Lei,
se adesso chiude i suoi occhi, ha la percezione di una lieve luce azzurrina
persistente dentro allo sguardo. A loro due piace, quando è possibile, starsene
lì, sdraiati, ad ascoltare il chiasso di gente e di rumori di quella strada
sotto alle finestre socchiuse, e rimanere in silenzio, come per decifrare un
codice confuso, eppure antico e prezioso.
Lui
rilascia le braccia che hanno appena finito di stringere il corpo flessuoso di
lei, e lei gli sfiora la mano che trova vicina, intrecciando per gioco le sue
dita con quelle di lui. Loro mediamente si vedono una volta alla settimana, in
certi casi anche due, e si ritrovano talmente tante cose da dire, da riuscire
soltanto a restare in silenzio, per lasciare immaginare tutto quanto di cui non
riuscirebbero a parlare in nessuna maniera.
Lei,
in certi casi, per freddo o pudore, si copre con una vecchia trapunta che tiene
lì accanto, ed esprime ogni volta un piccolo sospiro per il piacere che prova
in quel gesto.
Lui,
probabilmente, se avesse un’impostazione maggiormente maschile, pensa che si
potrebbe accendere la classica sigaretta, e divertirsi col fumo nel lasciarlo
salire in alto a larghe volute, dentro la stanza; ma lui non fuma, così rimane
lì fermo, immaginando semplicemente una piccola nuvola di vapore che scorre con
grande lentezza lungo il soffitto. Loro non sanno che significato ci sia nel
continuare a vedersi così, però capiscono che devono farlo, indipendentemente
da tutti i pensieri diversi che possono sfiorare le loro esistenze.
Lei
a volte lo guarda, ne osserva il profilo come per imprimerselo in maniera
indelebile negli occhi e nella memoria, poi sorride di sé, come di qualcosa di
cui prova, con spirito infantile, quasi una leggera vergogna.
Lui allora si
volta verso di lei, le dice sottovoce che purtroppo deve andarsene, lascia che
lei si nasconda nella stanza accanto mentre si veste, poi si stringono un attimo,
neppure adesso dicono niente, sono coscienti che non sono riusciti a parlarsi
neppure stavolta, ma ci saranno tante altre volte, pensano insieme, ci sarà
tutto il tempo che ritengono necessario, un giorno o quell’altro; e poi, quando
parleranno davvero e si spiegheranno le cose, dovranno sorridere accorgendosi
di saperle già tutte.
Bruno
Magnolfi
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