Qualche volta Mauro sembra nervoso, abbassa la testa, sembra quasi altrove,
perso in pensieri indecifrabili dei quali forse è più una vittima che un vero
attore. Ed anche se provi a chiedergli qualcosa, generalmente lui risponde a
monosillabi, quasi sottovoce, scansando vistosamente ogni possibile replica che
ognuno in fondo potrebbe tranquillamente contrapporgli. Tutti dicono di lui che
nell’insieme sia una gran brava persona, però porta con sé qualcosa di strano,
di indefinibile, come se dentro se stesso ogni tanto ci fosse un altro
individuo dalle caratteristiche completamente diverse da quelle che normalmente
appaiono agli altri.
Qualche volta qualcuno degli amici dopo il lavoro paga un caffè o una
bevuta a Mauro, generalmente nella solita birreria che frequentano tutti i
ragazzi di questo quartiere. Lui è un tipo che quasi sempre sa stare con gli
altri, dice spesso delle battute con la sua espressione da serio, sta al gioco,
e tutti in fondo lo seguono, ridono di gusto, gli battono a volte una mano
sopra le spalle. Non è un vero e proprio spiritoso, uno che cerca sempre e in
qualsiasi caso di far ridere gli altri, però riesce spesso a mettere, dove in
genere manca, la parola giusta e divertente in mezzo a tante chiacchiere poco
significative, e chi lo frequenta in fondo cerca proprio di tirar fuori da lui
quelle cose.
Qualche volta di Mauro si dice che abbia delle idee un poco strane: sembra
addirittura che quando lui torna a casa, come tutti quanti dopo il lavoro, al
contrario degli altri si interessi però di argomenti che poi non tira mai fuori
in altre occasioni, e anche se a nessuno questo aspetto riguarda, visto che in
fondo lui è libero di fare quello che crede, per alcuni questa faccenda appare
sufficiente per giudicarlo uno strano, sfuggente, diverso da tutti, forse anche
ambiguo.
Qualche volta capita a Mauro che qualcuno dei ragazzi cerchi di evitarlo in
maniera evidente, ma non per una vera e propria cattiveria, quanto forse per
timidezza, per cercare di non cadere nel tranello di non sapere poi cosa
dirgli, o di non riuscire a rispondere alle domande che lui a volte pone, in
molti casi anche senza preavviso. Pare buffo all’improvviso ritrovarsi da soli
con Mauro: se parla delle sue cose è sempre difficile riuscire a seguirlo, se
provi a parlargli di altro, non sei mai sicuro d’essere capace di interessarlo
davvero.
Qualche volta Mauro prende di colpo e dice che se ne va, magari lasciando
tutti gli altri proprio sul più bello, e per qualcuno questo comportamento
qualche volta è sembrato vagamente offensivo. Nessuno ce l’ha veramente con
lui, però qualcuno dice che una lezione in questo caso forse non sarebbe
sbagliata, giusto per fargli capire che gli amici vanno comunque rispettati, e
quando sono tutti insieme non si può tagliare la corda come qualche volta fa
lui.
Qualche volta Mauro passerà un guaio, dicono da un po’ di tempo in diversi;
capiterà che qualcuno lo aspetti da qualche parte buia fuori dal bar dove vanno
tutti, e magari gli dia addosso con un bel bastone di legno. In quel momento
forse lui si ricorderà all’improvviso di non essere mai stato del tutto al
gioco degli altri, di aver coltivato nell’ombra qualcosa di diverso da tutti,
di aver cercato di tradire gli amici, i colleghi, i compagni di lavoro; perché
queste in fondo sono le persone che gli vogliono bene, e sono anche le stesse a
cui, per lo stesso esatto motivo, lui deve voler bene per forza.
Bruno Magnolfi
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