Quando
sto qui tutto il resto diventa per me poco importante. Guardo dalla finestra la
strada che scorre sotto ai miei occhi, ed io resto ferma, immobile accanto ai
vetri, senza alcun motivo per spostarmi da dove mi trovo in questo momento.
Qualche giorno addietro mi sono impegnata a leggere qualcosa per svagarmi, ma
mentre stavo sulla mia poltroncina pensavo che qualcuno nello stesso momento
avrebbe certamente avuto bisogno della mia attenzione. Così, come per intuito,
mi sono alzata, sono tornata a guardare la strada dalla mia finestra, e da
lontano improvvisamente ho visto lui, che camminava tranquillo, con il suo
passo di sempre, forse per venire da me, o forse no. In fretta mi sono ravviata
i capelli, forse avrei avuto anche necessità di cambiarmi d'abito ma non ce
n'era il tempo, perciò mi sono limitata a guardarmi nello specchio ed ho deciso
che andava tutto bene già così, non c'era assolutamente bisogno d'altro.
Ho
riflettuto su come farmi trovare, magari mostrando un semplice moto come di
sorpresa, oppure mostrando una certa indifferenza, e magari fargli presente subito
che avevo fretta, per spiegargli quindi che stavo giusto per uscire, anche se
comunque qualche minuto di tempo per lui l'avrei trovato senza dubbio. Potevo
dire che stavo aspettando appunto qualcun altro, e che tra pochi istanti
avrebbe quindi dovuto andare via; poi però con il leggero accenno di una risata
ho lasciato perdere tutte queste sciocchezze, ed ho pensato che la cosa
migliore era aprirgli la porta con naturalezza, senza spiegare a lui un bel niente.
Mi
sono seduta, ho ripreso in mano il mio libro ed ho aspettato, cercando di
leggere ancora qualche frase. Avvertivo il silenzio attorno a me, ed in tutto
il condominio, per questo ho mosso i piedi, ho cercato io stessa di provocare
qualche rumore, giusto per non sentirmi del tutto sola. Niente, sono trascorsi
molti minuti, forse troppi, senza che non sia accaduto proprio niente. Sono
tornata a guardare dalla finestra e lui non c'era più, sparito chissà dove. Ho
pensato che anch'io adesso avrei dovuto uscire, senza cercarlo evidentemente,
magari per tentare semplicemente di farmi trovare lungo la strada, ma come per
un puro caso. Però, soltanto a pensarci, ho provato una profonda fatica, e così
sono tornata a sedermi sopra la mia poltroncina.
Che
cosa importa tutto questo, ho riflettuto: mi piace starmene qui per conto mio, osservare
gli altri che si affannano nel cercare chissà cosa, ed io che con completa
indifferenza proseguo ad attendere che qualcosa realmente possa accadere, senza
preoccuparmi d’altro, solo di questo. Certe volte ci sono dei rumori in questo
condominio, si sente distintamente qualcuno che magari sta salendo queste
scale, ed io mi aspetto da un momento all’altro che venga suonato proprio il
mio campanello, che si chieda di me, per qualche motivo, che sia arrivato un
conoscente a vedere come sto. Però non è detto che questo accada adesso oppure
un po’ più tardi, in fondo non c’è niente di importante nel corso di una
giornata simile, niente che valga la pena di preoccuparsi per qualcosa da fare,
qualcosa da intraprendere, qualcosa che ci si debba aspettare veramente. Tutti
gli altri in fondo sono là, lungo la strada, e basterebbe che a me venisse la
voglia di allontanarmi dalla finestra e scendere giù per la scala condominiale,
e potrei avere davanti a me tutte le conoscenze che desidero. Se soltanto lo
volessi.
Bruno
Magnolfi
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