Gentile
Marco,
scusami,
ma non risponderò alle domande poste nella tua ultima lettera perché mi sono
apparse del tutto ingiustificate. Ultimamente ho pensato molto alle nostre
cose, e devo ringraziare questa distanza che per ragioni di lavoro si è
introdotta tra noi due perché solo così sono riuscita ad avere la chiarezza
necessaria a riflettere meglio sui nostri rapporti. Non credo che la nostra
simpatia, che tu ti ostini a chiamare frettolosamente amore, abbia molte
ragioni per andare ancora avanti. Non sono arrivata a delle conclusioni facili,
come dici tu, semplicemente mi pare che i nostri modi di essere siano piuttosto
distanti, e laddove io sento continuamente la necessità di sentirmi libera di
mandare avanti la mia vita, tu cerchi al contrario di recintarla con
supposizioni o dubbi che semplicemente, secondo me, non hanno proprio ragion
d’essere. La mia condotta è sempre stata cristallina, ma non mi pare di essere
nelle condizioni di dover spiegare a te cosa io faccia e come mi comporti. Mi
sento una donna libera, soprattutto, e vorrei solo essere considerata, da te
come da tutti, solamente così.
Ernestina.
Bruno
Magnolfi
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