domenica 21 settembre 2025

Grande sollievo.


            Lui è rientrato in casa propria da pochi minuti, si è tolto subito la giacca e la cravatta, poi è andato nel bagno, si è lavato, si è osservato nello specchio, ed infine è tornato in camera da letto; quindi, ha tolto del tutto la camicia che aveva soltanto sbottonato e si è infilato una maglietta più comoda e fresca. Quando è tornato in soggiorno avrebbe avuto voglia quasi di sbuffare per quel sentirsi sempre impegnato, quasi incapace di avere del tempo per sé stesso e per la sua famiglia, ma ha evitato di mostrarsi con un’espressione negativa, ed alla fine si è seduto a tavola con una faccia persino vagamente sorridente, mentre sua moglie e suo figlio si erano già preoccupati precedentemente di cucinare e di apparecchiare. Sua moglie non è il tipo di persona curiosa o che rivolge delle domande dirette a suo figlio o a suo marito, piuttosto introduce qualche volta degli argomenti, ovviamente aspettandosi che ognuno, se ne ha voglia, esponga su quelli il proprio parere, oppure al contrario se ne resti in un silenzio pensieroso, lasciando così agli altri due alcuni spazi riflessivi. Marco è già seduto, osserva il tavolo e le stoviglie con indifferenza, senza mostrare alcuna intenzione di parlare per primo, o di introdurre un tema, anche se quel silenzio adesso risulta vagamente opprimente. Suo padre prende un piccolo pezzetto di pane da una fetta, lo mastica lentamente, soppesa le espressioni che nota, ed infine, rivolto a suo figlio, dice soltanto: <<Mi chiedo che aria stia tirando in questi giorni sulla corriera che vi porta al liceo ogni mattina>>. Silenzio. Marco prende tempo, si serve qualcosa dal piatto di portata, e dopo, senza rivolgere lo sguardo sui suoi genitori, dice soltanto: <<Fibrillazione; Sara è riuscita a galvanizzare i pensieri di ciascuno, e tutti adesso non parlano d’altro che di quello che dovrà o potrà essere>>.

            La posizione di Ettore Rimonti nei confronti di quanto viene sbandierato dai ragazzi del suo paese è stata chiara fin dagli inizi, anche se adesso, compresa con un certo disappunto la propria divergenza rispetto alle istituzioni che governano la sicurezza del territorio, si è sentito costretto per ragioni di opportunità a fare una certa marcia indietro, negando di voler appoggiare, o addirittura favorire, quella manifestazione che si svolgerà tra pochi giorni in Pian dei Fossi. Difficile adesso far comprendere alla sua famiglia quel percorso, ma anche avendo scambiato più volte la propria opinione con la direzione provinciale del proprio partito, lui si è visto quasi costretto, soprattutto per non isolarsi, ad indietreggiare sulle precedenti posizioni. Generalmente non gli piace obbedire a delle direttive, e tantomeno piegare la testa nel tentativo di evitare problemi più grossi nel futuro, ma questo movimento antirazzista nato dal basso proprio nel paese che amministra, gli era subito parso fin dagli inizi qualcosa di così generoso e naturale da sentirsene subito addirittura orgoglioso. <<Personalmente non credo che aderirò al corteo>>, riprende suo figlio con lo stesso atteggiamento di poco prima, <<anche se non voglio certo essere additato come uno che si mette di traverso per una volta che accade qualcosa di nuovo in questa nostra cittadina>>.

            Sua madre osserva Marco evitando sull’immediato di dare una propria opinione, eppure, lasciando in aria come una pausa di silenzio indefinito, si sente all’improvviso in dovere di sottolineare un punto: <<Non devi comunque sentirti obbligato a prendere una posizione precisa soltanto perché tuo padre è il Sindaco; puoi avere anche un’opinione tiepida su questo argomento, che magari credo non sia data tanto dal fatto di essere in accordo o meno su questo tema di fondo, che voglio sperare resti per te un elemento di grande civiltà, quanto perché motivata dalla scarsa approvazione di una decisa discesa in campo assieme a dei ragazzi che forse ingenuamente credono che possa cambiare qualcosa sfilando lungo la strada del proprio paese con qualche parola d’ordine da urlare>>. Silenzio. La famiglia prosegue a mangiare, ma queste indiscutibili parole mostrano subito, sia a Marco che a suo padre, come in fondo ci sia un problema di differente opportunità per ambedue, il che significa fare i conti con ciò che la gente del paese dove vivono da sempre possa improvvisamente pensare di loro due. Per suo figlio quindi ritrovarsi a condividere una medesima posizione con lui diventa quasi qualcosa di inedito, un essere costretto a spingersi da un lato del problema, come se dovesse sorreggere l’opinione del genitore.

            Indubbiamente, c’è ancora del percorso da intraprendere, almeno per lui, per avere alla fine un parere netto e definito, e soprattutto smarcato da quello che viene abbracciato dal primo cittadino del paese, proprio per sentirsi un individuo pensante, capace di opinioni proprie e personali. La cena si conclude poi con della frutta fresca, e a nessuno di loro tre viene in mente di riprendere quell’argomento spinoso, anche se all’improvviso Marco comprende quanto in questo caso sia stata sua madre a fornirgli l’alibi giusto per sentirsi libero di scegliere che cosa fare, ma anche di questo aspetto, pur essendole grato, non riesce del tutto a provarne un grande sollievo.   

 

            Bruno Magnolfi

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