginati, mentre camminavo,
ma ora che mi sono decisa a descriverli sopra al mio quaderno, mi pare proprio
che siano ancora più reali, quasi quanto le stesse persone del paese che hanno
avuto quei medesimi pensieri.
Bruno
Magnolfi
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