lunedì 17 settembre 2012

Senza parole.


            
            Lei, se adesso chiude i suoi occhi, ha la percezione di una lieve luce azzurrina persistente dentro allo sguardo. A loro due piace, quando è possibile, starsene lì, sdraiati, ad ascoltare il chiasso di gente e di rumori di quella strada sotto alle finestre socchiuse, e rimanere in silenzio, come per decifrare un codice confuso, eppure antico e prezioso.
            Lui rilascia le braccia che hanno appena finito di stringere il corpo flessuoso di lei, e lei gli sfiora la mano che trova vicina, intrecciando per gioco le sue dita con quelle di lui. Loro mediamente si vedono una volta alla settimana, in certi casi anche due, e si ritrovano talmente tante cose da dire, da riuscire soltanto a restare in silenzio, per lasciare immaginare tutto quanto di cui non riuscirebbero a parlare in nessuna maniera.
            Lei, in certi casi, per freddo o pudore, si copre con una vecchia trapunta che tiene lì accanto, ed esprime ogni volta un piccolo sospiro per il piacere che prova in quel gesto.
            Lui, probabilmente, se avesse un’impostazione maggiormente maschile, pensa che si potrebbe accendere la classica sigaretta, e divertirsi col fumo nel lasciarlo salire in alto a larghe volute, dentro la stanza; ma lui non fuma, così rimane lì fermo, immaginando semplicemente una piccola nuvola di vapore che scorre con grande lentezza lungo il soffitto. Loro non sanno che significato ci sia nel continuare a vedersi così, però capiscono che devono farlo, indipendentemente da tutti i pensieri diversi che possono sfiorare le loro esistenze.
            Lei a volte lo guarda, ne osserva il profilo come per imprimerselo in maniera indelebile negli occhi e nella memoria, poi sorride di sé, come di qualcosa di cui prova, con spirito infantile, quasi una leggera vergogna.
Lui allora si volta verso di lei, le dice sottovoce che purtroppo deve andarsene, lascia che lei si nasconda nella stanza accanto mentre si veste, poi si stringono un attimo, neppure adesso dicono niente, sono coscienti che non sono riusciti a parlarsi neppure stavolta, ma ci saranno tante altre volte, pensano insieme, ci sarà tutto il tempo che ritengono necessario, un giorno o quell’altro; e poi, quando parleranno davvero e si spiegheranno le cose, dovranno sorridere accorgendosi di saperle già tutte.

            Bruno Magnolfi  

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