<<Non
lo so>>, dice Niocke proseguendo con calma ad allentare i due dadi che
sostengono la cartuccia del filtro dell’olio di una vecchia Fiat “Uno”, mentre
si trova in officina al disotto della vettura sorretta dalla piattaforma di
sollevamento. <<E da quando non hai più notizie della tua
famiglia?>>, gli chiede Aldo Ferretti a bassa voce, che ha assunto questo
ragazzo come apprendista da circa un mese, capitato nella sua cittadina per un
puro caso, ma di cui ogni tanto vorrebbe sapere qualcosa di più, anche solo per
metterlo maggiormente a suo agio. <<Due, o tre mesi>>, risponde
Niocke parlando senza guardarlo e con un accento stentato, senza smettere di
lavorare, ma senza mostrare alcuna emozione apparente. Aldo comprende che non
deve essere facile avere diciassette anni così, e ritrovarsi in qualche parte
del mondo a compiere delle attività che servono soltanto alla propria
sopravvivenza, senza nessuno intorno a sé a cui affezionarsi davvero. Lo hanno
portato da lui alcuni responsabili di un centro di accoglienza per immigrati di
età minorile, attiva in una diversa cittadina poco distante, e Niocke,
immigrato dal Senegal chissà in quale maniera e con quante sofferenze, in pochissimo
tempo si è trovato proiettato in questa modesta officina di provincia per
compiere le poche cose che aveva imparato in qualche maniera nella sua Nazione,
e che qui riesce comunque ad esercitare senza troppi dubbi ed errori. Forse è
un po’ poco per farlo affezionare davvero al mestiere di meccanico, ma in ogni
caso lui sembra metterci impegno, anche se il motivo di molti tra tutti i gesti
che compie non riesce ancora neppure a comprenderli.
Aldo nei
suoi confronti ha cercato inizialmente di tenere un comportamento da duro,
tipo: <<ti dico cosa fare, e tu lo fai>>, ma in pochi giorni si è
subito ammorbidito, considerando la situazione di un immigrato come questo
ragazzo non certo facile. Ovvio, gli sta insegnando qualcosa, e Niocke poco per
volta incorpora nelle sue mani quelle istruzioni che gli vengono date, anche se
già sapeva come funziona un motore, a cosa servono certi ingranaggi, come si
trattano poi alcune parti. La sua pelle è scura, e inizialmente qualcuno tra i
tanti clienti dell’officina aveva avuto da sorridere trovandolo lì a lavorare
con Aldo, come se non fosse all’altezza per svolgere le funzioni di cui era
stato incaricato. Al Ferretti però non importa affatto di quello che possono
pensare i suoi compaesani di questo ragazzo e dell’opinione che certe volte
mostrano di avere tutti quanti su queste persone immigrate dall’Africa: a lui
serviva un apprendista nella sua officina, e adesso è lì, che lavora con lui, e
divide la sua giornata composta semplicemente da chiavi inglesi, da grasso per
ingranaggi, dal montaggio e dallo smontaggio di piccoli e grandi elementi che
costituiscono ogni apparato, e lo fa in silenzio, senza commentare mai nulla,
apprezzando ciò con cui prende dimestichezza poco per volta, come se non ci
fosse altra strada di fronte a sé, se non quella di impegnarsi a fondo in ogni
gesto richiesto, e lui fosse intenzionato a percorrere tutta la via, senza
distrarsi.
Il sindaco del paese si chiama
Ettore Rimonti e possiede una vecchia Ford duemila diesel, tanto che ogni tre o
quattro mesi passa dall’officina del Ferretti per farla revisionare e mettere a
punto. Quando si accorge che c’è quel ragazzo di colore a lavorare con Aldo, si
interessa subito di lui, naturalmente sapeva già della sua presenza in paese,
ma adesso che lo conosce direttamente sembra contento, e così gli rivolge
qualche domanda, complimentandosi con il capo-officina del fatto di aver preso
un apprendista così giovane e sveglio. Poi dice qualcosa ad alta voce di suo
figlio, sottolineando che ha quasi la medesima età di Niocke, e del fatto che
gioca al pallone in una squadra locale, e che forse potrebbe dare una mano al
giovane operaio per fargli conoscere gli altri ragazzi della propria squadra.
Niocke, con un po’ di fatica, comprende perfettamente alla fine ciò che gli si
sta offrendo, e così spiega con parole stentate che durante la domenica
successiva sarà sicuramente presente all’allenamento che si terrà nel campo di
calcio poco distante. Il sindaco gli batte una mano sopra la spalla, gli
sorride, e poi, quando va via, conferma che avvertirà di tutto quanto suo
figlio.
Quindi riprende a lavorare in
silenzio, e a fine giornata insieme al Ferretti rimette al suo posto tutti gli
utensili usati dai due, facendo anche un po' di pulizia sui pavimenti dell’ambiente
e sul piano del bancone dove si maneggiano gli organi più piccoli. Quando sta
per salutare il suo datore di lavoro, Aldo gli dice in due parole che è una
buona opportunità quella che gli ha offerto il sindaco, considerando che è una
persona influente, con tante conoscenze in qualsiasi settore. Niocke annuisce;
grazie, dice senza mostrare apparenti emozioni, ma quando se ne va per
rientrare nel suo dormitorio, ha voglia di sorridere, forse per la prima volta,
da tanto tempo a questa parte.
Bruno Magnolfi
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