<<Anche
stamani vai in biblioteca, immagino>>, dice Teresa a suo fratello mentre
è tutta presa nell’imbastire un orlo ad una gonna che le ha portato ieri una vicina
di casa. Antonio non risponde, dando per scontato il fatto che, come ogni
giorno, farà sicuramente un salto in mezzo a tutti quei libri e quegli scaffali
che gli danno immediatamente la serenità, ed anche in considerazione di quanto
le parole che ha sentito non sembrano formare propriamente una domanda.
<<Farò un passaggio al cimitero, a portare qualche fiore fresco sulla
tomba di mamma>>, prosegue lei. <<Magari potresti venire con
me>>. Lui sistema alcuni libri da restituire al prestito sopra al tavolo,
poi li infila in una borsa di stoffa, e tiene lo sguardo basso, come di chi sta
riflettendo, infine dice: <<Andrò da solo, quando ne ho voglia>>,
senza aggiungere altro. Sua sorella sa bene che certe volte Antonio passa da
là, glielo ha riferito il guardiano del campo santo che lo nota, e poi più di
una volta lei ha trovato un fiore semplice dentro al piccolo vaso accanto alla
fotografia della loro madre. <<Va bene>>, dice Teresa sempre
accondiscendente verso suo fratello; <<in ogni caso proprio oggi sarebbe
stato il suo compleanno>>. Antonio si sofferma un momento, torna indietro
per prendere il suo solito quaderno deve scrive i propri appunti; quindi, apre
la porta di casa ed infine esce.
Fuori il
cielo sembra promettere una giornata piena di nuvole, anche se forse non verrà
a piovere, e lungo la strada principale del centro abitato si incontrano le
solite persone di ogni giorno. <<Ciao Toni>>, gli dice qualche
sfaccendato quando lo nota, ma Antonio tira diritto senza fermarsi, come se non
gli interessasse scambiare saluti con chi si dimostra subito pronto a ridere
alle sue spalle. Il suo desiderio sarebbe quello di passare dall’officina di
Aldo Ferretti dove Niocke ha detto di lavorare come garzone, ma non vuole apparire
troppo zelante nel suo progetto di insegnargli a leggere e a scrivere in lingua
italiana, così evita quel passaggio, e prosegue verso la piccola biblioteca
sempre poco frequentata. <<Ciao Antonio>>, gli dice l’impiegata
dietro al tavolo, <<devi restituire questi libri, immagino>>. Lui
accenna appena un gesto di assenzo con la testa, poi le mostra un titolo annotato
sopra al suo quaderno, spiegando a modo suo che vorrebbe visionare quel testo,
se possibile. La bibliotecaria cerca a lungo in mezzo al suo schedario, ed alla
fine dice che quel libro non è presente nella loro collezione, e che non ne è neppure
prevista l’acquisizione in tempi celeri. <<Non importa>>, dice lui
con indifferenza, e poi va a mettersi seduto ad un tavolo riservato ai frequentatori
di quei locali. Quindi appoggia sul piano il suo quaderno ed inizia a scrivere qualche
appunto.
L’impiegata
lo lascia fare come sempre, però cerca tra le collezioni un libro che sia
affine a quello che le è stato richiesto, magari dello stesso autore, addirittura
scritto nel medesimo periodo. Quindi va a sfilare da uno scaffale un testo che sembra
mostrare quelle caratteristiche e lo porta da Antonio, per farlo visionare a
lui. <<Grazie>>, dice Toni senza mostrarsi neppure troppo contento
di quella scelta, ma accettando in ogni caso quanto gli si sottopone.
<<Che cosa stai scrivendo?>>, gli chiede allora Barbara, la
bibliotecaria del paese, che conosce Antonio e la sua famiglia da molti anni,
cercando di non apparire troppo curiosa o persino ficcanaso, ma dando alle sue
parole semplicemente il senso di chi desidera solamente fare due chiacchiere. <<Devo
insegnare la scrittura ad una persona che non è capace di leggere>>, dice
lui quasi sottovoce, come fosse qualcosa di banale. Barbara sorride, gli pare subito
un proposito estremamente nobile, soprattutto per essere uscito fuori da una
persona che già deve far fronte a parecchi problemi propri, ma un attimo dopo
sembra colta da una intuizione, e così va a prendere un altro libro, forse proprio
adatto per quel fine.
<<Ecco>>,
dice porgendolo ad Antonio; <<questo libro spiega in parole elementari come
si può imparare a leggere e anche a scrivere>>. Lui sembra proprio
meravigliato dal fatto che esiste un testo specifico per il suo scopo, così
prende il testo nelle sue mani ed inizia subito a sfogliarlo.
<<Grazie>>, dice dopo un attimo. <<Sembra sia proprio ciò che
mi serve>>. Barbara così torna a sorridergli, e mentre riprende posto
dietro alla sua scrivania gli dice che può benissimo usare la biblioteca per
svolgere le sue piccole lezioni. Quindi, arriva una donna di una certa età per
prendere in prestito un romanzo molto famoso; perciò, Antonio si sprofonda
nella lettura e nello studio del saggio che le ha trovato la bibliotecaria. Va
avanti così per circa un’ora, poi si fa assegnare il prestito di quel volume così
prezioso, lo ripone nella sua borsa di stoffa che porta sempre con sé, ed alla
fine esce sulla strada, dirigendosi con calma verso il cimitero, dove oggi desidera
andare anche lui a rendere omaggio a quella tomba, in occasione del compleanno
della propria mamma.
Bruno
Magnolfi
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