Con mio
padre non posso certo essere sempre d’accordo, ed in effetti è già capitato
diverse volte che abbiamo dissentito parecchio su svariati argomenti, e in certi
casi abbiamo anche alzato la voce nel confronto delle nostre diverse opinioni. Però
la distanza dai suoi modi e l’irritazione che avevo mostrato all’inizio, quando
lui aveva presentato al nostro allenatore di calcio quel ragazzo senegalese,
poco per volta tra i miei pensieri è rientrata, e da adesso, anche considerato
il polverone che è venuto fuori persino troppo velocemente dopo l’aggressione
di cui quello è stato vittima, mi sono sentito disposto a cambiare
completamente opinione riguardo la sua integrazione nella nostra squadra, tanto
da mostrarmi contento anche nei confronti dei miei compagni per il suo annunciato
celere rientro a giocare con noi. Che adesso però, prendendo spunto da quei
fatti, si cerchi di organizzare addirittura una manifestazione di piazza per il
sostegno ai migranti, mi sembra del tutto smisurato, e che la capofila di tutto
questo sia proprio mia cugina Sara, sorretta naturalmente da mio padre, mi
appare quasi un’ironia, anche perché non ho ben compreso che ruolo abbia lei nella
faccenda, e per quale motivo preciso si senta all’improvviso una vera paladina
di certe cause, tantopiù che è sempre stata una ragazzina timida e poco incline
a mostrarsi in pubblico e agli altri. Ovviamente mio padre si è mostrato subito
favorevole ad una azione che porti i cittadini di questo paesetto a rendersi
conto di ciò che sta avvenendo tra loro, e soprattutto a prendere una posizione
definita nei confronti del razzismo strisciante che sembra proprio abbia alzato
la testa, ma non ho ancora compreso se l’iniziativa di organizzare un piccolo
corteo di protesta sia partita da lui oppure di Sara.
Poi, mentre
sto tranquillo dentro la corriera, la stessa che noi ragazzi prendiamo ogni
mattina per andare al liceo del vicino capoluogo, mi sento chiamare due volte a
gran voce dalla zona posteriore del mezzo pubblico: il mio nome ridendo è quasi
urlato dentro ai pochi metri cubi d’aria a disposizione, e riferito
esclusivamente a me che mi siedo quasi sempre poco dietro all’autista, nella
parte davanti del vecchio autobus. <<Insomma, verrai anche tu alla
manifestazione?>>, chiede mia cugina, adesso che ne riconosco il timbro, superando
di un balzo ogni sua timidezza e mostrando con una sola domanda di voler
invitare al raduno anche tutti i ragazzi presenti a quell’ora sopra la
corriera. Vorrei quasi risponderle male, farle sapere che non mi piace essere
trattato in questa maniera, però rimango in silenzio, e se fino a questo
momento potevo essere nel dubbio di farmi vedere per strada il giorno pattuito
per quel corteo, improvvisamente decido che non ci andrò mai, e dopo qualche
momento prendo e mi muovo verso Sara per farglielo sapere a distanza
ravvicinata. Lei mi accoglie con un sorriso ironico, e mentre io le dico in due
parole le mie ragioni per non essere del gruppo dei manifestanti, lei sottovoce
mi chiede se per caso avrei anche qualcosa in contrario se lei si fidanzasse
con Niocke. Osservo mia cugina con occhi sbalorditi, deglutisco, poi mi rendo
conto che sta soltanto prendendomi in giro, ma considerato che da lei non mi
aspettavo un comportamento del genere non riesco neppure a prendere una
posizione precisa. Infine, le rispondo: <<Questi sono soltanto fatti tuoi
che a me non riguardano>>, e così torno verso il mio posto sull’autobus,
vicino al guidatore.
Sara mi
lascia perdere, mentre gli altri iniziano a prendere da lei delle informazioni
precise per quello che dovrà accadere nella giornata ormai decisa per gli
accadimenti di piazza. Mi sento completamente confuso. Non avevo mai
considerato troppo mia cugina, e non mi sarei mai aspettato che fosse in grado
di alzare la testa e mostrare una personalità così spiccata, però a parte tutto
il resto sono quasi contento che tutto d’un colpo lei sia cresciuta fino al
punto di imporre in questa maniera sugli altri le proprie idee. Con Nockie non
ho un gran rapporto, nonostante lui giochi al pallone nella mia stessa squadra,
ma devo considerare che è comunque un ragazzo che sa far colpo sulle persone, e
senza neppure dire mai niente di particolare riconosco che riesce a crearsi un
seguito di tutta rilevanza. Non vorrei restare su un piatto della bilancia
assolutamente sconveniente per me e soprattutto non troppo conforme alle mie
idee, però non voglio neppure lasciarmi considerare da tutti come un tipo
qualsiasi senza iniziative particolari e privo soprattutto della personalità
che serve per essere un vero ragazzo della mia età, decisamente all’altezza
della realtà contemporanea.
Quando
scendiamo dalla corriera mi rendo subito conto che tutti stanno ancora parlando
di Nockie e della manifestazione impellente, ma a me non chiede niente nessuno,
così mentre tutto il nostro gruppo sta uscendo dalla stazione ferroviaria, mi
avvicino a Sara, senza guardarla, e solo per farle sapere sottovoce che oramai
ho già deciso: <<Non sarò dalla tua parte>>, le spiego.
<<Però sono contento che qualcosa finalmente si muova nel nostro
paesello>>.
Bruno
Magnolfi
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