Rino è
sempre stata una brava persona. E’ l’amico più grande che io abbia mai avuto.
Ci sono delle volte che gli telefono: “Ehi Rino, come va?” gli chiedo; e lui mi
risponde con una risata e poi mi chiede se per caso non mi va di raggiungerlo
al bar o a casa sua per bere una birra e stare un po’ insieme: “Passo a
prenderti subito, se vuoi”, dice. Qualche volta gli rispondo di si e allora
vado con lui, in quel suo bar sotto casa, e lui saluta sempre tutti, mi presenta
agli altri e sorride, dice a chiunque cose simpatiche. Poi mi parla di sé,
delle cose che ha fatto quel giorno o in quegli ultimi tempi, e lo fa con un
modo che a me sembra di essere lui, di aver fatto anche io quelle sue stesse
cose.
In tutti questi anni non mi sono mai
sentito veramente da solo, anche se la vita con me è stata un po’ dura; e anche
se si sono presentati dei giorni pesanti, dei periodi in cui tutto è parso
girare per il verso sbagliato, io ho sempre saputo che in qualsiasi momento
avevo la possibilità di rivolgermi a lui, a Rino, e questo per me è sempre
stato di grandissimo aiuto, sufficiente a vedere tutto in maniera più positiva.
A volte mi sono chiesto che cosa se ne faccia Rino di un amico come posso
essere io, e una volta che avevo bevuto un po’ troppo gli ho fatto proprio
questa domanda, gli ho proprio chiesto che cosa gli importasse di me uno
davvero dritto come lui. Lui mi ha guardato, ha bevuto un sorso per schiarirsi
la voce, poi mi ha detto: “Stai scherzando; sono io che mi chiedo cosa farei
senza di te, perché tu hai una forza dentro che gli altri non hanno, solo che
per te è una cosa naturale, non te ne puoi neanche rendere conto…”. Io non l’ho
preso sul serio, però quella risposta mi è molto piaciuta, perché se c’è una
cosa di cui soffro è il fatto di non poter essere utile agli altri, anzi di
essere spesso solo un impiccio.
Poi abbiamo fatto un giro con la sua
macchina, abbiamo parlato di tutto e lui mi ha chiesto se per caso avessi
bisogno di qualcosa, qualcosa di particolare in quel periodo, ma io gli ho
detto di no, solo che a volte ero un po’ triste e certi giorni mi parevano
lunghi e pesanti, ma lui mi ha scritto il numero di telefono dove lavora e mi
ha detto che potevo chiamarlo anche lì se per caso fosse arrivato un altro
giorno del genere, così mi sono sentito subito meglio.
E’ stato il giorno seguente, mentre
cercavo di prendere la mia rubrica per scriverci anche quel numero, che come
uno stupido sono andato a cadere per terra, proprio mentre ero in casa da solo,
e la mia carrozzella si è rovesciata andandosi ad incastrare sotto ad un
tavolo, lasciandomi lì, inerte. Ho provato a tirarmi su, ho provato in tutti i
modi, ma con tutti gli sforzi non ci sono riuscito, e mi sono sentito disperato
con le mie maledettissime gambe che non mi aiutavano e mi facevano sentire
inutile a tutto.
E’ stato allora che ho visto vicino a
me quel suo numero, il numero di telefono di Rino, e così mi sono fatto
coraggio, ho pensato a quello che lui avrebbe detto, ho immaginato l’intera
telefonata, e questo mi ha fatto stare meglio, così ho recuperato le forze e
poco alla volta mi sono tirato su. A quel punto gli ho telefonato, quando il
peggio ormai era passato, e gli ho detto tutto quello che era successo, gli ho
detto quello che avevo pensato ed il resto. Rino è rimasto qualche momento in
silenzio, poi mi ha ringraziato, con serietà, e alla fine mi ha detto: “Solo un
amico si può comportare come tu fai con me”, ed io mi sono sentito
migliore.
Bruno
Magnolfi
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