Devo impegnarmi a fondo per essere maggiormente determinato, pensa Gino
durante quel primo giorno in cui deve affrontare la sua nuova occupazione come
cuoco del ristorante “Il pepe rosa”. Gli hanno detto che non è facile andare
d'accordo con il resto del personale che in quel locale ci lavora già da anni;
e magari, immagina Gino, proprio per questo il vecchio chef se n'è andato; ma
lui, dopo la chiusura definitiva della trattoria dove ha cucinato per per
parecchio tempo, adesso si trova nell’impellente bisogno di passare il più
presto possibile ad un'altra occupazione. Ha notato durante il colloquio ed il
sopralluogo alla cucina con il proprietario, che tra tutti c'è una cameriera di mezza età
sicuramente antipatica e piena di sé, con la quale si è sentito subito fuori
sintonia, gli è bastato appena uno sguardo, un sorriso forzato, una frettolosa
presentazione: partirò mettendo subito lei al proprio posto, pensa adesso, e poi
con il resto del personale cercherò di fare subito il duro, anche se adesso la
preoccupazione è indubbiamente per tutto l’insieme, magari persino quella di
non essere perfettamente all'altezza del tipo di locale, peraltro molto diverso
da quello in cui ero abituato, con una clientela differente, con modi estremamente
diversi di lavorare.
Gino poi si sente in tensione anche per altre cose: ha già studiato a fondo
i nuovi menù da proporre in questo ristorante, li ha caldeggiati al
proprietario come senz’altro molto attuali e di moda, proprio per fare bella
figura, ma questi in fondo si è mostrato scettico anche se solo in parte,
perché se da un lato ha fatto il generoso ed il disponibile a parole, di fatto
poi ha cambiato e rifiutato diverse proposte tra i suoi piatti, anche se tutte
le variazioni che gli ha fatto apportare sono risultate alla fine non troppo
importanti. Devo mostrarmi subito deciso in quello che faccio e che voglio far
fare agli altri, ha pensato Gino mentre si è sistemato addosso il cappello e il
grembiule. Non devo concedere alcuna confidenza a nessuno, ha pensato ancora:
solo lavorare a testa bassa e nient'altro. Poi si è sentito osservato mentre
tirava fuori le padelle e sistemava il resto; ma in fondo è normale, dobbiamo
giungere a lavorare come in un meccanismo perfetto, evitando ogni sotterfugio;
ed io devo soltanto cercare di essere fermo e deciso con tutto il resto del
personale, nessuno escluso.
La cameriera di mezza età, che quasi gli sembra il parafulmine del suo
bisogno di autoritarismo, ad un certo punto però lo ha guardato con
determinazione: lui ha già sistemato parecchie delle cose che vuole portare
avanti al meglio delle sue possibilità, ma lei attende semplicemente il
completamento della comanda per il tavolo sette. Gino si sente osservato, è
quasi in difficoltà, mescola in fretta un
sugo sopra ai fornelli, controlla qualcosa nel forno, gira tra i piani di
cottura e quelli di acciaio dove si preparano le cose da cucinare, e alla fine
si volta con falsa decisione verso di lei: non ci sono problemi, le dice,
soltanto un attimo e tutto sarà pronto. Lo so, risponde la cameriera con un
sorriso, ne ho già parlato anche con gli altri: sarà nostro compito trovare il
modo per lavorare stasera e ogni altro giorno in perfetta sintonia; per noi non
ci sono problemi, e comunque se mai ci fossero, vogliamo affrontarli insieme,
come una vera e propria squadra, perché abbiamo una piena e completa fiducia
nel nostro nuovo chef, che al “Pepe rosa” è senz’altro il benvenuto.
Bruno Magnolfi
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