Sono
tutti così, magari ti stanno apparentemente a guardare, ma in realtà neppure ti
vedono. L’anziana donna si lamenta con la sua vicina: mi hanno dato una spinta
mentre camminavo sul marciapiede, sono caduta in mezzo a diverse persone che
fortunatamente mi hanno soccorsa, e così ho potuto rialzarmi, solo una
sbucciatura sopra un ginocchio, niente di grave, anche se adesso ho paura,
paura di quelle persone che si nascondono in mezzo agli altri, e pensano
soltanto a se stessi.
La
vicina la guarda in silenzio, con espressione incredula riflette tra sé che di
una vecchia così non se ne fa niente nessuno, ed a lei perlomeno, che è di
molti anni più giovane, sembra soltanto un fastidio, e magari vorrebbe semplicemente
avere quei soldi che tutti qui sanno che tiene nascosti da qualche parte, ed
essere finalmente a posto, felice di spendere e di togliersi qualche
soddisfazione, non come lei che non sa neppure come impiegarli. Però annuisce,
l’osserva, dice soltanto che oggi non ci si può fidare di niente, tutto è
diventato uno schifo, e l’indifferenza regna sovrana, poi la saluta.
Anche
l’anziana saluta, si ritira nel suo appartamento, ma dopo poco torna a suonare
il campanello della sua vicina. Volevo farle un regalo, dice, ma non riesco a
pensare niente che possa davvero servirle, così le ho portato una busta con
qualche risparmio che tengo in casa, in fondo ad un cassetto qualsiasi. La
vicina la guarda quasi incredula, accetta quel dono con grandi espressioni di
ringraziamento, ma solo quando ha richiuso la porta si accorge che dentro la
busta ci sono soltanto pochi soldi, qualche banconota che lascia praticamente
il tempo che trova, senza cambiare di un millimetro le cose come sono.
Si
sente quasi offesa, quella vicina di casa, vorrebbe andare a bussare a sua
volta la porta alla vecchia, dirle che può tenerli i suoi spiccioli, non è di
questi che lei sente il bisogno, con una famiglia da mandare avanti e tutti i
problemi che ha, e non prova certo la voglia di ringraziare qualcuno per
un’elemosina. Ma poi alla fine pensa bene di tenere la busta, decide soltanto
che visto il tipo di gratitudine di quella vecchia per tutte quelle volte che
lei si ferma ad ascoltare quei suoi discorsi e a darle un sostegno morale,
eviterà d’ora in avanti di perdere con lei ancora del tempo.
L’anziana
signora più tardi torna ad uscire dal suo appartamento per andare ad acquistare
qualcosa, scende le scale condominiali, incrocia proprio sul portone la sua
vicina di casa che è scesa per chiamare il figlio più piccolo mentre gioca in
fondo al cortile, le dice che è veramente contenta di avere come dirimpettaia
una persona come lei, una conoscenza preziosa, le spiega, così consapevole dei
veri valori, ma l’altra non l’ascolta neppure. Si volta verso suo figlio che
intanto è corso a raggiungerla, gli prende la piccola mano, getta un’occhiata come
di grande rancore alla vecchia, e poi rientra dentro al palazzo. L’anziana
rimane stupita, ma solo un momento: poi ride, si mette una mano sopra la bocca
e continua a ridere; osserva la sua sbucciatura sopra al ginocchio senza
smettere un attimo solo di ridere. Non c’è niente di male, pensa infine tra sé:
bisogna imparare a conoscerle bene le persone per riuscire davvero a
difendersi.
Bruno
Magnolfi
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