Lui si reputa una persona
semplice, uno che bada alle cose essenziali, senza farsi mai attrarre dai
contorcimenti mentali che vanno tanto di moda per qualcuno di sua conoscenza.
Lavora da sempre in un’azienda agricola poco lontano dal paese, e nel poco
tempo libero che si ritrova disponibile si siede in un locale senza pretese e
butta giù un bicchiere di vino insieme ad altri operai come lui, all’ora serale
in cui le attività in campagna normalmente vengono sospese. Poi torna a casa,
perché tra tutti i suoi pensieri è la famiglia quello che ha sempre avuto una
posizione centrale. Non parla molto, gli piace scambiare con sua moglie
soltanto alcune parole essenziali, quelle che sono in grado di dimostrare da
sole già molto dell’umore che regna nella propria mente, e che sono capaci, con
delle semplici domande poste a sua moglie, di evidenziare ciò che magari sta
girando anche in quella di lei. <<Ho incontrato Leo>>, dice
parlando di un conoscente da cui poco tempo fa loro due hanno acquistato una
bella automobile, ma di seconda mano. <<Ha detto che questa macchina ha
sempre fatto un piccolo rumore strano ogni tanto, e che non ci sia niente di
cui preoccuparsi>>. Teresa annuisce, lei ha conseguito da ragazza la
patente di guida, che poi ha anche rinnovato, però ha sempre preferito lasciare
a suo marito il compito di occuparsi della vettura di famiglia e anche della
sua conduzione, specialmente quando capita di fare qualche giro assieme durante
la domenica, oppure quando devono andare ad acquistare qualcosa nella città più
vicina. <<In ogni caso sarà bene parlarne con Aldo dell’officina, e
sentire che cosa ne pensa>>.
Poi ognuno rientra nel proprio
silenzio, almeno fino a quando torna a casa anche Antonio. Lui normalmente non
parla con nessuno, meno che mai con qualcuno in famiglia, e gli unici scambi di
occhiate con sua sorella sono soltanto per dire di sì, oppure di no, quando lei
gli chiede per esempio se stasera desidera mettersi a tavola con loro, oppure
portare il suo piatto nella propria stanzetta, e restarsene lì, da solo, come ultimamente
sembra preferire. Carlo non si riferisce mai a lui, e prosegue perennemente a
fingere di abitare in quella casa soltanto in due, lui e sua moglie. Di fatto
non riesce a concepire la mancanza completa di attività utili per Antonio, se
non quel girellare assurdo per tutto il giorno tra le strade del paese, con le
uniche soste, certe volte anche piuttosto prolungate, nei locali della
biblioteca. Secondo Carlo lui è furbo ed intelligente, e con facilità prende in
giro chiunque, al punto da giocare al personaggio del matto pur di non
occuparsi di nulla, se non di quei libri che prende in prestito e che sembra
proprio leggere tutti dall’inizio alla fine, blaterando tra sé che dobbiamo
impegnarsi tutti quanti per migliorare il futuro. Teresa su questo non si
esprime, cercando continuamente la mediazione migliore tra loro due, senza mai lamentarsi
di niente, quasi con indifferenza a tutto, lei si occupa della casa e che porta
avanti un lavoretto di sarta che svolge tra le mura domestiche, autonomamente,
e in genere soltanto la mattina.
Quei pochi soldi che hanno avuto
in eredità dalla loro mamma, Teresa e suo fratello, naturalmente li gestisce
tutti lei, ed anche se tiene fede a ciò che aveva promesso a sua madre sul
letto di morte, cioè di occuparsi in prima persona del suo fratello più
sfortunato, di fatto si è fatta un conticino in banca soltanto a proprio nome,
e da lì comunque cerca di non ritirare mai nessuna cifra, come fosse quasi una
dote, oppure una riserva, o anche una garanzia per il futuro, qualsiasi esso
sia, di cui usufruire solamente nel caso in cui Antonio ne dimostri l’effettiva
necessità. È evidente che anche su questo aspetto Carlo non sia affatto
d’accordo, anche se si vede costretto ad accettare almeno per adesso questa
soluzione, nonostante ogni tanto torni a dire che se potesse spendere almeno
qualcosa di quei contanti, le faccende di casa sarebbero migliori. <<Per
esempio, avremmo potuto acquistare una macchina nuova, invece di accontentarci
di questa già usata>>, dice in modo che il suo punto di vista appaia chiaro
sia a Teresa che ad Antonio. I motivi per sollevare delle questioni in famiglia
perciò sono molteplici, ed è evidente così che sia il marito che la moglie,
quando sono assieme, si trovino ad esprimere il minimo delle parole possibili
tra di loro, proprio perché si rendono conto ambedue di muoversi su un piccolo
campo minato, pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Nell’osteria che frequenta solitamente
Carlo, tutti sanno quali siano i pensieri che affliggono questo brav’uomo,
anche se c’è sempre qualcuno di loro che tra una bevuta e l’altra inserisce qualche
piccola uscita di sarcasmo, che lui generalmente fa scivolare via con la
propria bonarietà e tolleranza. Però è nel momento in cui giunge qualcuno a
ricordargli che poco distante c’è il solito Toni Boi ad urlare contro i suoi
compaesani, che Carlo Verdini si sente montare di nuovo il sangue al cervello:
<<Qualche volta lo strangolo, quello lì>>, dice tra i denti, anche
se nessuno dà retta a queste parole.
Bruno Magnolfi
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