sabato 27 settembre 2025

Ogni importanza.


            Da soli non si sta mai bene. Inizi a riflettere sulle cose che ti circondano per formarti un’idea più precisa sull’esistenza, e alla fine scopri di non essere affatto d’accordo con quello che ne dicono gli altri. Spesso l’unica soluzione che ti si prospetta è quella di pensare che forse tutti abbiano ragione su questa materia, e che per qualche motivo i tuoi modi di immaginare la realtà siano completamente sbagliati, per cui resta sempre conveniente tenere le proprie opinioni per sé stessi, e quando è possibile evitare di scambiarle con chiunque ti ponga dei quesiti a riguardo. Mi rendo sempre più conto però di aver sbagliato in pieno nel momento in cui ho condiviso le ultime scelte di mio fratello, e forse è accaduto anche soltanto per seguire l’opinione, sempre decisamente favorevole verso di lui, di mia sorella Lucia, che comunque in altre occasioni mi è sempre apparsa come una persona abbastanza ragionevole e piuttosto riflessiva, pur conservando un carattere spesso spigoloso e irritabile. Credo di essermi sentito molte volte soggiogato dalle forti personalità che hanno abitato negli anni dentro al nostro piccolo castello, fin da quando ero piccolo, ad iniziare da mio padre e mia madre, sempre perfettamente convinti di tutto ciò che riuscivano a mettere a punto sulle loro decisioni, sia che riguardassero i propri possedimenti produttivi, sia per il futuro dei tre figli, che a loro parere dovevano crescere con una mentalità assolutamente in linea con i pensieri che avevano in mente, senza alcuna possibilità di deviare il corso di quanto stabilito dalla casata una volta per tutte.

            Ho iniziato fin dall’adolescenza a non ostacolare mai le loro scelte, e spesso e volentieri mi è semplicemente bastato allineare le mie idee a quelle espressioni convinte che assumevano in certi casi i miei due fratelli, al punto che quando i nostri genitori sono venuti purtroppo a mancare, per me è stato sufficiente approvare ogni risoluzione messa a punto dal mio fratello maggiore, senza neppure supporre dentro di me la possibilità di discuterne. Adesso mi rendo conto che Alberto probabilmente ne ha approfittato, ma in fondo devo riconoscere che lui in prima persona si è sempre fatto carico di tutte le scelte da adottare nei confronti delle nostre tenute, e alla fine io non posso che essergli riconoscente per tutto ciò che ha affrontato e risolto anche in nome mio e di mia sorella. In questo momento però sembra proprio che qualcosa sia andato un po’ storto, e che torni difficile, mantenendo un parere distaccato ed obiettivo, stare dalla parte di queste ultime scelte che sono state formalizzate. Negli ultimi giorni non parliamo quasi più fra di noi, forse proprio per evitare di ritornare sullo stesso argomento che riteniamo spinoso, difficile, imbarazzante, e così ci limitiamo a dire qualche sciocchezza, a fare dei semplici gesti, a sorridere per pura concessione, e poi basta. 

Ciò che sogno maggiormente, da qualche tempo a questa parte, è che presto ritorni la calma, che tutto quanto riprenda l’andamento ordinario di sempre, senza che si proseguono ad intravedere lungo i corridoi della nostra dimora qualcuno del personale di servizio che allunga lo sguardo all’interno dello spiraglio di una porta socchiusa, oppure verso un’esile voce che giunge ovattata da qualche zona di questa specie di castello, o anche che noi fratelli ci sentiamo troppo osservati da qualche commerciante che viene da noi a discutere le forniture di frutta o di ortaggi. In questo momento mi sento spiato da tutti, persino da mio fratello Alberto che forse non si fida del tutto di me e dei miei comportamenti. Quando abbiamo parlato dell’inchiesta che ci riguarda, lui non ha fatto altro che dettare a me e a mia sorella delle istruzioni sulle cose da dire, sulle cose da fare, e soprattutto sui comportamenti da tenere nei confronti di qualsiasi individuo ci possa essere dato di incontrare. Certo, mi ha fatto piacere questo suo preoccuparsi di noi, anche se ritengo che lui stia semplicemente cercando di tenere a debita distanza gli inquirenti della magistratura, e neutralizzare ogni colpa da parte della nostra famiglia. Lucia ha annuito a tutto come fa sempre, ma quando abbiamo iniziato a parlare dei comportamenti migliori e adeguati alla situazione, lei ha cominciato a guardarmi più intensamente, come se non si fidasse del tutto di me e di quello che forse potrò lasciarmi sfuggire con qualcuno, confermando senza volerlo qualche atteggiamento a suo parere assolutamente sbagliato.

Adesso mi sento più solo, non riesco quasi più a parlare con Alberto, se non di cose futili e della conferma delle attività di sempre, evitando accuratamente gli argomenti scottanti; e tantomeno riesco a conversare con sincerità con mia sorella, che sta tenendo ultimamente una posizione dura, orgogliosa, quasi inconsapevole della colpa che tutti insieme siamo stati capaci di coltivare, oltre gli ortaggi e la frutta. Non so come finirà tutta questa faccenda, però sono convinto, conservando un certo ottimismo, che tutto tenderà poco per volta a sgonfiarsi, ed ogni accusa che ci viene rivolta in questo momento riuscirà a perdere pur con una certa lentezza di ogni importanza.

 

Bruno Magnolfi

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