La
luce rischiara una sedia sul palco, nient’altro, solo un uomo seduto, di mezza
età, con le mani appoggiate sopra le gambe. Ho sempre cercato di essere retto,
dice l’uomo, di seguire gli insegnamenti con cui sono stato educato, al mio
fianco ho avuto per tutti questi anni Cecilia, che può confermarlo. Ci sono
state anche per me delle occasioni, dei momenti più fortunati, in cui la vita
ha voluto apparirmi benevola, accondiscendendo qualche volta alle mie
aspirazioni, permettendomi di saltare qualche passaggio nella difficile scalata
per raggiungere una vita normale.
Ma
io non ho mai forzato le cose, non ho approfittato, forse Cecilia può
testimoniare quanto io sia sempre stato alle regole, senza mai cercare di
essere più furbo di altri. Ho lavorato, questo si, spesso impegnandomi in cose
di cui certe volte neppure ho compreso lo scopo, ma l’ho fatto ugualmente,
senza battere ciglio, perché sentivo dentro di me che era quello il dovere a
cui dovevo rispondere, e a null’altro. Ci sono stati giorni difficili, in cui
ho avvertito che tutto perdeva di senso, ma io non mi sono mai scoraggiato del
tutto, c’era Cecilia con me, ho cercato di far forza su ciò in cui credevo e ho
guardato in avanti, evitando di apparire con gli altri un uomo fiaccato da debolezza.
Ho
conosciuto molte persone, ho avuto delle grandi amicizie, con loro mi sono
confidato, ho chiesto aiuto quando ne ho avuto bisogno, e ne ho dato quando gli
altri mi sono sembrati in difficoltà. Ho cercato di costruire una casa,
concretizzare un futuro, pensare giorno per giorno a tutto ciò di cui avrei
avuto bisogno, Cecilia lo sa, e mi sono profuso nella ricerca di un vita
possibile, quella a me più vicina, più adatta, più giusta, e mi sono sentito un
gigante quando ho visto che giorno per giorno le cose progredivano davanti ai
miei occhi.
Ma
una volta Cecilia mi ha detto che non era questo ciò che lei voleva per la sua
vita, o almeno non era sufficiente, a lei non bastava tutto quello che avevo cercato
di fare fino ad allora. Mi ha detto che la normalità in cui ero caduto poco per
volta aveva una sembianza così disarmante che lei non poteva pensare di
proseguire così, doveva allontanarsi da me, ne andava della sua stessa vita.
Così ho lasciato che tutto arrivasse al suo compimento, ho voltato lo sguardo
dietro di me e ho visto che nella mia esistenza in fondo non c’era stato mai
niente di bello se non la presenza di Cecilia che adesso avevo perduto. Mi sono
seduto, proprio come adesso, mi sono interrogato, e alla fine ho concluso che
niente è valsa la pena del mio faticoso percorso, neppure Cecilia, neppure la
mia ricerca perenne di essere uomo, uno come tutti, senza differenze apparenti.
Bruno
Magnolfi
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