Davanti
alle due finestre del suo piccolo appartamento al primo piano dove abita da
sempre, Consuelo può vedere, dal lato opposto dalla strada cittadina, un
piccolo supermercato, un caffè, ed un laboratorio artigianale di bigiotteria.
Sono in quattro a produrre collane ed orecchini là dentro, compreso il
proprietario, e da quasi un anno c’è anche un ragazzo alto e con un’espressione
interessante, che sembra quasi sprecato per stare tutto il giorno sui tavoli da
lavoro a perdere la vista su delle minutaglie. Lei lo ha incontrato qualche tempo
fa al supermercato poco dopo le cinque del pomeriggio, all’ora in cui probabilmente
il laboratorio chiude, e da quello che lui ha acquistato quando ha fatto
passare gli articoli alla cassa, le è parso che fossero tutti generi alimentari
preparati per un’unica porzione, come se lui abitasse da solo insomma,
esattamente come lei. Perciò, senza esagerare, ha scelto diverse altre volte di
recarsi esattamente in quello stesso orario a fare acquisti nel supermercato davanti
casa sua, ed avendolo incontrato di nuovo, proprio come immaginava, l’ultima
volta lo ha quindi salutato con uno dei suoi larghi sorrisi.
Consuelo
fa la segretaria di un anziano commercialista, un lavoro oltremodo noioso e
anche monotono, ma l’orario che rispetta nel suo piccolo ufficio è più o meno
lo stesso del laboratorio di bigiotteria. Certe volte, quando esce di casa al
mattino, si ferma per fare colazione nel minuto locale accanto al supermercato,
ma almeno fino adesso non le è mai capitato di incontrarci anche il ragazzo del
laboratorio. Non è facile trovare l’occasione buona per scambiare due parole
con una persona che sembra peraltro piuttosto riservata, ma lei è una signorina
paziente, e sente che prima o dopo il momento giusto le dovrà pur capitare.
Stasera difatti, quando è tornata a casa dopo il lavoro, si è fermata per
l’ennesima volta ad acquistare qualcosa nel supermercato, e sopra al
marciapiede prima di entrare, mentre stava uscendo dalla bigiotteria, ecco che
arriva proprio lui, quasi scontrandosi con Consuelo. “Buonasera”, fa lei
soffermandosi con il suo sorriso, e lui, che appare confuso e forse intimidito,
la saluta a sua volta, ma con modi leggermente buffi ed impacciati. “Ci siamo
già incontrati altre volte al supermercato, mi pare”, dice lei cercando di dare
un seguito a quel momento fortunato. “Già”, fa lui; “si potrebbe festeggiare
l’avvenimento”, gli scappa di dire.
Così
vanno nel bar a fare due chiacchiere e a prendersi un caffè seduti ad uno dei
tre tavolini del locale, poi si infilano dentro al supermercato per acquistare
qualcosa per la cena, ed infine vanno a casa di Consuelo per cucinare qualcosa
e mangiare assieme. Non c’è niente di male, pensa lei adesso: è soltanto una
conoscenza da perfezionare, forse un’amicizia in formazione, uno scambiarsi
idee e riflessioni che possono anche mostrare delle affinità utili e carine.
“Sono sola”, dice lei senza mezzi termini. E lui sorridendo risponde solamente:
“anche per me è così in questo momento”. Il futuro può essere davvero tutto da
definire per loro due, le cose possono diventare rapidamente serie e durature,
e i loro pensieri difatti marciano veloci, l’intensità che impiegano nel darsi
le risposte e nel formulare piccole domande, mai troppo dirette o pesanti, mostrano
subito di valutare molto quell’incontro così casuale, ed evidentemente anche
ciò che ne potrebbe conseguire.
Infine
lui va via, la ringrazia fortemente e la saluta nella maniera migliore che
conosce, e le garantisce che potranno rivedersi senza dubbio in uno dei giorni che
seguiranno, e casomai lui le suonerà il campanello di casa uscendo dal lavoro.
Consuelo è contenta, le pare che le cose siano andate estremamente bene per ambedue,
e che in futuro ci potranno essere degli sviluppi su cui adesso non vuole
neanche riflettere. Poi lo guarda andare via dalla finestra, lo saluta con la
mano, e d’improvviso però si rende conto, come svegliandosi da un sogno, che in
fondo lei non vuole affatto che qualcuno le venga a rompere di colpo tutti i
suoi equilibri.
Bruno
Magnolfi
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