Tra tutti i
frequentatori dell’osteria del paese, in diversi prima o dopo hanno avuto a che
fare con i Tornaconti, o perlomeno con i caporali che ingaggiano la manodopera
stagionale che serve per i raccolti della frutta e degli ortaggi durante i vari
periodi dell’anno. Nessuno si è mai sognato di parlare bene di quella famiglia
di proprietari terrieri, anche se in molti ritengono che se in Pian dei Fossi vige
ad oggi un relativo benessere economico è anche grazie alla loro enorme impresa
agricola. Ancora non ha iniziato a circolare tra le case e le strade la notizia
di un loro coinvolgimento pur forse indiretto nell’aggressione ai danni
dell’apprendista di colore del Ferretti, ma siccome ognuno sospetta che le cose
stiano proprio in quella maniera, nessuno stupore probabilmente giungerà tra
quelle persone quando si sarà compreso che i Conti risultano sotto indagine
della Magistratura. Qualcuno probabilmente brinderà per questa notizia, mentre
altri diranno subito che l’economia della zona potrà subire da quei fatti un
serio contraccolpo, e che quindi non può essere assolutamente il caso di
festeggiare per una cosa di quel genere. Poi ci saranno coloro che lavorando tutto
l’anno alle dipendenze dei danarosi fratelli Tornassi, si metteranno silenziosi
e ben ritirati all’interno di un qualche angolo oscuro, senza avere il coraggio
di fornire alcun commento su tutta la vicenda e sul comportamento dei loro
datori di lavoro. Tra questi anche Carlo Verdini, uno degli uomini di fiducia
da sempre di quei Conti, visto che il suo orgoglio di persona che ha fatto una
certa carriera tra quei filari di viti e quelle piante da frutto, verrà senz’altro
messo in forte discussione.
Già pochi minuti dopo la visita
dei Carabinieri presso la Villa padronale, lui ha saputo tutto quanto riguardo l’invito
presso la Caserma per quei chiarimenti doverosi ai fini di appurare alcuni
fatti su cui a breve con ogni probabilità i proprietari saranno indagati persino
più concretamente, e la loro ritrosia nei confronti della Legge ha già fatto
storcere il naso a coloro che mandano avanti con occupazioni di varia natura la
grande casa dei Tornassi, fino ad evidenziare a tutti quanti i dipendenti
dell’impresa agricola il proprio disappunto per dover mascherare alle Forze
dell’Ordine la presenza o meno dei fratelli tra le stanze della Villa. Carlo si
è sentito quasi tradito da quel comportamento appena è stato informato dal
personale di casa per quanto era accaduto, e naturalmente, d’accordo con tutti gli
altri, si è sentito in dovere di non comunicare niente di quanto trapelato tra lo
stretto personale alle dipendenze dei Conti verso qualsiasi estraneo, ivi
compresi anche amici e propri familiari. Naturalmente è tornato in casa propria
ancora più scuro in volto di quanto era apparso nei giorni appena trascorsi, e
alla domanda di sua moglie se gli fosse accaduto qualcosa di particolarmente
spiacevole ha soltanto alzato le spalle senza rispondere alcunché. Il gioco
sotterraneo di voler tenere il più possibile segrete le vicende dei Tornaconti ovviamente
tutti capiscono che è soltanto qualcosa che può essere portato avanti giusto
per un breve lasso di tempo, ma nessuno tra tutti coloro che costituiscono il
personale alle dipendenze dei tre fratelli può permettere di essere il primo a
spettegolare e a far filtrare all’esterno notizie di quel genere.
Teresa non insiste, lascia al
silenzio dei pensieri la possibilità di interpretare il probabile accaduto, e
mentre Antonio, tornato in casa dopo essere andato a salutare Niocke
all’officina ed aver avuto notizia della imminente manifestazione a sostegno
dell’integrazione dei migranti, si sente quasi in dovere, comprendendo lo
scontro in atto tra le parti, di non fare alcun accenno a nessuno in famiglia
di ciò che ha appena saputo, immaginando che tutto quanto sarà presto di
dominio pubblico in paese, con tutto ciò che questo potrà comportare anche per
la propria famiglia. Non è semplice mentre si comprende che le cose si stanno rapidamente
muovendo per tutti restare immobili senza prendere una posizione precisa, ma
Antonio in questo caso se razionalmente immagina sarebbe meglio per lui evitare
di mostrare qualsiasi opinione, dall’altro, in maniera senz’altro più accorata,
si sente desideroso di stare decisamente dalla parte di quella zona debole
della popolazione assoggettata agli eventi e soprattutto ai giochi economici di
una sola famiglia di proprietari privi di scrupoli.
Niocke gli ha spiegato che a
breve verrà organizzato un corteo di ragazzi e di studenti a cui potrà prendere
parte ciascun cittadino che si senta in dovere di manifestare per un
comportamento di tutti più umano e solidale nei confronti di chi arriva da
qualche paese straniero, e Antonio improvvisamente si è sentito sicuro del
fatto che molte persone parteciperanno a questa manifestazione di piazza, e lui
per nessun motivo di qualsiasi natura potrà fare a meno di scendere per strada insieme
a loro. Ma fino a quel momento non affronterà l’argomento con anima viva, ne è
più che certo, come se fosse un evento di alcun peso, insomma di nessuna
importanza.
Bruno Magnolfi
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