Ridono,
quando sono insieme. Gli altri per esempio hanno sempre un'immancabile birra
con cui gingillarsi, ma loro due no, a loro sembra che basti poter stare
all'aria aperta e scambiare le riflessioni più sconclusionate che riescono a
tirar fuori quando si ritrovano. Li guardano ogni tanto, ma in fondo tutti nel
gruppo si sonno abituati al loro comportamento: inizialmente sembrava ironia
quella che mettevano assieme con i loro modi, poi tutti quanti si sono lasciati
convincere che loro due sono proprio fatti così, differenti dagli altri, vicini
ai ragazzi certe volte, ma in tutte le altre occasioni lontanissimi da tutti.
Qualcuno non comprende neppure il perché si facciano vedere quasi ogni giorno
al loro solito posto di ritrovo, anche se spesso arrivano insieme, come qualche
altra volta se ne vanno via insieme. Ma poi all’improvviso uno dei due non si è
più fatto vedere. L’altro si, ma restando sempre ai margini della comitiva.
Difficile
stabilire che cosa sia potuto accadere, anche perché a nessuno sembra
interessare anche soltanto parlarne. Perché questo è il comportamento ufficiale
di fondo: ognuno è padrone di sé, si va e si torna a proprio piacere, nessuna
spiegazione, si respira la libertà a pieni polmoni, anche quella di non
suscitare alcuna curiosità. Si sorseggia la birra e poi basta. Lui dice che
stasera è passato da qui perché non sapeva che fare. Poi ride, come per aver
detto qualcosa di divertente, e gli altri lo guardano un attimo, e buttano giù
un sorso, senza trovare commenti da fare. Soltanto uno su due: in fondo va
bene, visto che quell’uno soltanto riempie un piccolo vuoto, lo stesso che fino
a poco fa riempivano in due. Non ha alcuna importanza cosa possa essere
accaduto, se nessuno ne parla, lo chiede, se nessuno ne ha qualcosa da dire,
vuol dire che va bene così, le variazioni vanno presto ricucite, ridotte in
fretta alla normalità.
In seguito
anche lui non si fa più vedere, ma tutti se lo aspettavano, non c’è niente di
strano, doveva succedere: spesso è solo questione di tempo, poi le cose
assumono poco per volta il comportamento che era stato già immaginato, e così
non c’è proprio niente da aggiungere, era quasi previsto, non c’è da meravigliarsi
di niente. Infine ritornano, tutt’e due, e ridono come niente fosse successo
anche se nessuno dei ragazzi ha voglia di chiedere loro qualcosa. Ci saranno
stati dei buoni motivi, sicuramente, o forse era semplicemente un momento in
cui le cose non potevano andare altrimenti, proprio così, senza mettersi
minimamente di mezzo a preoccuparsi di un qualsiasi comportamento. Invece loro
due adesso parlano, magari ridendo, proprio come sempre, ma in questo momento
sembra abbiano voglia di dire le cose.
“Siamo
contenti di venir qui”, dice uno dei due; “anche se non c’è molto da fare,
oltre a sentirsi insieme, poi ridere, guardare qualcuno che si beve una birra,
o che guarda per terra. Non è molto, però va bene anche così, perché non ci
devono essere dei veri motivi per sentirsi compresi, è già sufficiente stare
seduti sulle sedie all’aperto di questa casa del popolo, e ascoltare qualcuno
che dice una cosa, poi un altro magari che gli risponde, gli altri che restano perennemente
in silenzio, e tutti che non si aspettano niente da questa serata, o da un’altra,
o anche da tutte quelle altre che verranno in futuro. Va bene così, perché nient’altro
è importante.
Bruno
Magnolfi
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