Il
sibilo era forte, insinuante. Nel silenzio dell’aperta campagna a tratti pareva
un urlo, un richiamo di pericolo. Inutile chiudersi le orecchie, il sibilo
c’era comunque, pur non lasciando capire in alcun modo la direzione di
provenienza. Fuori il vento a grandi folate spazzava l’erba rada e gli alberi
scheletrici, ma pur mescolandosi assieme, e qualche volta coprendolo, non era
quello il rumore insolito.
Roberto aveva
continuato a lungo ad osservare il fuoco del caminetto. Era andato fin lì, in
quella casa, per rimanere qualche giorno da solo, riflettere sulle sue cose e
prendere una decisione. Ma tutto adesso gli sembrava ancora più confuso,
difficile da capire, e quella solitudine, quella natura inquietante, quell’urlo,
gli parevano elementi di un insieme che gli suggeriva qualcosa, ma in maniera
sfuggente, incomprensibile.
Era uscito
fuori solo per andare nella legnaia, e il sibilo era lì attorno, da qualche
parte vicina. Aveva guardato oltre la siepe di recinzione le fioche luci della
strada che portava fino alla casa, e tutto gli era parso spettrale, come se le
cose avessero perso la loro concretezza. Il nevischio insistente punteggiava di
freddo gli occhi e la faccia, le sue mani erano bianche, e pareva non ci fosse
nessun’altra persona in tutta la zona. Gli piaceva a Roberto dover fare
affidamento soltanto su ciò che era capace di fare da solo, ma all’improvviso
tutto era inutile, ogni cosa era meccanica, anche i suoi stessi pensieri, tanto
valeva smettere di tormentarsi.
Poi gli venne
un’idea, prese una torcia elettrica, indossò un giaccone pesante, un paio di
guanti e uscì di nuovo, alla ricerca del sibilo. Camminò lungo la strada
deserta, inseguendo una semplice impressione, poi prese un viottolo che serpeggiava
nel bosco. Percorse circa un chilometro con l’affanno sempre più forte per via
della leggera salita, poi, quando raggiunse la cima brulla della collina, si
fermò per riprendere fiato. Non c’era
niente lassù, soltanto quel senso pauroso di nulla, un punto di luce e calore
disperso in una natura più forte, al di sopra di qualsiasi possibilità.
Gli venne voglia di correre tornando indietro,
e quando cadde inciampando in una radice, qualcosa gli alitò sopra al viso. Non
ebbe paura, ma comprese che quello era il sibilo, quel senso di morte
improvvisa che lo braccava, che cercava di trascinarlo verso di sé,
tagliandogli ogni possibilità di ritorno. Si rimise in piedi, Roberto, con
calma, ritrovò la sua torcia, e pur zoppicando e con qualche graffio, riuscì a
tornarsene a casa, il luogo ideale dove ritrovare fiducia in se stesso e
scommettere ancora sul suo destino.
Bruno
Magnolfi
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