Il furgone ondeggia come
una barca sulla strada statale deserta, e Corrado lo guida mantenendo la sua
solita velocità moderata a cui ormai si è conformato da anni, anche in
considerazione però delle condizioni imperfette di quell'asfalto, e pure del
fatto che in fondo non ha proprio alcuna fretta. La radio accesa in sottofondo
accompagna come ogni volta questo suo viaggio, anche stavolta con musichette di
moda a cui peraltro non si ritiene minimamente interessato, visto che per lui è
sufficiente la presenza, nell'aria dentro l'abitacolo, di qualcosa che copra
almeno in parte la monotonia del ruggire costante e antipatico del motore del
mezzo, e anche delle ruote che proseguono rumorosamente a rotolare in avanti.
Al prossimo paese si fermerà, accosterà il furgone vicino al negozio degli alimentari
che ha già visitato altre volte, e poi come
sempre, dopo aver parlato e preso accordi con la proprietaria che conosce da
tempo, scaricherà la fornitura quindicinale da lei richiesta di latticini e di
formaggi.
È il suo lavoro quello
che porta avanti, lo stesso che gli ha permesso di mantenere in piedi la sua
famiglia fino ad oggi, e che a Corrado comunque è sempre piaciuto: guidare,
parlare con le persone, creare relazioni, continuamente convincere qualcuno
della bontà dei prodotti che porta in giro dentro al suo furgone. Poi però si
ferma ad un distributore di carburanti, mette gasolio dentro al serbatoio quasi
vuoto, e quindi si prende un caffè nel piccolo ristoro di fianco alle pompe.
C'è una ragazza adesso dietro al banco, una che lui non conosce: "buongiorno",
le fa, "anche se il cielo oggi è un po' grigio". "Non
importa", fa lei con un largo sorriso; "la giornata può essere
bellissima comunque". Gli piace a Corrado quella filosofia così ottimista,
perciò si siede al bancone per osservare anche meglio la persona che lo sta
servendo.
"Periodo fiacco
questo", fa lui tanto per dire qualcosa. "Non saprei", gli
risponde con malcelata indifferenza la ragazza, "sono qui solamente da una
settimana". Ci sono individui ai quali riesce facilmente mostrare un'espressione
facciale notevolmente appropriata ad ogni cosa che dicono, pensa Corrado; e
questa barista è esattamente una persona così. "Mi piace trovare in giro
ogni tanto dei cambiamenti", fa lui mentre mescola lo zucchero della
bustina dentro al suo caffè. "Giro spesso da queste parti con il mio
furgone, ma vedere sempre le medesime facce a volte mi dà un po' di tristezza,
come se non succedesse mai niente di nuovo". "Capisco", fa
subito lei; "ma sono qui soltanto per un breve periodo, una sostituzione forse
di un paio di mesi in tutto, ecco; poi tornerò in città per riprendere a
studiare recitazione". "Perbacco", fa lui, "un'attrice in
formazione; non capita spesso di trovarsi di fronte qualcuno così". Lei
adesso non sorride più, alza soltanto le sopracciglia appena per un attimo
mentre lo guarda fisso, quasi per dire che non sono tutte rose e fiori come si
potrebbe facilmente immaginare. Lui è meravigliato da quella maniera di esprimersi
senza dire neppure una parola, così sottolinea soltanto che comprende
perfettamente. Infine lei inizia a sistemare delle bibite sotto al bancone, e
Corrado sente che il suo lavoro lo sta già richiamando al proprio dovere.
“Arrivederci allora”, le
dice mentre mette i soldi sul piano di legno. “Spero davvero di rivederla,
magari quando avrò minore fretta”. La ragazza allora lo guarda un istante,
strizza gli occhi come per lasciargli un saluto, ed alla fine dice soltanto:
“il vero palcoscenico comunque è qui, in mezzo a noi, ed ogni giorno siamo
chiamati a recitare una parte, che ci piaccia o meno”. Lui sorride, apre la
porta, ed una volta con i piedi sopra al piazzale, pensa subito che
sia proprio così, e che quel giudizio sia
veramente perfetto, tanto che tra poco per lui ci
sarà tutta la necessità di dimostrare una volta di più, anche soltanto con i
gesti, la bontà e la qualità dei suoi formaggi.
Bruno Magnolfi
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