Può darsi delle volte che lei durante la notte si alzi dal letto, vada in
cucina, si versi un po' d'acqua da bere, e osservi fuori dalla finestra le luci
dei lampioni lungo la strada, restando come colpita da quel chiarore rosato
nell'aria dato dalle lampade del casello autostradale poco lontano, osservando
tutto quanto dal suo piccolo appartamento periferico dove si è ritrovata alla
fine ad abitare da sola, senza neppure il conforto di una vista migliore.
Qualche volta si guarda allo specchio nella sua camera: si trova ancora in
forma, un bel figurino, la faccia ancora da giovinetta, ma poi sorride e
trascorre le sue serate a guardare qualche programma trasmesso in televisione.
Può darsi che ci sia un suo vicino di casa che qualche volta l'osserva
mentre lei passa velocemente lungo il cortile: la saluta cortesemente quando la
incontra, e lei gli risponde alla stessa maniera, ma sempre senza mai incoraggiarlo,
perché ogni volta che cammina sopra quel selciato polveroso, sente in qualche
modo che il suo vicino è lì, da qualche parte, forse alla finestra, la sta guardando,
probabilmente fa pure delle congetture di qualche tipo sopra di lei, e chissà con
il pensiero fino dove sia già riuscito a spingersi, se ci riflette davvero non
osa neppure pensarlo.
Può darsi poi che lei ami questa sua solitudine, specialmente alla domenica
quando non deve andare neppure a lavorare. Guarda la sua casa, il frigorifero,
sa di avere tutto ciò che le serve per trascorrere una giornata come si deve.
Poi prova qualche vecchio vestito, mi sta ancora bene pensa, prima o dopo ci
sarà l'occasione per metterlo ancora. La
sua cucina è pulita, tutto è in ordine, si può permettere di stare seduta a
leggere un libro o a pensare qualcosa, a pensare che magari questa sua vita di
adesso più o meno è forse la stessa di quella che in qualche modo ha sempre
desiderato.
Può darsi che lei ogni tanto esca con una sua amica, vada ad un cinema, per
esempio, ma più volentieri in giro per la città a visitare negozi e a guardare
vetrine; parlare del più e del meno, lasciare che i suoi pensieri sgorghino
senza ritegno tramite le parole, come se ci fosse una strada aperta, diritta,
forse un modo per sfogarsi del tutto fino a sentirsi migliore; poi però si
sente sempre un po' stringere il cuore quando torna da sola con l'autobus verso
il suo appartamento. Non c'è niente di male, ha fatto un po' tardi, non c'è
neppure il suo vicino a guardarla rientrare.
Può darsi che il giorno seguente provi una grande fatica per alzarsi ed
andare al lavoro. Dà un'occhiata a quell'alba rosata fuori dalla finestra della
cucina, mentre si prepara qualcosa per colazione, e non riesce neppure a
distinguere se è il sole che sorge o sono ancora i lampioni della notte lungo
l'autostrada poco lontano; sa solo che ha di fronte una giornata intera da
vivere, e che tornerà con i piedi ormai gonfi, stanca, sfinita, e magari ci
sarà ancora il vicino di casa a guardarla mentre passa svelta lungo quegli
ultimi metri. Forse lei stasera lo saluterà con un'enfasi maggiore di qualsiasi
altra volta, pensa per scherzo; si fermerà un attimo con lui per dirgli
qualcosa, magari soltanto per fargli presente che non vede l'ora di farsi un
caffè, di gustarlo con tutta la calma e la tranquillità ritrovata, e può pure darsi
che gli chieda se gli va di prenderne una tazza anche a lui.
Bruno Magnolfi
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