Sono già sufficienti
pochi elementi per veder passare via in un lampo un’intera giornata. Qualcuno
telefona, e spiega o recepisce qualcosa con calma; Sonja memorizza subito il da
farsi, poi si concentra sulla documentazione, sul materiale disponibile, su quello
che può mettere assieme, prendendo appunti, elaborando, dando seguito a fatti e
impressioni, fino a quando si guarda attorno per rendersi conto improvvisamente
che è già persino troppo tardi, perché il tempo è passato molto velocemente, e
forse lei, con una buona dose di responsabilità, ne ha perduto una bella
porzione intorno a qualcosa che magari non aveva neppure tutta questa
importanza. A che serve pensarci sopra, la cosa fondamentale è buttarsi nel
mezzo a quanto si è desiderato da sempre, perché sarà d’improvviso che ogni
sforzo tornerà indietro a restituire una doverosa soddisfazione, quella di
sapere che tutto era assolutamente da compiersi, senza alcun tentennamento.
Certe volte lei
guarda per un attimo la sua ombra sul marciapiede, oppure il riflesso della sua
faccia sopra una vetrina mentre cammina velocemente per strada, e sa che tutto
è concreto, molto di più di ciò che si era potuta mai immaginare. Non cambierà
certo la sua espressione nei prossimi tempi, se anche rimanesse in completa solitudine
a combattere le sue piccole ma necessarie battaglie. Qualcosa la spinge,
continua a spingerla, e lei non si arrende, non considerando dentro di sé
neppure il motivo per farlo: dobbiamo vivere questo presente, osserva certe
volte; con la consapevolezza di tutto quello che la realtà riesce a fornirci.
“Ciao Virginia”, dice poi con un certo piacere alla sua amica che lavora presso
la biblioteca comunale, quando la incontra per caso, o quando va fino da lei
per parlarle. Si conoscono bene fin da quando erano due normali ragazze, ed
adesso, pur con molti distinguo, si sentono quasi alleate nella loro battaglia
per portare il maggior numero di cittadini verso quella cultura in cui credono.
In fondo il loro
lavoro non è troppo dissimile, e ci sono stati dei momenti in cui il piccolo
circolo culturale di cui Sonja da molti anni è la presidente, ha collaborato
con la biblioteca per attivare percorsi di formazione intellettuale sia per i
ragazzi scolarizzati, che per adulti sensibili a certi argomenti. Così si sono
ritrovate più volte dalla stessa parte, a condividere i medesimi sforzi nel
tentativo di rendere tutto migliore. Sullo sfondo proseguono a muoversi,
intorno a loro due, delle scelte che a nessuno tra i loro conoscenti viene mai
in mente di criticare, perché certi ruoli si colgono quando è il momento ed una
volta per tutte, e poi si rimane come invischiati in quel dato personaggio,
praticamente per sempre, senza possibilità di uscire più dalla recita, neppure
volendolo. Loro due si sorridono, conoscono perfettamente il peso della croce
che portano sopra le spalle, ciò nonostante vanno avanti come sempre nei loro
compiti, praticamente impassibili.
“Si potrebbe mettere
a punto un convegno intorno alla presentazione di un bel libro che ho appena
letto sullo sviluppo sociale dei piccoli centri”, dice Sonja con entusiasmo a
Virginia; “un volume molto interessante che è stato da poco pubblicato. Conosco
il curatore del saggio in questione, e lui credo proprio non avrebbe difficoltà
nel venire fino da noi a presentarlo, e poi su questo potremmo restringere
l’argomento fino ad affrontare i dettagli della nostra realtà di paese. Si
potrebbe invitare persino il sindaco a fare un piccolo intervento sulle tante
questioni ancora aperte circa la nostra cittadinanza”. “Va bene” fa l’altra; “magari
vediamoci al circolo per parlarne un po’ meglio, in ogni caso mi pare proprio
un’ottima idea”. Così vanno le cose, pensano ambedue subito dopo i saluti.
Qualcosa dovrà pur decidersi a cambiare una volta o quell’altra, specialmente se
tutti noi iniziamo a riflettere meglio almeno sulle cose importanti.
Bruno Magnolfi
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