La
ragazza si chiamava Caterina, e quel mattino si era recata alla stazione degli
autobus, aveva brevemente osservato il tabellone delle partenze, e infine era
andata a sedersi nella sala d’attesa. Accanto a dove lei si trovava, due
signore parlavano sottovoce di qualcosa, di altre persone che loro due,
scambiandosi con convinzione le proprie opinioni, mostravano di conoscere bene,
tanto da apparire sicure nei loro giudizi, anche se pareva che ognuna conservasse
il proprio punto di vista. La sala non era affollata, c’erano seduti soltanto
sei o sette passeggeri, tutti in attesa della loro corriera, in silenzio, a parte
quelle due donne.
Poi
un uomo si era alzato dal posto dove stava seduto, era passato davanti alla
ragazza, e a lei era parso di riconoscerlo, anche se non avrebbe saputo dire realmente
chi fosse o dove lo avesse già visto. Quello si era fermato per un attimo
davanti alle due donne che continuavano a parlare di tutti, aveva attirato la
loro attenzione guardandole in faccia, ma non aveva detto niente, come se il
suo parere fosse già dentro ad una semplice occhiata. Loro si erano
immediatamente interrotte, come colte da una critica che dava loro fastidio, avevano
gettato uno sguardo fuori dalle vetrate come per assicurarsi che il loro mezzo
non fosse ancora arrivato, e infine erano rimaste ferme, in silenzio, almeno
apparentemente in accordo con l’uomo.
La
corriera era arrivata subito dopo, tutti si erano alzati e in un attimo si
erano sbrigati a salire sulla vettura, andando a scegliersi i pochi posti a
sedere rimasti liberi. La ragazza si era sistemata accanto a quell’uomo, per
combinazione casuale, gli aveva sorriso leggermente, poi aveva messo a posto la
sua borsa e le sue cose mentre il mezzo partiva. L’uomo non aveva detto niente,
aveva soltanto aperto leggermente il quotidiano che fino ad allora aveva
lasciato ripiegato dentro a una tasca, iniziando a leggerlo con attenzione,
senza dare alcuna mostra di conoscere chi gli fosse seduta vicino. Le due donne
avevano ripreso a parlare esattamente come poco prima, ma essendosi piazzate
nei sedili più in fondo, le loro parole si perdevano nei rumori del traffico e
del mezzo pubblico.
La
ragazza osservava le case, le auto, tutto ciò che scorreva fuori da quei
finestrini, e intanto continuava a pensare a dove poteva aver già visto
quell’uomo, ma, nonostante tutto il suo impegno, quelle sue riflessioni non
portavano a niente, se non a immaginare un vicino di casa o qualcosa del
genere, anche se qualcosa continuava a farla sentire curiosa, come se ci fosse quasi
un motivo per cui la memoria non volesse aiutarla. Il mezzo pubblico ogni tanto
faceva una sosta, qualche passeggero scendeva, qualcun altro saliva, e la
ragazza, che stava andando a far visita ad una sua amica, osservava chiunque passasse
nel corridoio quasi attendendosi un aiuto da un nuovo arrivato.
Invece
tutto proseguiva come all’inizio, con quella sensazione dentro di lei che pareva
a tratti suggerirle qualcosa e spingerla a scrutare dentro alla mente tutte le
facce che poteva ricordare, al contrario lasciandola, in altri momenti, vuota
di tutte le sue congetture. La corriera proseguiva il viaggio, e tra non molto
la ragazza sapeva che sarebbe arrivata nei pressi della casa della sua amica,
ma mentre rifletteva su questo, ecco che l’uomo le aveva chiesto il permesso di
passare, soltanto con un semplice gesto, ed era scivolato con attenzione fino nel
corridoio, mostrando di essere ormai giunto alla sua destinazione. La ragazza
si era leggermente alzata per lasciarlo passare, aveva osservato con tutto
l’acume possibile il profilo di quel viso, e aveva riflettuto di nuovo,
cercando, almeno in quell’ultima possibilità, la chiave di tutto. L’uomo, in
questa sua operazione, aveva richiuso con calma il giornale, e si era spostato
nel corridoio tenendo lo sguardo attento a dove metteva i suoi piedi, mostrando
un leggero moto come di perplessità, ma solo nel momento in cui ormai era
passato, proprio mentre quasi si allontanava da quella fila di sedili, e infine
aveva detto, voltandosi, ma solo di poco: arrivederci Caterina; e con ciò,
mentre la corriera ormai si stava fermando, era andato verso lo sportello di
uscita.
Bruno
Magnolfi
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