<<Buongiorno,
Toni Boi>>, dice il ragazzetto che abita nel condominio mentre rimane
seduto sul gradino davanti al portone, con l’espressione di chi esprime un
pensiero qualsiasi; <<La vita è proprio bella>>, conclude quindi
senza preoccuparsi neppure di guardarlo. Antonio prosegue a camminare per
qualche passo mentre lo saluta a sua volta con un semplice cenno, ma appena lo
oltrepassa si ferma, riflette qualcosa per un attimo, e poi torna indietro.
Forse quella frase l’ha ascoltata alla televisione, si immagina; forse l’ha
letta da qualche parte, oppure qualcuno in casa sua l’ha riferita magari in un
altro contesto, ma in ogni caso lui ne rimane colpito, tanto da chiedersi se la
vita sia davvero così per tutti quanti, oppure se appaia in questo modo soltanto
a qualcuno che sa valorizzarne alcuni aspetti essenziali e importanti. Toni Boi
sorride al ragazzo, lo guarda per un tempo piuttosto lungo, poi riprende la
marcia di prima. Non aveva mai riflettuto a fondo su un argomento del genere,
però gli sembra improvvisamente che l’esistenza possa essere del tutto
piacevole solo nei casi in cui non si verificano dei contrasti anche piccoli
tra le persone, e quindi solo al momento in cui tutto sembra scorrere liscio, e
lo scambio delle opinioni avviene tra individui che riescono persino ad
apprezzare le idee diverse dalle proprie, senza trovare degli argomenti di
divisione che generano inevitabilmente dei conflitti capaci di scatenare
soltanto delle amarezze personali.
Inconsapevolmente,
forse è anche per questo che lui non si è mai preso la briga di parlare e
rispondere a tutti coloro che incontra ogni giorno in paese, quelli che gli
chiedono sempre immancabilmente qualcosa, a volte con insistenza e persino
ridendo, e con il loro comportamento lasciano così sottintendere che ogni
risposta avuta eventualmente da Toni possa essere comunque soltanto una
spudorata sciocchezza. Lui finge di non essere neanche capace di parlare e di
rispondere, proprio per non ritrovarsi a dover discutere su qualcosa che non è
neppure di suo vero interesse, e magari questa forma di elementare saggezza gli
ha permesso in tanti anni di convivenza con i suoi compaesani di aggirare
qualche frequente dissidio e quindi anche qualche piccola infelicità. In casa
di sua sorella, ad esempio, lui non dice mai niente, specialmente se è presente
Carlo, suo cognato, in maniera da evitare qualsiasi possibile discussione. Già
varie volte lo ha sentito di nascosto che diceva cose spiacevoli su di lui
riferendosi a sua sorella, come ad esempio il fatto che a suo parere dovrebbe
mostrarsi disponibile a svolgere un piccolo mestiere, adatto alle proprie
capacità, invece di proseguire a vivere alle spalle della famiglia fidando dei
soldi lasciati in eredità da sua mamma; oppure mettere quegli stessi soldi, che
da anni tiene fermi e inutilizzati, a disposizione di tutti, invece di
lasciarli bloccati nel conto bancario intestato a lui da sua sorella,
rispettando la volontà di sua madre.
Già
soltanto nel pensare a delle cose del genere Antonio si sente addirittura in
dissidio con tutti, come se comprendesse benissimo il giudizio di fondo che
tutti in paese, compreso suo cognato, si sono formati su di lui e sulla sua
maniera di vivere le proprie giornate. Ma è proprio questo il pensiero che si
sente sicuro di dover rigettare, proprio ad evitare che possa nascere dentro di
lui quell’afflizione generale e scoordinata, che semplicemente è sicuro sia il
primo sintomo di una depressione nascente, e quindi di una ripresa della sua
malattia. Per questo si trova bene in questo periodo soltanto quando sta
insieme a Nockie, perché in quei momenti gli può spiegare con frasi e parole,
le più semplici possibili, quello che c’è da sapere per accettare al meglio la
vita in un piccolo paese come Pian dei Fossi, dove nessuno si mostra disposto
ad essere appena accondiscendente verso gli altri, e per bene che vada spinge
tutti coloro che non accettano certi comportamenti diffusi, ad isolarsi e a
collocarsi del tutto al di fuori della socialità. Sa perfettamente che anche
quando si abbasserà l’interesse momentaneo del paese su questo semplice ragazzo
africano, nessuno si sentirà disposto a trattarlo come un qualsiasi lavoratore
che svolge il suo ruolo di meccanico nell’officina di Aldo, e si dovrà sempre
dire, magari a mezza bocca, che è comunque uno diverso, che è solo un migrante,
che ha una maniera di pensare le cose diversa da tutti, e quindi che non è una
persona qualunque, e come tale andrà sempre trattato, anche a distanza di anni.
Toni
Boi lo conosce bene quel percorso, che poi è in parte quello che ha subito
anche lui stesso, ritrovandosi sempre a margine della comunità dei suoi
compaesani, senza alcuna possibilità di integrarsi in mezzo agli altri come una
persona qualsiasi. Forse c’era dell’ironia nella frase di quel ragazzo del
condominio, pensa improvvisamente Toni Boi: probabilmente qualcuno ha cercato
di spiegargli con voce alta che le cose non sono mai semplici come appaiono ad
un primo sguardo, e che qualsiasi situazione è capace di generare qualche
piccola infelicità, fino al punto, talvolta, di evidenziare che la vita non è
poi tanto bella, specialmente se non si viene accettati da tutti.
Bruno
Magnolfi
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