La
signora Paola è da sola mentre attraversa a passo svelto la piazza del suo
paese, e tiene la sua borsa ben stretta con sé, come a voler conservare
qualcosa di particolarmente prezioso sotto ad un braccio. Sua sorella maggiore da
un po’ di tempo non sta affatto bene, il medico si è espresso spiegando che ha
bisogno di riposo assoluto, e lei sia ogni mattina che tutte le sere va da lei
a darle assistenza e a sistemare le cose nel suo appartamento: le fa compagnia,
sistema e cambia regolarmente quel letto in cui la sorella è stata piazzata, lava
e pulisce ogni tanto i pavimenti di tutta la casa, poi acquista le provviste ,
le medicine e ciò che serve; quindi prepara qualcosa da mangiare per pranzo e
per cena, approfittando del fatto che suo cognato è fuori durante tutta la
giornata, impegnato nel suo lavoro. Poi, verso la sera, saluta la sorella, si
assicura con un’ultima occhiata che tutto sia a posto, e con il medesimo passo
con cui si è recata fin lì se ne torna fino a casa sua, ad occuparsi più o meno
delle medesime cose che l’hanno tenuta impegnata per tutto quel giorno, accudendo
suo marito che torna dal suo lavoro, e cercando di avere un pensiero per ogni
cosa.
Le
hanno sempre detto che lei è la sola persona che nella famiglia funzioni da
cardine per tenere uniti e solidali tutti quanti, ma certe volte si sente da
sola, lasciata ad occuparsi di qualsiasi faccenda impegnativa. Spesso le pare
che il suo ruolo sia superiore alle sue energie, ma non ha tempo di pensare a
queste sciocchezze, il suo sacrificio è importante, pensa, e va portato avanti sempre
con un sorriso sopra la faccia, per non far pesare ad altre persone niente di
quello che lei sta facendo. Così tutto quanto procede in questa maniera, almeno
fino a quando la sorella maggiore della signora Paola non viene trasferita d’urgenza
nell’ospedale di una cittadina vicina, perché ha bisogno di assistenza e cure
specifiche, e la signora Paola va con lei, si piazza notte e giorno accanto alla
sua camera, e presidia il corridoio per non dare fastidio a dottori e
infermieri, accettando di dormire su una vecchia poltrona in un angolo della
corsia, e disinteressandosi completamente, da quel momento in avanti, della sua
casa, di suo marito e degli altri parenti. Sistema la sua borsa in un
armadietto, dimagrisce vistosamente in pochi giorni, ha la faccia perennemente
disfatta, e grandi occhiaie di stanchezza disegnano sempre di più il suo
sguardo ormai privo di qualsiasi sorriso.
Suo marito e suo cognato vanno
da lei, cercano di parlarle, di farla ragionare, tentano di capire che cosa le
stia succedendo, ma lei è convinta di ciò di cui deve occuparsi: ormai non
sente più alcuna mancanza nella sua vita ordinaria, non le pare che ci sia più
bisogno di lei nella sua casa, perciò è inamovibile. La signora Paola, con
un’alzata di spalle, sostiene, con chi le fa questa domanda, che il suo compito
è lì, che non deve lasciare mai sola sua sorella maggiore, e tutto il resto
sono soltanto sciocchezze poco importanti. Anche la sorella, informata di ciò
che sta succedendo, non riesce a comprendere cosa mai ci possa essere dietro al
comportamento della sorella minore, che cosa le passi davvero dentro la mente. Qualcosa
scricchiola con grande evidenza, se ne accorgono tutti, la signora Paola ha già
manifestato qualche segno di un sicuro squilibrio, e lei stessa, durante una
qualsiasi di quelle mattine, si sente male, e viene ricoverata nel medesimo
ospedale dove si trova ormai da più di tre settimane, e a seguito del
mancamento di cui è stata vittima, le viene diagnosticato qualcosa di serio che
necessita di cure importanti.
Sembra che niente sia possibile
recuperare, pensa il marito, e persino la sorella maggiore, che dopo qualche
altro giorno viene dimessa da quella clinica, non sa spiegarsi che cosa sia realmente
accaduto in quel breve tempo, ma la signora Paola adesso sembra quasi una
candela che si sta spengendo con rapidità, e praticamente le sue condizioni
peggiorano giorno per giorno. A chi va a chiederle come le vada, con qualche
difficoltà adesso risponde: bene, qui non ho niente da fare se non riposarmi;
forse non sono neppure più utile a niente e a nessuno, anzi, probabilmente sono
per tutti soltanto un ingombro, ma non è colpa mia, le cose certe volte
succedono, accadono anche indipendentemente dal resto, perfino senza volerle.
Bruno Magnolfi
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