"Mi sento depresso", fa
Toni mentre sembra quasi rilasciare tutti i suoi muscoli sistemandosi
comodamente sopra una delle sedie poste quasi a cerchio. Degli altri presenti
dentro la stanza qualcuno volge per un momento lo sguardo su di lui, ma qualcun
altro sembra ignorarlo del tutto, oppure semplicemente fingere al momento di
ignorarlo, sia nei modi o nell’espressione che lui ostenta, che in quelle sue stesse
parole. Nessuno difatti sembra abbia niente da chiedere in questo momento,
anche se quello che è stato affermato appare in modo evidente come necessiti
almeno di un chiarimento o di una spiegazione ulteriore da parte di Toni.
"Dopo la separazione stavo quasi bene", riprende difatti lui quasi
svogliatamente; "forse mi annoiavo appena un po', da solo come mi ero
ritrovato in quei momenti, ed è proprio per questo motivo nella sostanza che mi
sono iscritto a questo gruppo, per farmi degli amici nuovi, per conoscere persone
che si trovassero nella mia stessa situazione". Gli altri lo guardano,
fino a qui non c'è niente di storto in ciò che dice Toni, nessuno lo
interrompe, nessuno ha niente da ridire. "Poi però ho capito che venire per
due volte alla settimana ad ascoltare i vostri problemi e a raccontarvi per
filo e per segno tutte le mie cose, è soltanto un segno di profonda debolezza,
ed anche se fino adesso ho cercato di allontanare da me questo pensiero, di
fatto non mi è più uscito dalla testa, ed adesso questo pungolo sembra
deprimermi sempre di più".
Il moderatore di turno a questo
punto dovrebbe prendere la parola, ma invece di dire qualcosa per
tranquillizzare Toni in qualche modo, dice soltanto: "è comprensibile, è
tutto assolutamente comprensibile", parlando come bofonchiasse qualcosa
tra di sé. Gli altri appaiono perplessi: non soltanto da queste parole pare che
il loro incontrarsi non sia positivo come credevano fino adesso, ma addirittura
sembra, da tutto ciò che ognuno ha appena ascoltato, che scambiare con gli
altri le proprie difficoltà, inserisca nelle menti del gruppo dei nuovi e più
gravi problemi, tanto da farne un’attività deprecabile, qualcosa addirittura da
cercare di evitare. A molti sembrava piuttosto utile e carino confrontare la propria
quotidianità con altri mariti separati, e per alcuni, specialmente agli inizi,
tutto quanto era apparso come un valido sostegno alle loro personalità così
traballanti in quei momenti difficili, e spesso prive di un vero appoggio
morale. Diversi di loro perciò in questo attimo preciso vorrebbero non aver
ascoltato per niente le parole di Toni, e ad altri forse avrebbe fatto più piacere
che lui non si fosse neppure presentato stasera a portare tra di loro un
disfattismo di questo genere; ma per ultima opinione, forse generale, per tutti
la colpa adesso è proprio di Toni, che non riesce ad approfittare nella maniera
più adeguata dell’opportunità che gli viene offerta per ben due volte alla
settimana.
Per questo nessuno dopo di lui
prende la parola, come se l’argomento per gli altri fosse già archiviato, fuori
dai veri temi che il gruppo ha davvero intenzione di affrontare. Toni guarda
tutti quasi stupito di quel silenzio, saggiando un vuoto di opinioni che sembra
indicare soltanto un auto isolamento da parte sua, un tirarsi fuori dai
ragionamenti seri che gli altri intendono affrontare oggi come ogni volta,
senza lasciar inserire in quelle serate qualcosa che non è adatto, è
fuorviante, una problematica che può solo aspirare a rimanere fuori dalle loro
riflessioni. Il moderatore adesso lo guarda, sembra quasi volerlo rimproverare
con la sua espressione seria, ed in fondo evidenzia, con il suo silenzio,
l’opinione generale che si snoda in aria come il respiro. Poi Toni si alza,
torna ad indossare la sua giacca, ed infine se ne va, senza neppure salutare.
Bruno Magnolfi
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