venerdì 5 settembre 2025

Impreparati.


            <<Pronto, parlo con il Sindaco Ettore Rimonti?>>, dice con voce rauca il Questore del capoluogo della Provincia al telefono con il Comune di Pian dei Fossi. <<Buongiorno, Dottor Franceschi>>, risponde il Sindaco, che conosce ovviamente già da un certo tempo il Capo della Sicurezza locale. <<Desidero sinceramente farle perdere poco tempo, ma mi risulta che la richiesta di una manifestazione che si dovrà tenere a giorni nelle strade della sua cittadina, sia appoggiata da diversi partiti politici anche nell’arco dell’amministrazione che lei presiede. Ora, non ho niente in contrario naturalmente nell’autorizzare questo corteo, soprattutto perché immagino sarà costituito da ben poche persone, però volevo sapere da lei se a suo parere una sola camionetta di agenti organizzati possa essere sufficiente per controllare adeguatamente l’ordine pubblico, oppure se per caso ritenga che qualche malintenzionato possa approfittare della situazione per creare dei disordini>>. Rimonti riflette per un attimo, comprende immediatamente che il suo appoggio personale alla dimostrazione che dovrà tenersi prossimamente in paese non è visto affatto di buon occhio dalle autorità della Provincia, però cerca dentro di sé le parole giuste per dare una risposta che non appaia troppo di parte. <<Ma certo>>, dice senza dare alla sua espressione troppa leggerezza; <<Immagino che alla fine si rivelerà solo una sfilata di poche decine di studenti, non starei a preoccuparmi troppo di conseguenze imprevedibili. Nel nostro paese non mi risulta proprio ci siano in giro delle teste calde capaci di infiltrarsi tra i ragazzi del luogo e creare qualche scompiglio inappropriato. In fondo la motivazione di questo piccolo corteo è sacrosanta, qualcosa che sta scritto a chiare lettere addirittura nella Costituzione, e quindi non vedo come dovremmo preoccuparci più del dovuto>>.

            <<D’accordo, Sindaco>>, riprende il Questore con un certo distacco; <<Comunque, nel caso le arrivassero alle orecchie delle notizie anche solo vagamente allarmanti, non si periti a darmene immediatamente informazione diretta>>. Poi si salutano in maniera formale, ed il Rimonti resta per un attimo perplesso nel cercare di comprendere la motivazione vera che ha causato la telefonata appena giunta. <<Forse il Questore sa qualcosa che a me in questo momento sfugge>>, pensa mentre resta immobile alla scrivania del suo ufficio Comunale. <<Oppure vuole semplicemente scaricare una parte della propria responsabilità da ciò che potrebbe avvenire veramente, coinvolgendo così in qualche maniera l’amministrazione e la giunta in carica di questo paese, in modo da indicare in seguito almeno qualche colpa sulla mia diretta mancanza di sensibilità e forse di miopia, e quindi di incapacità di prevenzione nei confronti della cittadinanza più agitata>>. Poi il Rimonti si alza dalla propria sedia e raggiunge la stanza della segreteria di fianco, dove due impiegate stanno lavorando alle proprie scrivanie. <<Forse sarà meglio evitare che appaiano le insegne Comunali in questa benedetta manifestazione>>, dice come pensando ad alta voce. <<In fondo, oltre le sacrosante prese di posizione ideologiche, questa amministrazione però ha molto da perdere nel mettersi in contrasto con i Conti Tornassi, che se lo desiderano possono facilmente metterci i bastoni tra le ruote>>. Le due donne annuiscono senza intervenire, quindi il Sindaco torna momentaneamente nel suo ufficio.

               Quando poi il Rimonti, dopo una manciata di minuti, prende la giacca e scende sulla piazza dove è collocato il piccolo palazzo comunale, si rende conto che in paese sta spirando un’aria strana, e che tutti forse si aspettano da un attimo all’altro che accada persino qualcosa di irreversibile. Cammina lungo la strada principale ed arriva fino davanti alla solita osteria, dove tutti sanno benissimo che vengono discusse ogni giorno le opinioni più diffuse, e dove spesso la verità delle cose viene sciorinata insieme alla saggezza popolare. In diversi lo salutano mentre si avvicina, e qualcuno giunge persino a togliersi il cappello per una forma antica di rispetto. <<Che si dice di nuovo?>>, fa il Sindaco, rivolgendosi ad un gruppetto di persone là davanti, mentre guarda tutti con un’aria sorridente e per quanto può anche tranquillizzante. E dopo un primo momento silenzioso, uno di loro dice in fretta che in paese c’è preoccupazione, e che i fatti sembrano mostrare un disegno piuttosto complicato, forse fatto apposta per destabilizzare l’opinione generale su ciò che da decenni è stato sempre ritenuto inamovibile. Il Rimonti torna a sorridere, comprende il punto di vista dei cittadini che temono di perdere il lavoro, o di ritrovarsi comunque senza quelle certezze su cui hanno sempre contato, ma non riesce in questo momento a pronunciare delle parole rassicuranti.

            Quindi saluta ed entra nel locale, dove in diversi lasciano lo spazio al bancone per il loro Sindaco. Lui resta in silenzio, osserva le persone che si ritrova accanto; quindi, fa un cenno al proprietario che conosce oramai da lunga data, appartandosi con lui in un angolo della vasta sala, in questo momento ancora sgombra degli incalliti giocatori di carte. <<Se ci sono delle novità importanti, e tu mi hai capito a cosa io mi riferisco, fammi subito una telefonata. Qua stiamo tutti rischiando grosso, e non possiamo permetterci di farci trovare impreparati>>.

 

            Bruno Magnolfi

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